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Giacomo Alberione, SSP San Paolo - Bollettino SSP IntraText CT - Lettura del testo |
IV. - Perseveranza nella preghiera.
Le condizioni della preghiera sono tre: umiltà, fede, perseveranza. Ma una è veramente condizione e due sono piuttosto manifestazioni: la perseveranza con cui stanno umiltà e fede.
Occorre pregare, pregare, pregare. Se la preghiera è ottima tanto meglio, ma intanto sebbene incontriamo distrazioni, vi sia, sostanzialmente. E chi persevera ottiene, come l'amico che ricorse a notte avanzata all'amico per il pane.
Perseverare poi significa: ogni giorno le pratiche quotidiane, tra le quali l'esame metodico, fedele, fervoroso e la visita; ogni settimana le settimanali, soprattutto la confessione; ogni mese le mensili; ogni anno le annuali; e durante ogni tempo: giaculatorie e giaculatorie devote!
Tenere fedeltà anche alle pratiche richieste dalle Associazioni cui si è dato il nome.
Chi prega si salva sebbene la sua preghiera non sia perfetta, purché in nome di Gesù Cristo venga fatta. Chi prega ogni giorno otterrà la grazia di pregare meglio, chi prega attesta di riconoscere il bisogno di Dio e la fiducia di ottenere: finché santamente ci ostiniamo a chiedere dimostriamo d’aver fede, speranza, carità: e prima di alzarci dalla
preghiera avremo già la benedizione divina. In altre parole: occorre esista sempre e davvero ogni giorno della vita, per tutti, la preghiera, come sempre si prende il cibo, come sempre si respira. Io ed i Maestri delle Case ne abbiamo davvero una grave responsabilità.