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Giacomo Alberione, SSP
San Paolo - Bollettino SSP

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- 9c2 -


NATURA DEL RIPOSO

 

          Non violentare l'ordine divino.

          Il riposo è necessario all'uomo come il cibo, ed è da prendersi con le medesime intenzioni: «per mantenerci nel servizio di Dio».

          Le ricreazioni sollevano, riposano il corpo e lo spirito nel corso delle occupazioni, la notte presenta il riposo per la giornata, la domenica il riposo della settimana, le ferie estive il riposo dell'annata.

 


- 10c1 -


          Deve essere tale che costituisca davvero riposo per le fatiche sostenute, ed una preparazione per le future. Non dovrà perciò stancare né dissipare; il sollievo che si prende, invece, dovrà essere sereno, riposante, moderato, favorevole per un moderato sviluppo fisico o ad un'apertura più larga della intelligenza. Seguire le buone norme dei più stimati educatori. Non violentare la natura col fare la notte giorno e fare del giorno la notte o col faticare così nello sport domenicale da trasformare il giorno di riposo in una violenta fatica e dover poi riposarsi del riposo né eccitare talmente i nervi, i sentimenti e la fantasia con sfide appassionanti, spettacoli cinematografici, letture, conversazioni, gite, audizioni, discorsi da riportare turbamento nello spirito, agitazioni di coscienza, disorientamento nella vita. Se dopo il riposo o la ricreazione si fosse meno preparati e disposti allo studio, pietà, virtù, apostolato... non si sarebbe conseguito lo scopo.

          Particolarmente delicata è l'età del fanciullo. Le vacanze sono spesso la vendemmia del demonio, diceva S. Giovanni Bosco. D'altra parte è importante che la ricreazione sia movimentata, sia di utile sfogo alla vivacità del giovane, consumata in sana e socievole letizia. Bei cortili, giochi variati, canti giocondi, istruttivi spettacoli, passeggiate piacevoli, associando l'utile al dolce. Viene il detto: «Presto a letto, presto fuor di letto»; vale specialmente per chi ha qualche ufficio direttivo. Il giuoco e lo sport non possono essere né mestieri, né passioni. Sempre la ragione e lo spirito devono serenamente guidare: «Qui gaudent, tamquam non gaudentes» (San Paolo).

          Si sono formati ambienti in cui la domenica non è più il giorno del Signore, preghiera, istruzione religiosa, riposo; ma il giorno di sfrenato sollazzo e di pericoli. Al lunedì domina stanchezza e svogliatezza, si trova fatica a raccogliere i pensieri e applicare la mente allo studio e ai doveri; al venerdì la mente e la fantasia già sono orientate verso lo sport... Quando e chi potrà formare tale gioventù?

 




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