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Giacomo Alberione, SSP San Paolo - Bollettino SSP IntraText CT - Lettura del testo |
I. - Necessità della preghiera.
La preghiera per l'uomo, il cristiano, il religioso, il Sacerdote è il primo e massimo dovere.
Nessun contributo maggiore possiamo dare alla Congregazione della preghiera; nessuna opera più utile per noi della preghiera; nessun lavoro più proficuo per la Chiesa in un sacerdote della preghiera.
L'orazione perciò prima di tutto, soprattutto, vita di tutto.
Può venire la tentazione: ho molto, troppo
lavoro: ma il primo lavoro per te, il
massimo mandato per un Sacerdote, il
principale
apporto alla Congregazione è la preghiera.
Con illusione qualcuno forse cercherà scusare la mancanza di orazione dicendo che è molto occupato.
Ma è proprio questa la vera ragione? Oppure si trova soverchio il lavoro perché non precede la preghiera, per la quale facilmente si sbrigherebbero le altre occupazioni?
Occupazioni? Ma la Chiesa, la Congregazione, l'anima nostra ci chiedono la preghiera, poi il rimanente in quanto possibile.
Occupazioni? Sì, ma non urgono in generale le altre, se non dopo questa.
Occupazioni? Prima Dio, poi gli uomini.
Occupazioni? Ma la vita delle altre opere è la grazia, perciò senza la preghiera faremmo opere morte.
Maledictum studium, apostolatum ecc. propter quod relinquitur oratio.
Dà sempre grande contributo, ed è in vera attività, chi alla Congregazione ed alla Chiesa dà la preghiera.
Il lavoro senza l'adorazione, per il Sacerdote, si riduce al cimbalum tinniens, cioè cose che forse impressionano all'esterno, ma non hanno vita né merito. Il nostro ministero è di sua natura soprannaturale come base e come sostanza e costituzione.
Non ha diritto di comandare chi prima non ossequia Dio; non può consigliare o predicare chi non riceve la luce da Dio; non educa in quanto sta a lui alla vita soprannaturale chi non la vive veramente.
«Io temo che mi faccia morire il malato, se prima della operazione chirurgica non senti la S. Messa», diceva il santo Cottolengo al Dott. Granetti, medico della «Piccola Casa».
Per ogni opera assicuriamo un bel contributo di preghiera; la preghiera è onnipotente: «Qualunque cosa domanderete ve la darà».
Il primo Cooperatore, il primo Benefattore, il primo Amico e Protettore da assicurarsi è sempre Dio, principio di ogni bene: «Nisi Dominus edificaverit... custodierit... qui incrementum dat Deus». La Sacra Scrittura indica il Buon Sacerdote con il segno: «Ecce qui multum orat...». II Divin Maestro «factus
est nostra oratio...». È indicato S. Paolo ad Anania da questo segno: «Ecce enim orat».
Nella vita sacerdotale chi fa il bene maggiore e più vitale e stabile è anche chi fa più preghiera schietta come l'insegna Gesù, nel Discorso della Montagna.