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Giacomo Alberione, SSP
Sacerdote, ecco la tua meditazione

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III. MEDITAZIONE

 

1. È utile per il Sacerdote.

       [569]  1. È utile per il Sacerdote, specialmente se è pastore, considerare qualche volta ciò che si legge nel Rituale Romano, sotto il titolo: «Modo di amministrare l’estrema unzione» (tit. 5, cap. 2). «Ero infermo e mi visitaste” (Mt 25,16).

       Il Sacerdote, entrando nella stanza del malato, dice: «Pace a questa casa»; il chierico gli risponde: «E a tutti



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quelli che abitano in essa». Asperge poi con acqua benedetta l’infermo, la stanza ed i presenti, dicendo l’antifona: «Aspergimi, o Signore, ecc.»; indi soggiunge: «Il nostro aiuto è nel nome del Signore», «Che ha fatto il cielo e la terra»; «Il Signore sia con voi», «E con il tuo spirito». «Preghiamo: Entri, o Signore Gesù Cristo, in questa casa, con l’ingresso del nostro umile ministero, la felicità eterna, la divina prosperità, la serena gioia, la carità fruttuosa e la salute eterna; stiano lontani da questo luogo i demoni; siano presenti gli angeli della pace, e si parta da questa casa ogni discordia maligna. Esalta, o Signore, sopra di noi il tuo santo nome, e benedici la nostra vita; santifica l’ingresso del nostro ministero, tu che sei santo e pio e con il Padre e con lo Spirito Santo regni per tutti i secoli dei secoli. Cosi sia.

       «Preghiamo e scongiuriamo il nostro Signore Gesù Cristo che benedica con la sua benedizione questa casa e tutti quelli che vi abitano, dia loro per custode l’angelo buono e li renda suoi servitori fedeli, attenti alle meraviglie della sua legge; allontani da loro ogni potestà avversa; li liberi da ogni timore e confusione e si degni di custodirli sani in questa casa. Egli che vive e regna Dio con il Padre e lo Spirito Santo per tutti i secoli dei secoli. Così sia.

       «Preghiamo: Ascoltaci, o Signore santo, Padre onnipotente, Dio eterno, e degnati di mandare dal cielo il tuo santo angelo che custodisca, incoraggi, protegga, visiti e difenda tutti quelli che abitano in questa casa. Per Cristo Signore nostro. Così sia» (Rit. Rom., tit. 5, cap. 2, nn. 3-5).

 




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