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Giacomo Alberione, SSP
San Paolo - Bollettino SSP

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Una mortificazione obbligatoria per tutti


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          Carissimi,

          «Si quis vult post me venire, abneget semetipsum» (Lc. 9, 23).

          «Qui sunt Christi, carnem suam crucifixerunt cum vitiis et concupiscentiis» (Gal. 5, 24).

          «Tantum proficies, quantum tibi ipsi vim intuleris» (Imit. 1, I, cap. XXV). Questo vale per la santità e per l'apostolato.

          «Frena gulam, et omnem aliam carnis inclinationem facilius frenabis» (Imit.).

* * *

          Già ho scritto ai cari Superiori in ordine al fumare, anche assecondando la Lettera Circolare della Sacra Congregazione, del 10 gennaio 1951, qui sotto riportata.

          Già ho ricevuto, in buon numero, risposte non solo di consenso, ma di vivo ringraziamento.

          Diversi Superiori, più della metà, da tempo, avevano invocato una simile disposizione.

          Ora mi rivolgo a tutti, sapendo ch'è in voi vivo lo spirito religioso e il desiderio della perfezione. L'amor di Dio può solo accendersi in colui

 

         


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che rinnega i desideri del senso e sa dominare le sue passioni. D'altra parte: utilizziamo al massimo la vita per il bel Paradiso che ci attende; per la maggior gloria a Dio, per l'apostolato più efficace e consolante.

          Spandere ovunque il «bonus odor Christi»; non di tabacco.

* * *

          Fin dall'inizio dell'Istituto, è sempre stata mia intenzione che non si introducesse l'uso di fumare.

          E voi tutti conoscete come ripetutamente e molto fortemente, in diverse occasioni, a voce e per scritto, abbia esplicitamente proibito questo uso, che non ritengo affatto utile alla salute fisica, e tanto meno conveniente allo spirito religioso. Anzi, nella nostra Congregazione in particolare, considerate pure le necessarie e frequenti relazioni che, per ragioni di apostolato, dobbiamo avere con gli esterni, ritengo che l'uso di fumare sia molto dannoso, sotto ogni aspetto.

          Se da qualche tempo, pubblicamente almeno, non ho insistito come prima nel condannare l'uso di fumare, ciò è dovuto ad una circostanza particolare, che ora però mi ha maggiormente confermato nella volontà decisa di una proibizione totale, assoluta; ed indistintamente per tutti i Membri della Congregazione.

          Prego ora leggere attentamente la Lettera Circolare che la Sacra Congregazione dei Religiosi ha inviata a tutti i Superiori Generali.

 

[        A questo punto viene riportata in latino la circolare della S. Congr. dei Religiosi, datata al 10 gennaio 1951 e firmata dal Card. Clemente Micara e dal Segretario P. Arcadio Larraona. Essa si richiama al senso della povertà e della mortificazione, e in particolare: 1) Conferma la proibizione in quelle Congregazioni dove non è in vigore; 2) Esorta a una regolamentazione là dove l'uso è consentito; 3) Demanda ai Consigli ed ai Superiori Generali di redìgere norme, ove lo ritengano opportuno; 4) La Congregazione dei Religiosi ritiene il rilassamento in questa materia come nocivo allo spirito religioso; 5) Richiama i religiosi all'osservanza delle norme a cui sono sottoposti i sacerdoti diocesani, là dove tali norme sussistessero.

          Il commento del Primo Maestro così prosegue:]


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          1. Richiamo la vostra attenzione su due punti in particolare.

          a) Come vedete, la Sacra Congregazione conferma e dà il suo pieno appoggio alle prescrizioni che proibiscono l'uso del fumare (n. 1). Perciò la proibizione del Superiore Generale vien fatta propria dalla Sacra Congregazione: alla quale fu rimessa copia della presente, come richiede la Circolare stessa, in fine.

          b) Inoltre la Sacra Congregazione si dichiara esplicitamente contraria ad introdurre, sia pure entro certi limiti ben definiti, l'uso di fumare,

 

         


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ritenendolo in generale nocivo allo spirito religioso (n. IV).

          2. Per assecondare le disposizioni così chiare ed anche tanto forti e decise della Sacra Congregazione, ed in base ad esse, intendo rinnovare e rinnovo la proibizione di fumare, in senso totale.

          Si noti tuttavia: la circolare della S. Congregazione per noi è un richiamo sopra una disposizione che ha in se stessa tutto il suo valore. Facendo anche teoricamente la supposizione che la Santa Sede non avesse disposto quanto sopra, il Superiore, in forza del suo ufficio aveva ed ha, il potere di disporre quanto fu disposto; ed oggi viene richiamato e ripetuto. E questo anche se la proibizione non è contenuta esplicitamente nelle Costituzioni.

          La proibizione si estende a tutti: Sacerdoti, Chierici, Discepoli, Novizi, Postulanti, Aspiranti; si estende a tutte le nazioni e a tutte le case. E questo sia in pubblico che in privato.

 

          3. La presente disposizione, nella estensione di cui nel numero precedente (n. 2), intendo obblighi in coscienza, secondo la gravità della materia, non solo per la trasgressione del voto di povertà, ma pure come semplice proibizione, che importa astensione totale dal fumare.

          4. Nessun Superiore è autorizzato a concedere dispense, parziali o totali, da questa disposizione.

          5. Ogni Superiore sia invece sollecito nel precedere con l'esempio; sia attento nel vigilare che, per nessun motivo, si introducano abusi; e, se vi fossero, vengano stroncati decisamente.

          Se qualche aspirante avesse contratto l'uso di fumare prima di entrare nella Congregazione, sia aiutato con carità e fermezza a togliere questa abitudine.

          6. I Superiori non presentino per l'ammissione al noviziato, alla professione, agli Ordini, gli alunni che non avessero cessato dall'uso di fumare da almeno un anno. Meglio però se mai hanno fumato.

          7. Si dice: in circostanze particolari, ragioni di convenienza, di buona educazione, consigliano di non rifiutare l'offerta della sigaretta.


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          Rispondo: lo spirito religioso e sacerdotale, il contegno delicato, riservato che deve avere il Sacerdote e il Religioso, e quindi la nostra buona educazione, consigliano come cosa ancora più conveniente, di rispondere gentilmente che non fumiamo. Nessuno si offenderà di questa risposta, nessuno ci giudicherà scortesi o meno educati per questo: anzi si darà buon esempio.

          8. Si dice: il fumare mi giova alla salute.

          Rispondo: a testimonianza dei medici: «il fumare mai giova alla salute, mai è rimedio a qualche indisposizione fisica o malattia, mai è mezzo che preservi da malattie; spesso invece è nocivo alla salute».

          Nutritevi non di fumo, ma di quello che irrobustisce l'organismo: carne, uova, abbonatevi a riviste formative, arricchite la biblioteca della Casa di opere importanti; procuratevi sussidi scolastici, ecc.

          Questo anche per i giovani nel periodo di maggior sviluppo. La golosità del fumo porta poi, di conseguenza, tentazioni e debolezze in altre cose.

          9. Si dice: le sigarette ce le regalano...

          Rispondo: se così fosse, voi chiedete che vi diano pane per i fanciulli. Diversamente, regalatele o vendetele.

* * *

          In una nostra casa i Discepoli avevano fatta questa intesa; niente fumo! manderemo il denaro risparmiato alla Regina Apostolorum.

* * *

          Sarà bene elevarsi spesso con considerazioni ed aspirazioni alte:

 

          Vivere in Christo Magistro.

          Sequere me: Ego sum via, veritas et vita.

          Sine via non itur; sine veritate non cognoscitur; sine vita non vivitur. Ego sum via quam sequi debes; veritas cui credere debes; vitam quam sperare debes.

 


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          Ego sum via inviolabilis, veritas infallibilis, vita interminabilis.

          Ego sum via rectissima, veritas suprema, vita vera, vita beata, vita increata.

          Si manseris in via mea, cognosces veritatem, et veritas liberabit te et apprehendes vitam aeternam.

          Si vis ad vitam ingredi, serva mandata.

          Si vis veritatem cognoscere, crede mihi

          Si vis esse discipulus meus, abnega teipsum».

(Imit. l. III, cap. 56).

* * *

          Attendo assicurazione da tutte le case.

          Spero di essere compreso da tutti.

          Confido nella vostra buona volontà, nel vostro spirito di mortificazione, nel vostro amore alla Congregazione.

          Con i più paterni saluti e ampia benedizione, su tutti e su tutte le vostre opere.

          Aff.mo SAC. ALBERIONE

 




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