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Giacomo Alberione, SSP San Paolo - Bollettino SSP IntraText CT - Lettura del testo |
Pensiamo agli intellettuali
Mi sono determinato a scrivere la presente, considerando in Giappone il programma della nostra radio in via di costruzione; e la scelta delle edizioni e l’indole della rivista dirette dai nostri cari D. Paolo e D. Paganini. Nel loro lavoro hanno evidentemente un filo e uno spirito che li guida, squisitamente paolini: – «Avvicinare la mentalità dei Giapponesi (scintoista, buddista, atea) alla mentalità cristiana».
Sotto questo aspetto là ho visto, ben vivo, lo spirito del nostro Istituto. Ebbi notevoli consolazioni; pur nelle difficoltà e manchevolezze d’inizio e di forze.
Poi, in questi giorni si stanno scegliendo e curando per l’Italia, specie ad opera di Casa Madre, libri dei più rappresentativi in varie materie, per una collana diretta alle classi colte. Così come si è ultimamente avviato «Orizzonti», mirando a prendere un degno posto in riviste similari: le quali essa supera per gli inestimabili pregi della verità e della bontà, oltre che per cultura. Già varie pubblicazioni sono state fatte in questo senso sul tipo di: Il domma cristiano e la sua genesi storica, Il corpo mistico di Gesù Cristo, Sulla via di Roma, Ritorno al Vangelo, e della collana «Catholica»: Solidarietà cattolica, La vita di Gesù Cristo nella sua Chiesa, Trattato del carattere, Il matrimonio cristiano; collana «patristica»: La città di Dio, Confessioni di S. Agostino, La regola pastorale di S. Gregorio M., Direttorio ascetico dello Scaramelli, ecc.
La presentazione richiede che si richiamino alcuni pensieri. Vi sono vari articoli nelle nostre Costituzioni che devono essere richiamati:
Art. 2. «Finis autem specialis Piae Societatis a S. Paulo Apostolo in eo consistit ut sodales,
ad gloriam Dei et salutem animarum, pro viribus operam impendant in catholicae doctrinae evulgationem, maxime apostolatu editionis, id est, libraria, cinematographica et radiophonica arte; aliisve uberioribus et celerioribus mediis seu aetatis inventis quae humanus progressus suppeditat, atque temporum necessitates et conditiones requirunt. Curent proinde Superiores, ut quidquid ex Dei munere progrediens aetas in humanas disciplinas et in ipsas technicae industriae artes invexerit, non ad ruinam hominum relinquatur, sed ad gloriam Dei et animarum salutem, ad catholicam scilicet doctrinam propagandam adhibeatur et reapse inserviat».
Inoltre, l’articolo 251: «Cum ad omnes gentes et ad cuiusque ordinis et conditionis personas apostolatus Societatis extendatur...». È poi sempre da tenersi presente l’art. 257: «Ad finem Societatis plenius assequendum meminerint praepositi, iuxta praeceptum Sancti Pauli patris nostri, verbum Dei non esse alligatum; atque humanum progressum uberiora et efficaciora media semper suppeditare quae non debent inconsiderate respui neque leviter recipi. Ceterum, examen et iudicium de mediorum utilitate et convenientia ad Moderatorem generalem cum Consilio suo pertinent, salvo semper iudicio Apostolicae Sedis».
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Tra i segni dei tempi nuovi ricordo questi due: il bisogno di accostarsi alla Sacra Scrittura: le anime non hanno più fiducia nella parola ingannevole, in troppi casi, dell’uomo; sentono bisogno della parola di Dio. Inoltre: oggi si fa sempre più strada l’idea che la Teologia deve uscire dalle aule scolastiche e dottorali per andare tra i laici, e riprendere quella forza conquistatrice che intimamente possiede.
Per motivi inesplicabili a chi è storico superficiale, dopo tanti secoli di cristianesimo, si constata che la società in gran parte ignora le idee cristiane ed il più dei principi evangelici. Allo storico che invece sa fare un’accurata analisi dei grandi fatti, appare chiaro che le cause stanno nella trascuranza dell’stituzione religiosa da una parte, e dall’altra nella positiva e strapotente diffusione di errori per mezzo della stampa, delle conferenze, della radio, della scuola, ecc.
È necessario destare il desiderio di istruirsi; ed impegnare tutti i mezzi odierni più efficaci e più celeri per illuminare la società, facendole conoscere la dottrina di Gesù Cristo e della Chiesa.
«Cercare la soluzione dei problemi dottrinali e pratici, vecchi e nuovi alla luce del Vangelo, e diffonderne la conoscenza quanto più largamente e profondamente è possibile; contribuire alla formazione della cultura moderna, ridonandole o formandone il carattere cristiano»: questo è compito della Società S. Paolo. Dalla massa dei laureati e persone colte discende nelle masse popolari il complesso di cognizioni e di vita pratica. All’una ed all’altra massa dobbiamo rivolgerci al duplice intento: di colpire l’errore ed il vizio; e portare la verità, la virtù, il culto cristiano nel mondo.
Un’aberrazione, opera di Satana, vorrebbe far credere le verità, le virtù, il culto della Chiesa o come cose superate; o quanto mai fatte per le donnicciuole e per i conventi. La verità è ben diversa. Le grandi idee, le nobili virtù, i sacramenti meglio si adattano alle grandi intelligenze dell’uomo, specialmente se istruito anche nelle scienze civili. Oggi, più che nei tempi passati, vi sono necessità da una parte, e facilitazioni dall’altra. Se si trascurasse un tale lavoro, avremmo un abisso tra scienza e fede; mentre la prima sta a base della seconda.
La massa più scristianizzata oggi è la cosidetta massa colta; ed è essa che esercita il maggior influsso nel mondo; purtroppo, spesso, oggi, influsso rovinoso. La profonda crisi della cultura odierna sta in questo: gli uomini sono spinti verso conquiste sempre più vaste nel mondo delle cose sensibili, il che è gran bene. Ma d’altra parte, a questo progresso materiale non sempre si accompagna quel «supplemento d’anima» che, secondo il Bergson, si richiede per nobilitare le tendenze umane e conservare l’armonia naturale delle proporzioni nell’uomo. Di conseguenza la cultura resta abbassata e soffocata da egoismi e da interessi materiali. L’incontro degli spiriti, delle anime, dei popoli suppone una convergenza verso verità e morale oggettivi. La cultura invece oggi si fraziona per il soggettivismo che l’accompagna. Quindi una ricerca disperata di un fine impreciso, mai raggiunto; che non appaga la mente né il cuore e non unisce i popoli; né rende sicuro il cammino verso l’eternità.
Solo in Cristo e nella Chiesa vi sono la via, la verità e la vita per l’individuo e la società: per il tempo e l’eternità. Solo nella Chiesa e nel Cristo si uniscono i popoli perché trovano l’unica verità, l’unica morale, l’unico culto. L’unità delle menti, delle volontà e dei cuori frutterà la convivenza pacifica e progressiva nell’elevazione degli uomini.
Il giudizio finale è l’epilogo della storia sociale; come il giudizio particolare è l’epilogo della vita individuale.
Uniti gli uomini in Dio Padre sulla terra: per essere uniti in Cielo, nel possesso eterno e felice nel Sommo Bene, eterna felicità.
Vi è obbligo di cooperare a questa unità con la diffusione della dottrina, della morale, del culto cattolico.
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L’incontro della Chiesa e della civiltà è l’incontro del regno di Dio con il mondo. Il bene comune della Chiesa è la vita eterna; il bene comune della civiltà è la retta vita terrena di un popolo o di un raggruppamento di popoli.
Il bene comune della Chiesa si ottiene con la fede, la moralità, l’uso dei mezzi di grazia. Il bene comune della società si raggiunge con le verità e le virtù naturali. Si noti, però, che tra l’ordine soprannaturale e l’ordine naturale non v’è alcuna rottura o contraddizione; anzi vi è la massima ed intima coesione ed armonia.
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Nella storia moderna dei popoli troviamo diverse forme di civiltà. Uscendo un poco dalla ristretta cerchia quotidiana, sfogliando l’atlante generale, o sorvolando le terre sull’aereo, vediamo innanzi a noi le parti del mondo che la civiltà cristiano-cattolica deve ancora conquistare. È necessaria una esatta e profonda conoscenza della psicologia propria di ogni civiltà per arrivare a dare il Cristo a tutti.
Vivere la nostra vita cristiana e religiosa è gran mezzo per esercitare un benefico influsso nella società. Ma questo per l’apostolato paolino non basta. Occorre lavorare assiduamente per far penetrare il lievito inestimabile del cristianesimo nella vita sociale e nella vita culturale. Oggi non è lecito stare sulle difensive; occorre passare all’attacco con umile audacia. La verità, la virtù, il culto cristiano hanno un’ulteriore apologia e ragione di essere. Essi, poi, sono penetrati da una forza soprannaturale, per cui il Paolino sempre può parlare con fiducia e sicurezza.
Il Paolino, stando nell’altezza della sua missione, diviene il missionario universale, su l’esempio del suo maestro, esemplare e protettore S. Paolo.
Fare cristiani il pensiero, il cuore, la vita: ovunque. Preparare il terreno perché sia buono ed ottimo; quindi seminare a piene mani: semen
est verbum Dei; e vigilare perché nelle tenebre l’uomo nemico non getti la zizzania.
In quest’opera camminiamo con i tempi; onde siamo attuali con gli uomini attuali. E tali si è quando si sta nella nave di Pietro: Navicula autem erat Petri. Il Papa in ogni tempo sta a capo del popolo e dei Pastori. Stare sempre con Lui significa vivere sempre aggiornati. Non pericolose avventure intellettuali! Il fervore è progresso; il progresso è carità; quando tutto mira alla gloria di Dio ed alla salute delle anime.
Le Costituzioni segnano la via giusta (art. 221-235). Tra essi specialmente considerare gli articoli 222 e 226; interpretandoli con intelligente zelo e spirito paolino.
Sac. Alberione