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Giacomo Alberione, SSP San Paolo - Bollettino SSP IntraText CT - Lettura del testo |
L’EDUCAZIONE AL LAVORO
È di immenso vantaggio per la vita e per l'eternità. Ogni uomo ha forze fisiche, intellettuali, morali ed ha un certo tempo di vita per consumarle. Nella mente di Dio devonsi consumare per conoscerlo, amarlo: allora queste forze accresciute e nobilitate per la nostra adozione in figli di Dio: «Ut adoptionem filiorum Dei reciperemus», conosceranno, serviranno, ameranno Dio in gaudio eterno in cielo.
Dio ci ha ben elevati quando mandò il suo Figlio a farsi nostro capo ed assumerci come membra: «Dedit eis potestatem filios Dei fieri»! Quale grazia essere cristiani, non induisti, o maomettani, ecc.!
Queste forze o si
consumano nobilmente da veri uomini, o si consumeranno non nel servizio di Dio,
ma nella schiavitù dell'egoismo e del soldo; non nell'amore di Dio, ma nella
servitù
della carne; non nella conoscenza di Dio e delle cose che sono di sua volontà, ma nella vanità, in quello che finisce... mentre l'anima è spirituale ed immortale.
Quando si educa al lavoro, si abitua il giovane agli studi, ai pensieri elevati, all'energia, a produrre, a vivere da vero uomo, da cristiano: sopra cui si può aggiungere la vita religiosa, la vita sacerdotale.
Quando seguo una salma alla sepoltura, sempre rifletto e mi esamino: ecco che le attitudini, forze-talenti ricevuti da Dio sono stati consumati: «Venit nox quando nemo potest operari»; come sono state consumate? a chi sono state immolate? Ed io, che domani sarò portato alla sepoltura, come sto consumandole? e quale eternità mi preparo?
Educare al lavoro significa elevare e far la fortuna, la massima carità, il massimo bene di un giovane, per la vita e per l'eternità. Quando un uomo vive disciplinato, domina i sensi e le contingenze, nella intimità della famiglia od in società, sarà rispettato, ammirato; sarà utile a sé ed al prossimo; darà un suo buon apporto alla umanità ed alla Chiesa. Sii uomo! vir, vis, forza.
Quale, all'incontro, la miserabile condizione del pigro che comincia dalle bocciature negli esami, rimane sempre inferiore ai suoi doveri, sente la propria viltà; è disistimato e rifiutato in società, col pericolo dell'estrema bocciatura nell'esame finale!
I santi sono tutti lavoratori. In proporzione degli anni vissuti, quanto hanno operato, ed in quante direzioni! S. Tommaso d'Aquino, S. Francesco d'Assisi, S. Bernardo, S. Francesco di Sales, S. Giuseppe Cottolengo, S. Giovanni Bosco, S. Alfonso Rodriguez, S. Giov. Battista De La Salle, S. Giovanni della Croce, S. Alberto Magno, S. Camillo de Lellis, S. Giovanni M. Vianney, S. Domenico, S. Alfonso: tutti! Diedero il primo posto al lavoro interiore; poi questo fruttò l'operosità così meravigliosa, fruttuosa, umanitaria che desta in tutti grande ammirazione.