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Giacomo Alberione, SSP Sacerdote, ecco la tua meditazione IntraText CT - Lettura del testo |
2. Vi è una grandissima varietà di benedizioni.
[622] 2. Vi è una grandissima varietà di benedizioni. Secondo la loro importanza, alcune sono riservate al Sommo Pontefice, come la benedizione papale con annessa l’indulgenza plenaria in punto di morte (sebbene spesso venga data da altri per delegazione); la benedizione della rosa d’oro e degli agnus dei. Altre sono riservate ai vescovi, e sono generalmente le benedizioni delle cose
che riguardano la materia dei sacramenti, come gli olii santi, e quelle benedizioni che si danno usando l’olio santo, come la consacrazione dell’altare, del calice, della chiesa, ecc. Altre sono benedizioni parrocchiali, perché sono ordinate alla diretta utilità del popolo, come la benedizione delle puerpere, del fonte battesimale, la solenne benedizione nuziale, ecc.
Queste benedizioni si danno o col semplice segno di croce, o con l’aspersorio dell’acqua benedetta, o con un’immagine, una statua, una reliquia; tra queste reliquie la più importante è quella della santa Croce. Eccellentissima è la benedizione data con il santissimo Sacramento chiuso nella sacra pisside o nell’ostensorio: questa benedizione è devotamente e con frequenza desiderata dai fedeli.
Perché le benedizioni che si danno dai Sacerdoti siano veramente efficaci, bisogna adoperare la materia prescritta e recitare la formula dovuta. Il rito generale da osservarsi in quasi tutte le benedizioni è questo: il Sacerdote rivestito di rocchetto e di stola del colore prescritto, in piedi, a capo scoperto, comincia con l’invocazione: «Il nostro aiuto, ecc.», ed «Il Signore sia con voi». In seguito recita la debita orazione; in fine asperge con acqua benedetta la cosa o la persona.