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Giacomo Alberione, SSP
San Paolo - Bollettino SSP

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I NOSTRI STUDI


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          Rileggiamo i seguenti articoli delle Costituzioni:

          Art. 175. «Per rendere certa la nostra vocazione nell’esercizio dell’apostolato, è necessario che promuoviamo tra noi con diligenza gli studi letterari, scientifici filosofici e teologici con l’aggiunta di un conveniente esercizio pratico dell’arte tecnica nelle opere di apostolato».

          Art. 175. «Nell’applicazione agli studi i religiosi procurino di sentire sempre più intimamente con la Chiesa, aderiscano di continuo alle sue disposizioni e direttive nella scelta delle materie, nella durata e nel modo di compiere gli studi, ed anche circa le fonti da cui possano attingere una sana e vera dottrina ed acquistare una erudizione di mente più sicura e più praticamente fruttuosa».

          Art. 177. «Nell’apprendere e nell’insegnare le varie materie bisogna far sì che gli studi siano sempre ordinati e coltivati in modo tale che Gesù Cristo nostro Divino Maestro, che è Via, Verità e Vita, sia da noi sempre più intimamente conosciuto e Cristo si formi pienamente nella mente, nella volontà e nel cuore; così diventeremo esperti maestri delle anime, perché prima siamo stati umili e diligenti discepoli di Cristo».

          Vi è un articolo delle Costituzioni (180) che dice: «Nelle case degli studi i Superiori facciano dimorare soltanto religiosi che sono di esempio nell’osservanza religiosa, e si pratichi in esse la perfetta vita comune; in caso contrario gli studenti non possono essere promossi agli Ordini».

          Da una parte stabilisce il dovere dei Superiori

 

         


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nella destinazione dei Fratelli, per quanto riesce possibile; dall’altra richiama il dovere e la necessità che ognuno dei Fratelli nelle case degli studi sia di buon esempio nell’osservanza religiosa; e questo è sommamente impegnativo per i superiori e gli insegnanti (articolo 185).

          I programmi dati sono chiari. La filosofia e le materie sacre dei corsi teologici siano studiati sopra testi latini.

          Invochiamo il Divino Maestro Gesù, la Regina Apostolorum, S. Paolo Apostolo e tutti i santi Padri e Dottori della Chiesa onde ottenere queste grazie: vivo desiderio di imparare di più; i doni della scienza, intelligenza e sapienza per ben capire; amore sincero e cooperazione cordiale tra Maestri ed alunni per il maggior risultato; spirito di sacrificio nei Maestri per ben insegnare e negli alunni per ben apprendere; la grazia di ritenere ed applicare alla vita ed alla pietà le cose imparate; facilità a comunicare e zelo nell’adoperare tutto per la redazione, la scuola, il ministero.

          Lo studio è lavoro nobilissimo, ma anche faticoso assai, nonostante vi sia in noi inclinazione a sapere. Richiede perciò abnegazione costante; ma arricchisce l’anima di meriti preziosissimi.

          Ogni buon Maestro porta nel cuore all’altare quando celebra, i suoi alunni, ed ogni buon alunno ricorda nella Comunione il suo Maestro. Il Divino Maestro Gesù, poi, illumina e conforta tutti. Sia sempre ricordato: «Magister vester unus est, Christus». (Matt. 23-10).

          Sac. Alberione

 




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