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Giacomo Alberione, SSP
Sacerdote, ecco la tua meditazione

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3. La larghezza del culto.

       [686]  3. La larghezza del culto appare se si considera presso gli antichi popoli ove era viva l’attesa della Vergine «che doveva partorire». Viene spesso ricordato il fatto che i Druidi, molti secoli prima della venuta di Cristo, innalzarono una statua appunto alla Vergine «che doveva partorire». Le Sibille, di quando in quando, così disponendo Dio, parlarono della Vergine; tra di esse è celebre la Sibilla di Cuma: «Già viene la Vergine».

       Presso i cristiani era del tutto logico che il culto a Maria penetrasse in ogni luogo dove penetrava la religione cristiana. È vero che nei primi tempi, questo culto non era così esteso ed intenso come lo è adesso; e ciò con ragione, per non dare ai pagani occasione di confondere il cristianesimo con le religioni politeistiche, che sono piene di generazioni di dei. Tuttavia nei secoli successivi per tutto il medio evo e nei tempi moderni, questo culto ottenne in ogni luogo, una tale estensione, che ormai più nessuna regione cristiana sfugge al calore della Vergine Maria. E ciò è pienamente conforme alla dottrina della Chiesa e dei dottori. S. Bernardo dice: «Perché la fragilità umana ha paura di accostarsi a Maria? In Maria non vi è nulla di austero, nulla di terribile;

 



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è tutta soavità, ed offre a tutti latte e lana: ringrazia colui che ti ha dato una simile mediatrice. Si fece tutta a tutti, ai sapienti ed agli ignoranti, si fece debitrice per la sua grandissima carità. A tutti apre il seno della misericordia, affinché tutti ricevano della sua sovrabbondanza: il prigioniero vi abbia la liberazione, il malato il rimedio, il peccatore il perdono, il giusto la grazia, gli angeli la letizia, il Figlio la carne, in modo che nessuno sia privato del suo calore». A questa larghezza, ossia all’estensione del culto, deve cooperare il pastore di anime, e per molti motivi. Maria è la Vergine che deve essere predicata, secondo l’invocazione che la Chiesa fa nelle litanie.

       Le grandezze di Maria sono tali che mai nessuna lode è sufficiente neppure, come dice S. Agostino, «se tutte le nostre membra si trasformassero in lingue, sarebbe ad alcuno possibile lodarla sufficientemente». Lodare Maria è un ottimo mezzo di salvezza. Lodare Maria è di grande giovamento alle anime che sono sotto la nostra cura. «Onorare Maria è tesoreggiare la vita eterna” (S. Bonaventura). «Coloro che la onorano in questo secolo, saranno da lei onorati nel secolo futuro» (Riccardo di S. Vittore). Nella sacra liturgia, a Maria vengono applicate le parole: «Coloro che m’illustrano avranno la vita eterna» (El 24,31).

 




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