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Giacomo Alberione, SSP
San Paolo - Bollettino SSP

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IN MEMORIAM

          Il giorno 8 febbraio 1951, alle ore 15,50 si spegneva serenamente a Roma, assistito amorosamente da Superiori e Confratelli il

          Ch. PIETRO ANGELO M. BATTAGLIA

          alunno del secondo corso teologico, all’età di soli 24 anni.

          Era nato a Guarene il 25 novembre del 1926 e il 28 giugno 1939 era entrato nella Casa di Alba. Trascorse senza difficoltà i primi anni del ginnasio, e il 12 settembre del 1943 compì con gioia il primo passo verso l’Altare vestendo l’abito religioso. Nell’anno di quinta fu colpito da una grande forma di artritismo che lo obbligò a sospedere per un anno gli studi. L’amore per la vocazione non venne meno nella prova ma si arricchì dell’offerta dei suoi dolori al Signore. Il 3 ottobre del 1944 entrò in Noviziato nella Casa Madre e finalmente il 4 ottobre dell’anno seguente compì l’offerta totale di se stesso al Signore con la Professione Religiosa chiedendo per sé soltanto la «gioia del sacrificio». E salì sereno e sorridente il suo doloroso calvario negli anni del Liceo ed in modo particolare nell’anno di tirocinio trascorso nella casa di Catania dove si poterono ammirare le sue belle doti di intelligenza e di cuore e la sua preparazione al difficile compito dell’educazione dei piccoli.

          Roma lo accolse per gli anni di teologia e fu

 

         


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l’ultima tappa della sua ascesa. Qui il male si veniva ogni giorno aggravando: l’artritismo aveva lasciato come triste eredità una grave forma di endocardite. Pienamente consapevole della precarietà della sua vita, ha tuttavia continuato fino all’ultimo a compiere con fedeltà i suoi doveri. Nel pomeriggio dell’8 febbraio un collasso cardiaco lo toglieva dall’amore immenso della sua mamma, dei suoi cari e di tutti i Confratelli.

          Il Signore lo trovò preparato: si era confessato, com’era suo solito, al mattino delle stesso giorno e si spense serenamente accettando col sorriso anche l’ultima grande prova d’amore che il Signore gli chiedeva. Disteso sul letto di morte, ha colpito tutti quelli che l’hanno vegliato commossi per la composta serenità del suo volto: i lineamenti distesi intonati ad un lieve sorriso mentre il candore cereo della morte aveva soffuso il volto di una pace soavissima.

          Per due giorni i Confratelli, Sacerdoti, Chierici e Discepoli, in modo speciale i suoi compagni di scuola, e i giovani dei vari reparti hanno pregato e vegliato continuamente sulla sua salma.

          Al mattino del 10 febbraio si svolsero i funerali solenni a Roma. Il Superiore tratteggiò con brevi e commosse parole la figura del caro estinto e poi, abbiamo dato l’ultimo saluto alle sue spoglie mortali, che per desiderio della mamma sono state trasportate ad Alba. La sua morte

 


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ha lasciato nel cuore di tutti coloro che lo hanno conosciuto un profondo rimpianto unito alla speranza che il Signore abbia coronato la sua bella vita con il premio dei giusti.

          UN RICORDO ED UN ESEMPIO: Il ricordo del suo profondo spirito di sacrificio, che si manifestava nell’adempimento fedele, costante, ordinato del suo dovere quotidiano, nella precisione con cui adempiva ai suoi obblighi, nello spirito di responsabilità per cui a volte compiva sforzi superiori alle sue stesse possibilità fisiche; l’esempio di un’accettazione calma, sorridente, silenziosa di ogni cosa che l’obbedienza richiedeva da lui. Amava l’Apostolato nostro con amore generoso e fattivo e tutti ricordano la sua laboriosità velata di silenzio, ma resa efficace e meritoria dal sacrificio continuo che esso richiedeva.

          La sua vita fu veramente l’adempimento amoroso del «Sì, Padre», del della sua Professione e Consacrazione completa al Signore, e il «Padre che vede nel segreto», avrà reso al servo fedele il premio dei giusti.

          UN INVITO: Estote parati: Nel breve giro di un’ora la sua vita si è spenta. Il Signore ci può chiamare a qualsiasi ora del giorno. «Beati servi illi quos, cum venerit Dominus invenerit vigilantes: amen dico vobis quod praecinget se et faciet illos discumbere et transiens ministrabit illis. Et si venerit in secunda vigilia et si in tertia vigilia venerit et ita invenerit, beati sunt servi illi» (Lc. 12, 37-38).

          Tutti i confratelli Sacerdoti e professi ricordino di suffragare la sua anima secondo prescrivono le Costituzioni (art. 269) e secondo suggerisce loro la pietà cristiana.

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