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Giacomo Alberione, SSP San Paolo - Bollettino SSP IntraText CT - Lettura del testo |
5 AGOSTO - S. MARIA AD NIVES
Giornata delle Vocazioni
1) Ci raccogliamo sotto lo sguardo di Maria, madre delle sante vocazioni, perché Madre del religioso del Padre Celeste e primo eterno sacerdote Gesù Cristo. Ella ha un diritto ed un ufficio speciale sui chiamati, per la sua missione sul capo fisico e sul corpo mistico di Gesù Cristo.
2) Esprimo a nome mio e dell'Istituto e famiglie paoline a Voi tutti riconoscenza profonda per il bene fatto e che tanto intensamente procurate in ogni modo di fare.
3) Uffici dei superiori: pregare per la Casa e per i membri di essa; riparare i peccati in essa commessi; ringraziare il Signore e lodarLo per tutti i beni concessi da Gesù Maestro, la Regina Ap., S. Paolo Ap.
4) Argomento di questa giornata: le vocazioni nostre. Il Divin Maestro ci conceda luce a sempre più penetrarlo; ci ispiri risoluzioni pratiche ed efficaci; accolga le nostre preghiere e ci faccia formatori di belle vocazioni.
A) -a) La vocazione è la volontà di Dio che destina un'anima allo stato religioso o sacerdotale. Predilezione del Signore: «Elegi vos». Noi siamo i ministri delle vocazioni: dalle attitudini e dalle opere le scopriamo, le invitiamo, le formiamo, le addestriamo: su l'esempio del Divin Maestro.
b)
La vocazione è preziosissima gemma, un tesoro nascosto nei cuori per tre
ragioni: dà
immensa ed eterna gloria a Dio; è fonte di grazie e meriti particolari per il fortunato eletto; è il gran dono di Dio alle anime ed al mondo, poiché Dio salva gli uomini per mezzo degli uomini, come salvò il mondo per mezzo di Gesù Cristo fatto uomo.
B) Sono necessarie: per la Chiesa, come è necessario il matrimonio per la conservazione del genere umano dei figli degli uomini; così l'Ordine per dare i padri delle anime che perpetuino ed amplifichino la famiglia dei figli di Dio.
Per il mondo: esse sono la luce dell'umanità; sono il sale purificante della terra, il buon lievito per la massa della pasta; sono i parafulmini che difendono dai castighi il mondo peccatore; sono i consolatori del Cuore Divino; sono i confidenti e consolatori di tutte le afflizioni; sono l'esempio che ogni giorno silenziosamente edifica il corpo di Cristo.
Per l'Istituto: qui sta l'amore ad esso: che è amore a Dio: dargli membri sempre più numerosi e santi: religiosi e sacerdoti sempre più scelti per qualità, sempre più perfetti nella corrispondenza.
Per questo si sono aperti otto vocazionari in Italia; affinché l'Istituto che finora aveva ricevuto il personale da Alba a Roma, ora lo riceva anche da sei altre case e possa mandare dappertutto. L'Italia ha missione speciale nel mondo; ed a ogni nazione si arriva da Roma.
Ovunque si può ottenere, da ogni parte d'Italia; poiché se vi sono differenze di grado, chiediamo la grazia di essere i buoni formatori di tutti i chiamati, sviluppando i germi divini. L'Italiano anche per natura è molto facile ad attirare uomini di ogni nazione. L'esempio di Paolo che tra i montanari della Galazia, i raffinati abitanti delle città Greche, e tra i Romani dominatori del mondo fece discepoli, santi, ministri di Cristo, c'è di esempio. Nel 1946 tra i teologi a Roma avevamo tanti aspiranti al sacerdozio che avevano compito il ginnasio a Roma, quanti ad Alba. La guerra ha sconvolto le cose che però si vanno riorganizzando.
L'Istituto sarà come lo formiamo.
C)
In pratica: a) pregare, poiché le
vocazioni si chiedono e si ottengono con le mortificazioni e le preghiere fatte
a Dio; poi si chiedono ed ottengono dagli uomini. «Cercate le vocazioni in
cielo». Far molto pregare, specialmente le Pie Discepole.
b) operare: con tutti i mezzi a nostra disposizione, principale il nostro apostolato. «Con la stampa e con il cinema si attirano gli apostoli per la stampa e per il cine, per le edizioni in genere». Istituti missionari, seminari, (esempio Milano), congregazioni religiose hanno preparato film allo scopo; come nel 1910-1930 si usavano le diapositive. Seguiamo e santifichiamo i tempi ed i mezzi che il progresso dei tempi fornisce, scegliendo i più celeri ed efficaci.
c) confidare nelle grazie di ufficio che ogni superiore possiede, confidare nei cooperatori, che sono i parroci, i genitori, i maestri; nei nostri religiosi, chierici, sacerdoti.
Mettere tutti in movimento: formando la convinzione che il problema vocazionario è il problema di base e d'avvenire; richiamando l'obbligo di tutti alla soluzione. Chiedono sempre personale: ma i superiori dànno se ricevono dalle case personale formato; mettendosi bene davanti il quadro di tutti i bisogni ed insistenze.
Nessuna casa, tanto meno le librerie come Genova, Torino, od i propagandisti ecc., che hanno più contatti e più facilità di parlare ai parroci, genitori, sono dispensati dal reclutare: ognuno si chieda che cosa già ha fatto. Si confida molto nel lavoro di esse ed essi.
D) Speciali note: l'Istituto forma i suoi aspiranti da l'età giovanile a norma degli articoli 20, 21, 175. Ma non significa da età puerile. Perciò abbiano, in generale, superato l'istruzione elementare bene; almeno, almeno. Non si tenga la quinta elementare, in genere; oggi a differenza del 1915 l'istruzione è molto più sviluppata e generalizzata. Ciò vale anche per i Discepoli, in generale.
Inoltre mirare alle vocazioni tra i 15 ed i 23 anni, tanto per i Discepoli che per gli aspiranti al sacerdozio. Nell'azione cattolica, nel ginnasio superiore, nel liceo, nella teologia, nelle università oggi si sviluppano belle vocazioni, che dànno una percentuale di riuscita assai più alta. In questi ultimi due anni sono entrati diversi; ed altri stanno entrando. Come si è sviluppato ora l'Istituto può già accoglierli e formarli bene.
Preparare un ambiente conveniente: raccoglimento, osservanza religiosa, amore all'Istituto ed all'apostolato.
Amore all'Istituto è amore a Dio, poiché ora abbiamo abbracciato tale vita. E significa: amore alle costruzioni, ai Superiori, alle iniziative, ai fratelli, alle pratiche di pietà, agli studi, all'apostolato, alle case ed alle cose ed ai mezzi di apostolato. Combattere molto la mormorazione; anche con la persuasione che i mormoratori
poi sono ugualmente spietati contro chi li favorisce od almeno li lascia fare.
Leggere le costituzioni; ogni Superiore scelga il tempo adatto; ma lo faccia sicuramente.
Chi vive bene la vita religiosa, facilmente eccita e santifica le vocazioni.
Accompagnare i giovani sempre: subito entrati far loro convergere le aspirazioni verso la vita paolina; e sempre poi aiutarli a viverla più perfettamente. Il ginnasio prepara al noviziato, questo al liceo: nel liceo e teologia si perfeziona l'opera del noviziato, e si prepara l'aspirante alla vita religiosa sacerdotale. Nel ginnasio il giovane è un probando che prova cioè la sua vocazione, praticando già le virtù religiose, non possedendo ancora i voti. Scopriamo attentamente e distinguiamo il cuore religioso dal cuore mondano.
Dopo il noviziato il professo ha buone risoluzioni; ma la vita religiosa si forma secondo si svolge la vita fisica. La cura dei nuovi professi, o Chierici o Discepoli, è di decisiva importanza: il giovane che si è addossato il dolce peso della vita religiosa è facilmente tentato di scuoterlo dalle spalle per amore di libertà malintesa. Lo spirito mondano che si era condannato tende sempre a rientrare.
E quale importanza hanno i primi mesi ed i primi anni di sacerdozio! Se la giornata sacerdotale ha buon inizio, tanto si può attendere. Chi riceve i nuovi Professi ed i nuovi Sacerdoti cartamente farà preghiere speciali per compiere il suo delicatissimo ufficio, gravido di molte conseguenze, con molta larghezza di vedute e molta carità.
Invochiamo il Maestro Divino che conforti e dia frutto al buon lavoro.