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Giacomo Alberione, SSP San Paolo - Bollettino SSP IntraText CT - Lettura del testo |
OPERARE CON LA TESTA
Sine fide impossibile est placere Deo.
Il primo ossequio al
Divino Maestro sta nel fare le cose con la testa. In ogni azione umana
meritoria concorrono corpo, cuore, volontà e mente. Cioè fare le opere con amore,
impegnandovi le energie con intelligenza. La mente sta in primo luogo.
Intendere bene la mente divina nel darci i comandamenti ed i consigli evangelici. Intendere bene la mente della Chiesa, le nostre Costituzioni e il Diritto Canonico. Intendere bene le disposizioni del Superiore, del Maestro, del Confessore, del capo-reparto, ecc.
Mettere nelle opere tutta la intelligenza per eseguirle bene, sempre meglio; sempre studiando vie ed industrie per accelerarne il compimento; onde si arrivi a dare un risultato sempre migliore in tutto: dal Confessionale, alla redazione, alla cucina, alla tecnica, alla scuola, alla contabilità, ecc. Quale differenza tra propagandista e propagandista! Quale differenza tra librai e librai! ecc. Questo nel senso naturale e nel senso soprannaturale. Esempio: chi opera con fede, si appoggia a Dio, ha fine retto, riuscirà meglio nel lavoro sopra le anime, farà rendere di più le sue opere guadagnando meriti più grandi. Per esempio chi opera «secondo le intenzioni per cui Gesù continuamente s'immola sopra gli altari».
Mettere la testa nel pregare, nel lavoro tecnico, nella scuola. Tra i libri, gli amici, le pellicole, i consiglieri, i confessori, ecc. scegliere sempre il meglio.
L'amore della verità, per la verità, nella verità, è il primo e più santificante amore: «sanctifica eos in veritate», pregava Gesù per gli Apostoli.
«TU