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Giacomo Alberione, SSP
Apostolato dell’edizione

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Preghiere e culto a Maria Ss.

All’ammirazione ed all’imitazione di Maria Ss. non va disgiunto il culto. Culto non superstizioso e strano, ma culto giusto e santo quale lo vuole la santa madre Chiesa. Culto interno ed esterno, privato e pubblico, che porti alla venerazione profonda, alla confidenza assoluta e all’amore filiale. Venerazione che si fonda sulla sua dignità di Madre di Dio e sulle conseguenze che ne derivano. Che porta quindi non ad eguagliarla a Dio e farne la sorgente della grazia, ma a glorificare in lei Dio per i privilegi di cui l’ha arricchita, e l’ufficio di dispensatrice di tutte


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le grazie. Quale venerazione infatti non è da rendersi a Colei che il Verbo Incarnato riverisce come Madre, che il Padre amorosamente contempla come Figlia prediletta, che lo Spirito Santo riguarda come tempio di predilezione!

Confidenza incrollabile ed universale fondata sulla potenza e sulla bontà di Maria Ss. Potenza che non viene da lei, ma dal suo potere di intercessione: Dio non vuol rifiutare nulla di legittimo a Colei che venera ed ama più di tutte le creature. Bontà di madre che riversa su di noi, membri del Corpo mistico di Gesù Cristo, l’affetto che porta al Capo, suo divin Figlio: d’una madre che ci ha generati tra gli spasimi, che le ha costato l’ufficio di corredentrice.

Amore di compiacenza che gioisce delle grandezze, delle virtù e dei privilegi di Maria; di benevolenza che brama, prega ed agisce perché la devozione della Vergine santa s’impossessi ed infiammi tutti i cuori. Amore di gratitudine per i benefici che ci elargisce. Amore di conformità che si sforza di conformare in ogni cosa la propria volontà a quella di Maria e di conseguenza a quella di Dio.

Il culto a Maria presenta una materia di vastità enciclopedica sia che si consideri:

– in sé: sua legittimità, natura ed atti essenziali, frutti e necessità;

– nelle sue manifestazioni liturgiche: tempi


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sacri a Maria, preghiere e lodi in onore di lei;

– nel suo graduale sviluppo attraverso i secoli, quale ci è attestato dalla letteratura e dall’arte;

– nelle divozioni particolari a Maria: divozioni numerose e svariate, che hanno per oggetto delle prerogative o delle rivelazioni speciali di Maria e, pur non essendo imposte dalla Chiesa, ma lasciate alla libera elezione dei fedeli, sono dalla Chiesa approvate e governate. Di esse alcune si fondano sulla misericordia di Maria (la Madonna del Perpetuo Soccorso, la divozione a Maria Ausiliatrice, a Maria Madre della Provvidenza, alla Madonna del Buon Consiglio, a Maria Consolatrice, alla Regina degli Apostoli, la pratica delle tre Ave Maria). Altre l’onorano specialmente nei suoi rapporti con Gesù Redentore (la divozione a nostra Signora del S. Cuore di Gesù, la Madonna del Ss. Sacramento).

Altre ancora esaltano Maria, soprattutto in quanto è mediatrice di tutte le grazie (la divozione al Cuore Immacolato di Maria, la divozione a Maria Regina dei Cuori, ossia della santa schiavitù d’amore).

A tutte queste sono da aggiungersi le moderne forme di culto all’Immacolata Concezione (la medaglia miracolosa, l’Immacolata di Lourdes) e le divozioni a ciò che porta le impronte di Maria (la devozione allo scapolare di Maria, reliquie di Maria, pellegrinaggi in onore di Maria).


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Quanto alle devozioni vi sono: le pie associazioni in onore di Maria (la Congregazione mariana per i giovani, le Figlie di Maria); i Congressi mariani nazionali e internazionali.

Non si tratta certo di argomenti che interessano tutti e in tutti i tempi. L’apostolo sappia scegliere a tempo e a luogo e approfitti di tutte le occasioni per inculcare sempre e dovunque l’ammirazione, la imitazione e il culto alla Vergine santa, facendo sua la frase di San Bernardo: «De Maria nunquam satis».3

Particolare cura e predilezione abbia per i peccatori e affidi la loro causa alla Regina delle misericordie.

Tra i molti atti di divozione alla Vergine Santa dia posto a quello che li contiene tutti: l’atto di consacrazione totale a Maria, quale è esposto dal Beato Grignion de Montfort.

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3  * «Di Maria mai basta quel che si dice».




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