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Giacomo Alberione, SSP San Paolo - Bollettino SSP IntraText CT - Lettura del testo |
La Società S. Paolo
IN GIAPPONE
La Casa di Tokio [Tokyo] della Pia Società San Paolo è stata iniziata il 10 dic. 1934 coll'arrivo dei primi due Paolini che il 14 aprile 1936, dietro ordine dell'Arcivescovo di Tokio Mons. Chambon, aprivano un posto di missione nel sobborgo di Oji, con 30 fedeli e 220 mila infedeli. Per otto anni l’attività dei Padri dovette essere quasi esclusivamente missionario-parrocchiale; sebbene fino alla fine in casa d'affitto, le varie opere di zelo comuni ai posti di missione giapponesi furono relativamente fiorenti: Scuola Materna, scuola domenicale, Dopo-scuola, Boys Scouts, le quattro organizzazioni dell'azione Cattolica. Qualche centinaio di battesimi furono conferiti e la comunità cristiana raggiunse i 300 membri. Ma tutte queste opere furono distrutte dalla guerra, in seguito a disposizioni generali dapprima, e a provvedimenti particolari di polizia poi, che culminarono coll'arresto del Parroco e la soppressione della Missione, in quanto Parrocchia nel quartiere di Oji, avvenuta il 24 agosto 1944.
Intanto fin dal 1937 la Casa Religiosa era stata eretta giuridicamente con decreto dell’Arcivescovo Mons. Chambon, dietro parere favorevole della Congregazione di Propaganda, ed i membri a poco a poco erano saliti a sei professi perpetui, cinque Sacerdoti e un Discepolo, così da costituire una Domus formata; fin dai primi mesi del 1936 si erano trovate alcune vocazioni indigene di studenti; e dal 1937 era stato possibile impiantare una minuscola tipografia, che permise la stampa di un bollettino parrocchiale e delle prime tre edizioni che furono libri di lettura per ragazzi. Questo primo tentativo di edizioni ebbe però esito poco felice, perché le 1000 copie d'ogni volume non furono diffuse se non in due o tre anni.
La legislazione di guerra che il Giappone stava creando, costrinse nel 1941 tutte le opere di stampa cattolica a fondersi o meglio a ridursi ad una sola, l'Opera Diocesana Buona Stampa di Tokio (Catholic Press Center), antica e benemerita opera, fondata dai Padri delle Missioni Estere di Parigi. Anche la nostra piccola Casa editrice venne assorbita, ed uno dei Padri nostri vi fu chiamato a compiervi funzioni di impiegato. Durante tutto il periodo della guerra, fu soltanto sotto il nome di dirigenti giapponesi che la nostra società potrà lavorare in proprio, ma a vero dire, la mole del lavoro non fu indifferente: circa 25
edizioni di vario formato, ivi compresa l'edizione in 10.000 esemplari del Nuovo Testamento; inoltre l’impianto di una tipografia più grande e l’affitto d’una sede più conveniente, in centro della città, per la comunità.
Tutto venne distrutto dal bombardamento del 25 maggio 1945, che disperse la comunità ai quattro venti fino alla fine della guerra, 15 agosto.
Trovato però appena un punto d'appoggio, il 1 settembre veniva ripresa l'attività editoriale. Il 30 novembre poi, alla Conferenza Nazionale degli Ordinari, il Catholic Press Center veniva ufficialmente affidato alla Pia Società San Paolo coll’incarico di far risorgere a sue spese il giornale cattolico nazionale, settimanale, e l'antichissima rivista mensile Vox Catholica, che vedevano la luce rispettivamente il febbraio e l’aprile del 1946 ed hanno ora sorpassato le tirature anteguerra.
In data 3 marzo 1946 la Società San Paolo otteneva la personalità giuridica secondo la legge civile, come Ente religioso, esente da ogni genere di tasse.
Il 1 aprile s. a. veniva iniziato il primo Noviziato con tre Novizi Chierici di buone speranze.
Nel giugno, finalmente era possibile vedere costruita la prima baracca in legno provvisoria, che costituiva la prima proprietà immobiliare della Casa in Giappone; seguita nel novembre da una seconda, alquanto più solida, e nel gennaio di quest’anno da una terza come sede della Tipografia, che sta avviandosi.
Materialmente perciò, non si può ancora considerare come fondata la Casa del Giappone: non possiede ancora alcun terreno e le costruzioní sono provvisorie sotto tutti i punti di vista, sebbene sotto certe garanzie che permettono di lavorare temporaneamente.
Giuridicamente invece tutto è stabilito regolarmente, sia dal punto di vista del diritto canonico che della legge civile.
Moralmente, pur nel suo piccolo, la Casa è stimata nell'ambiente cattolico per il lavoro di edizione compiuto finora, che è in fondo il maggiore compiuto in Giappone durante e dopo la guerra; sebbene si tratti d'una goccia d'acqua in un deserto.Vi sono perciò fondate speranze d'aver alquante vocazioni indigene: non molte, perchè i 110.000 cattolici devono fornirle a 11 diocesi e a una decina di Istituti Religiosi. Si sta organizzando, con buone speranze, la cooperazione del Clero e dei Laici specialmente per il lavoro redazionale, che è oggi il massimo dei problemi per una stampa cattolica in Giappone, tanto che occorre servirsi persino di traduttori non-cattolici. La diffusione pare non debba essere più molto difficile; viceversa è quanto mai precario il rifornimento della carta.
In questo momento la situazione generale del paese esige chiaramente l’organizzazione d'un grande lavoro di propaganda delle idee sane, costruttive, orientatrici proprie del cattolicesimo, circa tutti i problemi della vita nazionale, religiosa, filosofica, sociologica, economica, ecc. È un fatto deplorevolissimo che il Giappone, pur avendo tradotto a milioni le opere occidentali, abbia, si direbbe, voluto escludere quelle cattoliche.
Il lavoro è stato concepito in due tempi: primo, la presentazione del pensiero cattolico attraverso la traduzione delle opere più importanti e rappresentative dei vari paesi occidentali; secondo, la formazione di scrittori e scrittrici cattolici, che parlino al loro popolo attraverso opere originali. Lavoro colossale, che però i cattolici giapponesi si attendono sia compiuto specialmente dalla nostra Casa; lavoro che potrà avere una influenza forse decisiva nella conversione di quel popolo.