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Giacomo Alberione, SSP Sacerdote, ecco la tua meditazione IntraText CT - Lettura del testo |
3. Continuamente veneriamo perciò la santissima Genitrice di Dio.
[700] 3. «Continuamente veneriamo perciò la santissima Genitrice di Dio, con tale culto, a lei molto accetto, affinché, come concesse ai cristiani, ogni volta che la supplicarono con il Rosario, di scacciare i nemici terreni e di disperderli, così pure ci conceda di trionfare sopra l’inferno» (Breviario Romano, Festa del S. Rosario: Ad Matutinum, lectio VI).
Nessuno infatti ignora come S. Domenico abbia trionfato degli Albigesi, in grazia del Rosario; come S. Pio V abbia riportato vittoria sulle potentissime forze dei Turchi. Similmente Clemente XI attribuì alla beata Vergine del Rosario la vittoria riportata nel regno di Ungheria da Carlo VI contro ingenti forze dei Turchi. Maria, apparendo presso Lourdes, sollecitò i fedeli a recitare il Rosario; e le false filosofie della Francia furono allora sconfitte. Dopo Leone XIII, chiamato il Papa del Rosario, assistiamo alla vittoria riportata da Pio X contro il modernismo che è un complesso di tutte le eresie precedenti, ed assistiamo al risveglio del novello fervore verso la SS. Eucaristia. Leone XIII poté dire, e con ragione, che dalla recita del Rosario si deve attendere la salvezza della società.
Tutti i santi, dopo S. Domenico, ottennero, a mezzo del Rosario innumerevoli grazie spirituali. Molti documenti della Santa Sede raccomandano la recita del Rosario, recita che fu arricchita di molte indulgenze. Sotto il titolo della beata Vergine del Rosario vennero ovunque erette confraternite, pie unioni, associazioni.
Il buon pastore sarà devoto e costante in questa pratica; anzi la considererà come un ottimo sussidio per la salvezza delle anime. A nessuno dei pastori deve mancare
il tempo di recitare almeno la terza parte di rosario ogni giorno. Sarà molto proficua la recita quotidiana pubblica, fatta alla sera od alla mattina, in ogni parrocchia, comunità e famiglia.