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Giacomo Alberione, SSP
San Paolo - Bollettino SSP

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[Comunicazioni e consigli]

          Carissimi Fratelli,

          Per il 1936, ogni Sacerdote della Pia Società San Paolo celebra N°33 (trentatré) SS. Messe, in modo da formare le 2.000 SS. Messe, che si celebrano ed applicano ogni anno. Perciò ogni Casa-Filiale, deve applicare tante volte 33 SS. Messe quanti sono i Sacerdoti della Casa stessa. Prego di rispondere da tutte le Case per regolarità, in cosa tanto delicata; verificando anche se è stato applicato il numero fissato per il 1935, che ora di 40 (quaranta), come è stato comunicato a suo tempo.

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          Il mese di Gennaio, ad onore del Divin Maestro, ci faccia crescere in sapienza, età, grazia.

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          Da varie Case e varie parti mi si ripete che si santifichino le lettere; e si facciano passare per le vie legittime, in sincerità e carità.

          Occorre essere riservatissimi con le Suore: “Cum mulieribus, sermo durus et brevis”; occorre che si parli bene di tutti, specialmente dei Fratelli; occorre che si allarghi il bene e si descrivano i santi esempi di pietà religiosa, di apostolato, di studio, di povertà, che formano la vera sostanza delle cose; i mali sono relativamente pochi e debolezze, non malizie.

          La lettera è più importante della parola, poiché lo scritto rimane, e, spesso, lo si fa circolare. Se essa è santa, santificherà! Se non è santa che cosa potrà seguirne? Nel Giudizio Universale ognuno saprà ciò che di lui fu scritto e ciò che degli altri ha scritto. Auguro e prego che in quel giorno si rivelino soltanto cose edificanti, venendoci tutti a ritrovare assieme. Nel 1935 seppi che circolarono e lessi anche lettere che gettarono dei Fratelli nell'afflizione, nel dubbio, nello sconforto. Il fare del bene alla Congregazione, che ci è madre e da cui tutto abbiamo ricevuto, ed ai nostri Fratelli nel Sacerdozio, è una carità di incalcolabile valore, ed anche la più urgente.

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          D. Ghione Agostino e D. Canavero Clemente sono viaggianti per la Cina in sostituzione di D. Fassino Emmanuele; per lo sviluppo dell'Apostolato in quella nazione tanto grande.

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          Con decreto dell'Ottobre scorso di S.E. Mons. Vescovo di Alba, il Noviziato degli aspiranti al Sacerdozio della Pia Soc. S. Paolo è stato trasportato a SANFRÈ: nella solitudine potrà dare frutti più abbondanti, si spera; la casa colà fu alquanto ristorata ed adattata.

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          In Casa-Madre abbiamo fatto il Ritiro Mensile sul peccato: male nell'individuo; nelle nella Comunità; male nell'apostolato e nel Sacerdozio.

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          Con la presente Lettera prego i Revv.mi Fratelli Sacerdoti, che hanno fatto la prima professione nel Marzo del 1927, a leggere la seguente lettera:

 

          Roma, 29 Dic.1935

          Eccell.mo Rev.mo Mons. Luca PASETTO

          Segr. della Sacra Congr. dei Religiosi

          R O M A

 

          I nostri auguri e le nostre preghiere al Caro Bambino Gesù per V. Ecc.za Rev.ma; desideriamo pregare il S. Bambino con i sentimenti di S. Francesco d'Assisi in quel suo primo Presepio.

          Nel 1937, a Marzo, si compiono i dieci anni della prima approvazione diocesana della nostra Piccola Congregazione. Nella circostanza vorrei, se V.E. mi consiglia, a fare due cose: a) Raccogliere tutti i Sacerdoti, che hanno professato in quell'occasione, per gli Esercizi SS.; ravvivarci nello spirito; rivedere insieme come abbiamo corrisposto e come vogliamo corrispondere alla grazia della vocazione speciale. b) Fare la nomina di un Superiore Gen. e di un Consiglio con funzioni più regolari; correggere assieme a dar forma alle regole e costituzioni; e presentarle alla S. Sede per


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un'approvazione pontificia.

          Ogni cosa però intendo di sottomettere al giudizio di V.E., sapendo quale guida il Signore ci ha dato.

          Ci benedica; Bacio l'Anello Sacro.

          Umil.mo p. Pia Soc. S. Paolo

 

          A riguardo di questa lettera attendo e comunicherò risposta.

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          Prego i Carissimi Fratelli, che sono Maestri in una Casa, a voler dare copia a tutti i Professi di questa Circolare “S. Paolo”. Alcuni scrivono che non ricevono; se mancassero copie è bene che vengano chieste.

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          S. E. nostro Vescovo, compita la Visita Pastorale, diede parecchi salutari avvisi, richiamando: 1) alla povertà religiosa; 2) allo spirito di pietà paolina; 3) all'obbedienza costante ed alla carità fraterna. A Lui, tanto affettuoso e premuroso della nostra piccola Famiglia, il Deo gratias, più vivo.

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          La lingua è il mezzo per comprendere e comunicare i pensieri e le scienze agli uomini in generale; fra cui l'eccellentissima, la scienza sacra. Da noi la lingua deve essere studiata nelle regole grammaticali, morali, pastorali. Questo mezzo può adoperasi con la parola, oppure per iscritto, o con la stampa. Perciò il Signore parlò ad Adamo, ai Patriarchi, ai Profeti; e per mezzo di Essi al popolo ebreo o a tutte le generazioni. Venuta la pienezza dei tempi, parlò a mezzo del suo Figliolo Unigenito: “Et aperiens os suum docebat eos” (Matt.,V).

          È per questo motivo che speriamo tanto dal Maestro Divino la grazia di apprendere le lingue.

          Beneditemi; Vi benedico.

          Aff.mo Fratello Sac.ALBERIONE

 




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