Indice: Generale - Opera | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText
Giacomo Alberione, SSP
Sacerdote, ecco la tua meditazione

IntraText CT - Lettura del testo
Precedente - Successivo

Clicca qui per attivare i link alle concordanze

- 466 -


III. MEDITAZIONE

 

1. La sesta domanda.

       [680]  1. La sesta domanda è: «E non c’indurre in tentazione” (Mt 6,13). Tentazione equivale a prova. Per sé non è né un bene e né un male, ma è occasione di merito ed anche occasione di peccato. C’è chi nella tentazione ottiene «il buon esito» (1Cr 10,13), e c’è chi presta consenso alla tentazione e pecca. Chiediamo al Signore o di essere liberati dalla tentazione, o di non cadere in peccato, nell’occasione della tentazione. Dio è fedele e non permette che noi siamo tentati sopra le nostre forze, il demonio infatti è da Dio trattenuto, e, come un cane legato alla catena: potrà abbaiare, ma non può mordere se non coloro che volontariamente gli si avvicinano.

       Affinché noi possiamo resistere alla tentazione, occorrono due condizioni: vigilanza e preghiera. La vigilanza ha origine dal timore, la preghiera ha origine dalla fiducia in Dio. Dice il Signore ai suoi discepoli: «Vegliate e pregate, per non cadere in tentazione» (Mt 26,41).



- 467 -


 

Sapendo che il mondo ci circuisce, che il diavolo gira per divorarci, che in noi vi sono le tre concupiscenze, guardiamo sempre a Dio, per ottenere l’aiuto nel tempo dovuto.

 




Precedente - Successivo

Indice: Generale - Opera | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText

IntraText® (V89) Copyright 1996-2007 EuloTech SRL