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Giacomo Alberione, SSP
San Paolo - Bollettino SSP

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IL PRIMO FRUTTO DEL ROSARIO

          Sì è questo: il vero concetto della vita.

          Usciti dalle mani di Dio: siamo sopra la terra in una prova; per ritornare a Dio, nostro fine.

          L’uomo è creato da Dio e per Dio. La vita presente è preparazione della mente, volontà, cuore, corpo al Paradiso. La nostra stabile dimora è nell’eternità: o sempre salvi con Dio, o sempre dannati nell’inferno.

          Salvare l’anima nostra è l’affare unico, necessario, irreparabile. Sulla terra siamo sottoposti ad una prova; beato l’uomo che, superata la prova, riceve la corona. Per superare la prova dobbiamo conoscere, servire ed unirci al Signore, amandolo con tutto il cuore e sopra ogni cosa, poichè Dio è il sommo bene e la nostra eterna felicità. Tutto ciò che abbiamo sulla terra di doni naturali e soprannaturali, costituisce il mezzo per conseguire la salvezza. Il Divino Maestro disse: «Che giova all’uomo guadagnare anche tutto il mondo, se poi patisce danno per l’anima sua?»

          Chiunque vuole assicurarsi il paradiso, deve con ogni impegno lavorare alla propria santificazione.

          Chi poi ha emesso i santi voti, si è assunto l’obbligo stretto di tendere alla perfezione, e per gli impegni contratti e per l’abbondanza dei mezzi dati dalla divina Bontà.

          Occorre un lavoro spirituale intenso, costante. È il lavoro più nobile e consolante; è pure il più faticoso, ma anche il più necessario.

          Questo lavoro, considerato lo stato dell’uomo dopo il peccato originale, ha due compiti:

          1.o Togliere il male che viene dalle cattive inclinazioni interne e dall’azione del demonio e del mondo esterno. Ne segue la necessità del combattimento spirituale, dell’abnegazione, della fuga dei pericoli e del peccato: «Evita il male».

          2.o Ordinare l’uomo ad una soprannaturale unione con Dio. Tutto l’uomo deve ordinarsi a Dio: la mente con una viva fede; la volontà con una vita virtuosa, il cuore con sentimenti soprannaturali: «Fa il bene».

* * *

          In Dio vi è ogni bene per la vita presente e per l’eternità.

          La nostra unione con Dio, dopo l’opera della redenzione, si effettua per mezzo di Gesù Cristo nello Spirito Santo.

          Gesù è il Mediatore tra Dio e l’uomo. Egli compì la sua missione con i suoi tre principali uffici: di Maestro essendo la Verità; di Re ed Esemplare essendo la Via; di Sacerdote ed Ostia, essendo la Vita. Egli vive nell’anima in grazia:

 


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l’anima in grazia vive in Lui: a gloria di Dio e pace degli uomini.

          Disse il Maestro Divino nell’ultima Cena: «Io sono la Via, la Verità, la Vita» (Jo. 14,6). Cioè «Io sono la via che devi tenere, la verità che devi credere, la vita che devi sperare (Imit. 3,56).

          Ora Gesù Cristo compie quest’opera per ogni singolo uomo per mezzo della Chiesa. Essa predica le stesse verità, guida con un governo amabile i fedeli, comunica la grazia, santificando le anime con i Sacramenti. Così possiamo vivere in Gesù Cristo su la terra, e vivere eternamente felici nel cielo.

          Non vi è salvezza fuori di Gesù Cristo e della Chiesa.

* * *

          Si perde chi si allontana da Dio e fa il male, il peccato, che è «allontanamento da Dio e avvicinamento alle creature»: al peccato segue la rovina spirituale. Si salva invece chi cerca Dio: «Allontanamento delle creature e avvicinamento a Dio».

* * *

          Maria è stata stabilita ed è vera Madre della Chiesa e di ogni anima in grazia. Ella ha il compito di illuminarci, fortificarci, guidarci a Gesù Cristo; Ella rende a noi facile ciò che è difficile per la nostra natura.

          I misteri gaudiosi ricordano i grandi mezzi, la diversità di vocazioni, le innumerevoli grazie, le continue occasioni e la varietà delle circostanze e condizioni sopra la terra per acquistare meriti per la vita eterna. La terra è per il cielo. Diciamo «memento homo quia pulvis es et in pulverem reverteris»; ma aggiungiamo anche «ricordati, o uomo, che sei spirito e tra gli spiriti dovrai vivere eternamente».

          Maria nell’annunciazione conosce, accetta, comincia la sua missione sopra la terra. Missione ardua e santa. La continua nel secondo mistero, va a prestare i suoi servizi ad Elisabetta sua parente; e porta colà benedizione e grazia, anzi, lo stesso Gesù che era il Salvatore dell’umanità: Elisabetta è ripiena di Spirito Santo, Giovanni Battista è santificato, Zaccaria riacquista la parola. Maria è l’umile ancella che compie il divino volere. Illuminata da Dio, si abbandona tutta nelle sue mani: ed eccola nel presepio a deporre nella greppia, sopra un po' di paglia, Gesù Bambino; eccola in adorazione con Giuseppe; eccola a presentarlo ai pastori ed ai Magi perché è il Salvatore degli Ebrei e dei gentili. Ugualmente lo presenta al tempio, secondo la legge mosaica: mentre adempie ad un precetto che non la riguardava, il Bambino entra nel suo tempio, Simeone predice grandi cose per il Figlio e per la madre.

          Avviene, poi lo smarrimento ed il rinvenimento di Gesù nel tempio: angoscie e poi gioia per Maria e Giuseppe, saggio della missione futura di Gesù Maestro, con la conclusione che riassume la vita a Nazareth «viveva soggetto a Maria ed a Giuseppe».

          La vita umana si intreccia di vicende varie: ma tutto è disposto per la nostra santificazione. I primi cinque misteri portano l’appellativo di gaudiosi, specialmente perché annunziano la redenzione all’umanità.

* * *

          La presente vita richiede una continua abnegazione: ma il Maestro Divino ci precede e ci invita «chi vuol venire dietro di me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua». Ecco perciò i misteri dolorosi. Gesù agonizza; Gesù è flagellato a sangue, incoronato di spine e schernito; Gesù è condannato a morte ed obbligato a portare la croce; viene crocifisso.

          Ma, infine, si arriva ai misteri gloriosi! alla patria celeste, dove si sarà sempre felici, dove è la eterna dimora.

 


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          Gesù è risorto, è asceso al cielo, di dove ha mandato lo Spirito Santo sopra la Chiesa. Maria ha un felice transito, viene assunta corporalmente in paradiso, è incoronata Regina e fatta Mediatrice di ogni grazia.

          Ecco, dunque, le verità fondamentali, principi direttivi del nostro breve passaggio sopra la terra. Sempre innanzi al nostro sguardo il fine ed i mezzi per conseguirlo.

          Il succedersi degli eventi, le difficoltà presenti come ogni nostro lavoro possono tutti cooperare al bene; tutto può essere usato come materiale per costruirci la casa dell’eternità.

          Ecco il primo insegnamento e la prima grazia da ricavare dal Rosario.

 




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