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Giacomo Alberione, SSP San Paolo - Bollettino SSP IntraText CT - Lettura del testo |
I gravi danni delle letture cattive
Nell'udienza settimanale di mercoledì 7 Agosto, il Santo Padre agli sposi novelli e ai numerosi fedeli presenti rivolgeva con animo trepido la sua parola di ammonimento sui danni delle letture cattive, esordendo così:
«Quando, sotto il sole radioso di agosto, un fanciullo lascia temporaneamente la famiglia per recarsi in una colonia estiva montana o marina, suo padre stimerebbe superfluo di dirgli: Caro figliolo, non portare un serpente nella tua valigetta, e se ne vedi uno nelle tue passeggiate, guardati dal raccoglierlo a piene mani per esaminarlo.
«E nondimeno l'amore paterno ci detta un consilio di questo genere per voi. Nell'udienza di mercoledì passato Noi esponemmo brevemente l'utilità delle buone letture; oggi vorremmo ricordarvi il pericolo delle cattive; pericolo contro il quale la Chiesa non ha mai cessato di elevare la voce, ma di cui, nonostante questi salutari avvertimenti, non pochi cristiani disconoscono e contestano la gravità.
Simili a veleni
«Voi dovete dunque persuadervi che vi sono dei libri cattivi e cattivi per tutti a somiglianza di quei veleni contro i quali nessuno può dirsi immune. Come in ogni uomo la carne è soggetta alla debolezze e lo spirito è pronto alla ribellioni, così per ciascuno tali letture costituiscono un pericolo».
Ecco perché la Chiesa attraverso i secoli, ha stabilito un Indice di libri proibiti, per immunizzare i figli suoi contro tali veleni, così come anche la società civile impedisce con sagge norme legislative l'azione deleteria delle sostanze tossiche nell'economia domestica e industriale.
L'estensione del male
«Se Noi vi ricordiamo questo grave dovere è a causa dell'estensione del male, facilitata attualmente dall'ampiezza sempre crescente della produzione libraria, come pure dalla libertà che molti si attribuiscono di leggere tutto. Ora non vi può essere una libertà di leggere tutto, come non vi è la libertà di mangiare e bere tutto ciò che si ha sottomano, fosse anche la cocaia o l'acido prussico».
E qui rivolgendosi in modo particolare agli sposi novelli, il cui spirito si compiace maggiormente di narrazioni romantiche, Sua Santità continuava:
« Non sono più una bambina – dice quella giovane donna – e conosco la vita; ho dunque il desiderio di conoscerla ancora meglio». Ma non si accorge, la poverina, che il suo linguaggio è quello di Eva dinnanzi al frutto proibito; e crede ella forse che per conoscere, amare, utilizzare la vita sia necessario scrutarne tutti gli abusi e le deformazioni?
«Non sono più un bambino – dice parimenti quel giovane uomo – e alla mia età le descrizioni sensuali e le scene voluttuose non fanno più nulla». Ne è egli ben sicuro? Se fosse vero, ciò sarebbe l'indizio di una perversione incosciente, frutto di cattive letture già fatte.
Troppo tardi
«Ma non crediate, giovani uomini e giovani donne, che vi lasciate talvolta trascinare a leggere forse
in segreto libri sospetti, non crediate che il loro veleno sia senza effetto su di voi; temete piuttosto che questo effetto per non essere immediato, sia più malefico...
Il pericolo delle cattive letture è anzi, sotto alcuni aspetti, più funesto di quello delle cattive compagnie, perché sa rendessi più proditoriamente famigliare. Quante fanciulle e giovani donne sole nelle loro camere, col libro in voga, si lasciano dire da esso crudelmente cose che non permetterebbero ad altri di mormorare alla loro presenza, o si lasciano descrivere scene di cui non vorrebbero per nessuna cosa al mondo essere le attrici e le vittime. Ahimè! Esse si preparano così a divenire tali domani! Altri, cristiani o cristiane, che dalla loro infanzia hanno camminato per la retta via, gemono poi per l'improvviso accrescersi di tentazioni che le opprimono e davanti alle quali si sentono sempre più deboli. Forse, se interrogassero la loro coscienza, dovrebbero riconoscere che hanno letto un romanzo sensuale, sfogliato una rivista immorale, fissato lo sguardo su illustrazioni sconvenienti! Povere anime! Possono esse lealmente e logicamente lamentarsi che un flutto di fango minacci di sommergerle mentre esse stesse hanno aperto le dighe di un oceano avvelenato?
L'anima dei figli
Ricordando inoltre agli sposi il loro desiderio della prole, il Santo Padre insisteva:
«Pensate che l'anima dei vostri figli sarà il riflesso della vostra. Certamente voi siete ben risoluti di educarli cristianamente e di instillare loro con buoni principi ottimi propositi; ma sarà sempre sufficiente? Ahimè, talvolta accade che dei genitori cristiani, i quali hanno usato molte cautele per l'educazione di un figlio o di una figlia e li hanno tenuti lontano dai piaceri pericolosi, li vedano ad un tratto verso l’età dei diciotto o dei venti anni, divenire vittime di miserevoli e persino scandalose cadute. Il buon grano che essi avevano seminato è rimasto qui rovinato dalla zizzania. Chi è stato l'inimicus homo che ha fatto un tanto male? Nello stesso focolare domestico, in questo piccolo paradiso del tentatore, l'astuzia si è furtivamente introdotta e vi ha trovato già colto per offrirlo a quelle mani innocenti, il frutto corrompitore. Un libro trascuratamente lasciato sulla scrivania del padre, che ha minato nel figlio la fede del battesimo, il romanzo dimenticato sul sofà o sul caminetto della madre, che ha offuscato nella figlia la purezza della Prima Comunione. Purtroppo il male che si scopre con sgomento è tanto più difficile a guarire, quanto più tenace è la macchia inflitta al candore di un'anima vergine».
Accennato poi alla stampa cattiva e menzoniera che sparge la calunnia e semina la discordia tra i fratelli, e alle terribili responsabilità, di cui essa si carica davanti a Dio, il Papa diceva fra l'altro:
«Che nella fretta dell'assillante lavoro quotidiano ad uno scrittore sfugga un errore, che egli accetti una informazione mal riscontrata, che egli esprima un apprezzamento ingiusto, può apparire ed essere non di rado più leggerezza, che colpa. Egli dovrebbe tuttavia pensare che simili leggerezze o inavvertenze possono essere sufficienti, specialmente in epoche di acuta tensione, a suscitare gravi ripercussioni. Volesse Iddio che la storia non registrasse alcuna guerra provocata da una menzogna abilmente diffusa!»