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Giacomo Alberione, SSP San Paolo - Bollettino SSP IntraText CT - Lettura del testo |
[Intenzioni per i Discepoli]
Sia benedetto il Salvatore nostro Gesù Cristo! per le grandi promesse che in ogni momento ci riempiono di gioia e ci fanno esultare nello Spirito Santo: «Voi che avete lasciato tutto e mi avete seguito riceverete il centuplo e possederete la vita eterna». Deo gratias! In ogni tempo: «Gloria Patri et Filio et Spiritui Sancto», si canti da un capo all'altro della terra, così come in cielo.
Rispondiamoci spiritualmente al mattino, a mezzodì, alla sera, nella S.Messa e nel breviario: «Sanctus, sanctus, sanctus», in unione di intendimenti e di cuore, ovunque siamo sparsi nelle varie località.
Anche sul territorio africano da qualche mese, viene offerta l'Ostia di pace, in una cappella Paolina; «hoc sacrificium sit tibi acceptabile, mihique et omnibus sit te miserante propitiabile».
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La Pentecoste compie il Natale: «Sic Deus dilexit mundum ut Filum suum unigenitum daret»; e compie la Pasqua: «Pascha nostrum immolatus est Christus».
Nella Pentecoste è la Comunicazione dello Spirito Santo, in cui ognuno di noi è sublimato per l'inabitazione di Dio vivo.
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In questo periodo io prego tutti i Fratelli e figli di San Paolo a voler unirsi a me nelle intenzioni per i nostri cari Discepoli:
Per la loro vocazione;
Per la loro formazione;
Per il loro progresso continuo.
Carissimi, «da mihi liberos» ci chiede la Congregazione, nostro ambiente e forma di santificazione.
La Congregazione nostra deve avere molti figli laici, Discepoli. Questo punto non è superato ancora: perciò è un'umiliazione, un compito, una preghiera.
Sono da cercarsi presso le Famiglie buone, presso i RR. Parroci, così presso i buoni insegnanti elementari e complementari e avviamento al lavoro, tra i circoli d'Azione Cattolica, tra il piccolo clero.
La scarsità dei Discepoli si riflette sopra tutte le altre parti della Congregazione, specialmente sopra l'Apostolato, su gli studi, su lo spirito, su la povertà.
Possiamo dedicarci a questo compito come ossequio a San Paolo nell'anno centenario della conversione.
Un carattere schietto e docile, una viva pietà, un'attitudine intellettuale e fisica ai compiti del Discepolo sono gli ordinari segni di vocazione.
Spesso si incontrano giovanetti che avrebbero desiderato rendersi sacerdoti; ma, forse, mentre non hanno sufficiente intelligenza per studi sacerdotali, si trovano atti alla vita del Discepolo.
Si escludono però i giovanetti che non possono comprendere la vita e voti religiosi e l'apostolato, gli spostati, i caratteri strani, indolenti, instabili.
Il Signore li ha preparati: a noi il chiederli e cooperare a Dio: «cooperatores enim Dei sumus»; S. Paolo aveva un gran dono per distinguere e chiamare i suoi cooperatori.
La Congregazione deve avere in sé i mezzi per la santificazione dei suoi figli e del suo apostolato; ora i Discepoli entrano in questa santificazione dell’apostolato come parte vitale.
I cooperatori, entrano anch'essi a collaborare.
Dio benedirà il lavoro per i Discepoli.
Chi sono i Discepoli?
La loro posizione nella Pia Società San Paolo non è quella dei semplici coadiutori per esempio fra i Gesuiti o i Cappuccini; neppure è quella dei Fratelli delle Scuole Cristiane. Tra di noi hanno una via di mezzo. I Discepoli condividono il medesimo apostolato e la medesima maniera di attendere alla propria perfezione; godono dei medesimi diritti e privilegi, essenziali; conducono la medesima vita religiosa.
I Discepoli in alcune materie precedono; in altre affiancano, in altre seguono.
Essi sono Discepoli; quindi in continua formazione e cammino secondo le ascensioni spirituali di spirito e di apostolato dei Sacerdoti. Si sostengano in tale cammino; diversamente il loro regresso è immediato e fatale; si sostengano e nel cammino ne avremo vicendevole vantaggio.
Essi sono discepoli, associati cioè in una e medesima missione. In intima unione di spirito e di intendimenti devono restare con i sacerdoti che fanno la redazione, giacché è unico l'apostolato.
Essi sono Discepoli; abbiano la direzione spirituale che consiste in una istruzione appropriata, graduale, continua, in una guida morale, affettuosa e forte, in un complesso di pratiche devote, appropriate, come sempre si è inteso.
Essi precedono nello spirito di preghiera umile, vigile, riparativo, preventivo.
Essi precedono nella regolare osservanza e nell'apostolato tecnico. Essi divengano i maestri nel lavoro tecnico e siano in questo pars maior, il nerbo; ma in affettuosa e intelligente cooperazione.
Precedono pure in certe forme di propaganda. Il Discepolo ha delle attitudini, energie, mentalità proprie: conviene studiarle, guidarle, elevarle. Ad essi il debito onore; ma al loro posto; poiché molte cose né competono, né convengono.
La cura per la vocazione dei Discepoli è più difficile su alcuni punti che quella degli aspiranti al
sacerdozio. Il Discepolo ha bisogno di una pietà fatta di pratiche che colpiscano anche la fantasia, l'occhio, l'udito i sensi in generale.
Il Discepolo ha bisogno di sentire il cuore del Direttore Spirituale, che sempre semini la gioia soprannaturale, la virtù della speranza, l'umiltà schietta, la generosità nel divino servizio.
Il Discepolo non metta amore a giuochi rumorosi e troppo assorbenti.
La sua osservanza sia molto regolare, l’attaccamento all’orario sia costante, l'affezione al loro ufficio d’apostolato sia viva. Poiché in questo avranno consolazione, sollievo e merito.
La loro istruzione catechistica sia su le cose comuni, ma precisa ed approfondita; così l'istruzione sulla vita religiosa, i voti, la osservanza.
L'assistenza come l'ammaestramento tecnico venga fatta dai professi anziani ai professi giovani; dai professi giovani ai novizi ed aspiranti. Quella dei Sacerdoti è piuttosto direzione morale in senso largo verso di loro.
Nelle case ove il gruppo Discepoli abbia raggiunto un certo numero, i professi formano tra di loro un consiglio a cui sempre presiede ed assiste il Maestro-Sacerdote, e le cui trattazioni sono da lui proposte, ma esse si rivolgano su la parte disciplinare, culturale, spirituale dei discepoli; sul loro apostolato, su la ricerca e formazione dei Discepoli. Vengono i loro desiderata sottoposti al Superiore della Casa ove si trovano.