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Giacomo Alberione, SSP Sacerdote, ecco la tua meditazione IntraText CT - Lettura del testo |
54.
IL CULTO A MARIA SANTISSIMA (II)
(PB 6, 1942, 330-336)
I. MEDITAZIONE
1. Il Rosario della beata Vergine Maria.
[697] 1. Il Rosario della beata Vergine Maria. – «Il Rosario è una certa formula di preghiera, nella quale quindici decadi di salutazioni angeliche sono separate dalla preghiera del Signore intercalata ad esse; e ad ogni singola decade vengono piamente ricordati e meditati altrettanti misteri della nostra redenzione» (Breviario Romano, Festa del S. Rosario: Ad Matutinum, lectio IV). Il Rosario è un modo di pregare la beata Vergine Maria, usato da S. Domenico «come singolare difesa contro l’eresia ed i vizi» (ivi).
Il Rosario è la fonte di innumerevoli grazie, sia per l’individuo, che per le famiglie, gli stati e la Chiesa. «Leone XIII, in turbolentissimi tempi per la Chiesa, sovente, nella terribile tempesta dei mali che minacciavano, incitò i fedeli di tutto il mondo, con ripetute lettere apostoliche, a ricorrere con molta frequenza, specialmente durante il mese di ottobre, alla recita del Rosario mariano; elevò a tal fine il rito della festa annuale, ed aggiunse alle litanie lauretane l’invocazione alla Regina del sacratissimo Rosario, e concesse l’ufficio proprio della stessa festa a tutta la Chiesa» (ivi, lectio VI).
La pratica del Rosario è largamente diffusa presso i
fedeli, i religiosi, ed i pastori di anime; presso i singoli cristiani, o presso le loro associazioni; nelle famiglie e nelle parrocchie; durante l’assistenza al santo sacrifizio della Messa, in diverse funzioni; per i vivi e per i defunti; in tempo di calamità, in punto di morte, in ogni occasione.