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Giacomo Alberione, SSP San Paolo - Bollettino SSP IntraText CT - Lettura del testo |
VIGILANZA!
Ogni pensiero acconsentito contrario alla fede, la morale, la liturgia, la Chiesa, la dottrina sociale della Chiesa... diviene peccato.
Questo peccato può essere veniale o grave. I pensieri contro la fede, la carità, il quarto, sesto, nono, decimo comandamento sono maggiormente da esaminarsi.
Quali contrasti tra una calma esteriore ed una tempesta interiore! Pensieri irragionevoli di rivolta, di ambizione, di sensualità, di sogni febbrili, di mondanità... Procedenti da letture, discorsi, spettacoli, ambizioni... E nella stessa comunità anime semplici, interamente di Dio, in una pace vittoriosa.
Ciò che importa non è tanto «dove la persona si trova, ma ciò che pensa». S. Paolo, tra le catene scrive: «Superabundo gaudio in omni tribulatione nostra – sono ripieno di consolazione, il cuore mi trabocca di gioia in mezzo a tutte le nostre tribolazioni» (II Cor. 7, 4); altri si disperano e maledicono Dio, uomini e se stessi.
Il ricco Epulone è infelice anche se sazio; mentre Lazzaro gode gran pace pur coperto di piaghe ed affamato.
Il carattere nostro dipende in gran parte dalla pratica di una disciplina interiore che ci porta a controllare i nostri pensieri.
Il nervosismo non è l'epilogo di una tempesta di pensieri amari, ispirati ad invidia bassa, orgoglio, ambizione... inconfessata, mai vinta? E la dolcezza sovrana, l'uguaglianza di comportamento, la comprensione, l'utilizzare anche i rottami per una nuova e santa edificazione, il cercare sempre nel bene la vittoria sul male... non procede dall'abitudine a dominare i pensieri?
Il Manzoni fa una magnifica descrizione della serenità del Card. Federico: «La presenza di Federico era di quelle che annunziano una superiorità e la fanno amare. Il portamento era naturalmente composto, e quasi involontariamente maestoso, non incurvato né impigrito punto dagli anni; l'occhio grave e vivace, la fronte serena e pensierosa; con la canizie, nel pallore; tra i segni dell'astinenza, della meditazione, della fatica, una specie di floridezza verginale: tutte le forme del volto indicavano che, in altre età, c'era stata quella che più propriamente si chiama bellezza; l'abitudine dei pensieri solenni e benevoli, la pace interna d'una lunga vita, l'amore degli uomini, la gioia continua d'una speranza ineffabile, vi avevano sostituita una, direi quasi, bellezza senile, che spiccava ancor più in quella magnifica semplicità della porpora» (Manzoni, Promessi Sposi, cap. XIII).
Nessuno è sicuro della sua vita senza la disciplina interiore. Il freno esterno come la vigilanza sui sensi, la clausura, l'assistenza, ecc. può cedere in qualche momento alla pressione che viene dai cattivi pensieri interni e condurci ad atti che produrranno rovina e scandalo.