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Giacomo Alberione, SSP San Paolo - Bollettino SSP IntraText CT - Lettura del testo |
[Comunicazioni e consigli]
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Albano, 1 Maggio 1947
Miei cari Fratelli,
sto terminando i miei Esercizi Spirituali, in cui ho cercato di considerarmi come al giudizio di Dio per rendergli conto della missione che mi ha assegnata su la terra:
per la sua gloria;
per servizio della Chiesa;
per le Famiglie Paoline;
per le anime, cui dobbiamo dare gesù cristo, Via, Verità e Vita. “Iudicium durissimum his qui praesunt, fiet”.
Ho adorato Dio-Carità, che sempre offre agli uomini nuovi mezzi di salute, secondo i bisogni dei tempi.
Ho benedetto il Padre, per Gesù Cristo suo figliuolo per le infinite sue misericordie, nonostante le nostre innumerevoli ingratitudini e lo sciupio di tante grazie.
Ho offerto “ego indignus famulus pro innumerabilibus peccatis, offensionibus et negligentiis meis” l'Ostia divina; “corpus quod tradetur; sanguis qui effundetur in remissionem peccatorum”: di tutti, specie dei miei, dei vostri.
Nella Transustanziazione davvero si immola, si versa: il Sacerdote solleva il capo fiduciosamente guardando il cielo placato; e le sue domande sono in quel momento onnipotenti in Cristo. Le preghiere fatte tra la Transustanziazione e il Pater sono ascoltate: “Preces, supplicationesque... cum clamore valido et lacrimis offerens, exauditus est pro sua reverentia”. È una preghiera potente, sono lacrime di sangue: in quel momcnto, quando il prete prega in Gesù e Gesù esprime al Padre i desideri del suo Sacerdote.
Ho chiesto, oltre le grazie per me e per ciascuno di voi, ciò che più mi parve utile.
Considerando le particolari necessità attuali:
1) La costruzione della Chiesa Regina Apostolorum: stendo la mano a chiedere per la nostra Madre.
2) Le vocazioni. Ora sono parecchi i vocazionari; un buon reclutamento, una buona scelta, una buona formazione.
3) Portare le nostre piccole case, appena iniziate, a quel numero di membri ed attività di opere che assicurino una buona vita religiosa e paolina.
4) Avviare la redazione sempre meglio e coordinarla così da aver unità e frutti copiosi.
5) Stabilire quella carità che unisce i pensieri, le forze e gli animi.
6) Assicurare che ognuno guadagni il massimo dei meriti, dia al Signore la massima gloria e corrisponda ai fini per cui la Chiesa ci ha approvati.
7) La vita spirituale, intellettuale, religiosa e apostolica si ispirino a Gesù Maestro Via, Verità e Vita.
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Stiamo attraversando un'ora decisiva per la Chiesa e per l’umanità. Il fonte e centro di ogni bene è Gesù Cristo; “Gratias Deo super inenarrabili dono eius”, grazie a Dio che nel Figlio ha dato a noi un dono ineffabile: Sic Deus dilexit mundum! Elegit nos in ipso: in lui l'umanità in generale, ed ogni anima in particolare trova la pienezza di beni; Egli si è fatto per noi sapienza, giustizia, redenzione, santificazione (I Cor. 1, 3).
Il mondo antico doveva rivolgersi a Lui; e tutti gli avvenimenti portavano a Lui. Il mondo nuovo deve ricevere da Lui tutto. Le anime, ed anzi le nazioni intere, che da Dio illuminate si sono rivolte a Gesù Cristo hanno provato e provano che solo Gesù Cristo è la via infallibile, la verità che illumina, la vita che salva dalla morte. Oh, quale dono possiamo fare al mondo dando con l'apostolato gesù cristo alle anime e alla società!
I due Istituti la Società S. Paolo e le Figlie di S. Paolo hanno da procedere uniti e coordinati, ciascuno secondo la propria condizione, assai più di quanto vediamo tra Domenicani e Domenicane, Salesiani e Salesiane. Qui si deve tener conto della natura speciale dell'apostolato e della speciale spiritualità.
Le Pie Discepole poi hanno da nutrire la radice ad entrambi, poiché il ceppo comune alimentatore è il Maestro-Eucaristico, Via, Verità e Vita.
Le ragioni di istituti distinti, secondo i loro fini distinti, sono chiare a chi ben considera le cose. Aiutarle è aiutare noi stessi.
Il Superiore nella casa non deve in primo luogo essere l'amministratore od economo; e tanto meno caricarsi di lavori ed uffici dentro o fuori casa: no, sarebbe grave errore. Egli deve governare, come suo principale dovere.
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Vi è un segreto che fa rendere doppiamente fruttuoso e lieto il lavoro dei singoli: avere cura dello spirito di ognuno e seguire con amore il loro apostolato con paterno e fraterno interessamento.
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Aprendo una casa non si apre una libreria, un vocazionario, una tipografia in primo luogo: no! Si stabilisce invece una domus religiosa paolina; con l'osservanza religiosa, povertà, obbedienza, castità. Le opere di apostolato sono il secondo fine. Il Maestro della casa mediti spesso e a fondo i due primi articoli delle Costituzioni. Poi tutte le Costituzioni per viverle e farle vivere. In tale casa così entrerà la pace di Dio e ogni benedizione.
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Il Superiore deve molto progredire in virtù, nel distacco da ogni cosa e da sé per vedere tutto in Dio; affinché possa quibus praeest21 proficere. Tanto sarà amato e seguìto quanto egli ama e segue il suo Superiore Generale; questi riceverà anche meno lettere contro il superiore della casa. Dove vi è amore, comprensione, gioia, si formano un nido di pace e una grande generosità nell'apostolato.
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Il Superiore esercita un ufficio di carità: prendere da Dio per dare ai suoi Figli e Fratelli. Governi quanto più può come governa il Padre Celeste noi tutti: che vuol tutti santi. Entrando in religione si rinuncia in qualche maniera alla cura di noi stessi; ne segue un obbligo nei superiori di pensare, provvedere e ricordarsi assai più dei Figli e Fratelli. Prega per tutti, istruisce tutti, assiste e guida tutti, corregge ed incoraggia tutti; i pesi maggiori sono sopra lui; ma soprattutto ha l'obbligo dell'esempio che è la miglior istruzione e il maggior incoraggiamento.
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Fede lieta! “quasi tristes semper autem gaudentes”. Ricordando le parole di S. Paolo (I Cor. XV, 58): “Itaque fratres mei dilecti, stabiles estote et immobiles; abundantes in opere Domini semper, scientes quod labor vester non est inanis”. L'esempio, la dottrina, il patrocinio del nostro Padre ci sono sempre luce, guida, conforto. Sempre sotto il manto di Maria.
Avremo dopo così dolorosi rivolgimenti un orientamento verso Cristo e la civiltà cristiana? Oppure gli uomini vorranno ancora buttarsi in pericolose avventure di ideologie, di sistemi sociali, di alleanze e atti di forza che hanno portato a così clamoroso e doloroso fallimento?
Abbiamo fede! Noi religiosi non gettiamo col peccato o collo spirito mondano pesi sul piatto del male della bilancia! Ma mettiamo Messe, breviari, osservanza fedele sul piatto del bene.
In questi frangenti gli Istituti religiosi sono, più che in altri tempi, chiamati da Dio a collaborare ai suoi altissimi disegni di misericordia.
Possa la nostra umile Società compiere la parte che le è riservata! Nel mistico corpo di Cristo ogni membro sano e santo contribuisce alla santificazione, al bene, all'attività apostolica dell'intero organismo. Le anime innocenti, i penitenti, gli oranti, i veri religiosi fanno un apporto di sangue buono a tutto il corpo. Non operiamo mai isolatamente, ma nel tutto: come l'occhio, il cuore, il polmone ecc. nel corpo umano. Grande cosa! e piena di responsabilità. Anziché pronosticare con più o meno sicuro fondamento su l'avvenire delle nazioni e della società, in silenzio e attività portiamo il nostro contributo all'edificazione e ricostruzione della società in Cristo. Un'Ave Maria vale assai più che una lunga lettura di giornale, o discussione oziosa. Studi profondi, pietà viva, apostolato buono; e crediamo che le nazioni sono sanabili in Cristo! e che il Padre disporrà gli avvenimenti dei secoli verso di Lui, essendo suo disegno di tutto restaurare in Cristo. Vuole però la nostra cooperazione, secondo l’altissimo ed amorosissimo suo consiglio.
I religiosi che dànno Gesù Cristo al mondo imitano il Padre; entrano nelle intenzioni e operano in Gesù Cristo; con lo Spirito Santo prendono e dànno i beni dal Figlio: “Ille de meo accipiet et dabit vobis”.
Sono i più grandi attori nel formare la civiltà cristiana con tutti i beni temporali ed eterni derivanti. Non si tratta di uno o di un altro dogma impugnato: si tratta invece del tutto: o Cristo o Satana.
Con l'apostolato contribuiamo a formare un ambiente favorevole al Regno di Cristo; del mondo si faccia una sola scuola, la cristiana; come una è la Verità, uno è il Maestro. A noi l'impegno di predicare Gesù Cristo con edizioni sempre più scelte, più pastorali, più diffuse. Una cosa sappiamo con certezza, ed è: che facendo conoscere Gesù Cristo Via, Verità e Vita, serviamo ad una causa viva, universale, transcendente tutte le competizioni umane; a questa causa è riserbato il trionfo finale; e ai fedeli sostenitori un premio grande. Dio è infinitamente fedele alle sue promesse.
aff.mo Sac. Alberione