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Giacomo Alberione, SSP
Apostolato dell’edizione

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Norme pratiche

L’apostolo, prima di accingersi a toccare un argomento ascetico o mistico, deve essere convenientemente preparato intellettualmente e moralmente.

Intellettualmente: far precedere uno studio completo, serio e profondo di teologia ascetica e mistica, delle sue fonti e dei suoi fondamenti (teologia dogmatica e morale).

Moralmente: essere egli stesso fornito di non ordinaria perfezione; avere un’accurata esperienza del cuore umano e delle svariatissime e mirabili operazioni esercitate sopra di esso dall’influsso


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soprannaturale della grazia. Deve possedere un cuore retto, molta prudenza e quella discrezione illuminata senza la quale rischierebbe di compiere opere non solo vane, ma anche gravemente pericolose.6 Accintosi poi all’opera non disorienti se stesso e le anime, perdendosi in questioni vane e in sbandamenti pericolosi che sviano da ciò che è l’essenza della perfezione. Si attenga sempre alla dottrina comune della Chiesa e attinga i suoi argomenti da fonti sicure: la S. Scrittura, la Tradizione e la ragione illuminata dalla fede e dall’esperienza. Nella S. Scrittura non troverà certo una sintesi della dottrina spirituale, ma ricchi documenti sparsi qua e là sia nel Vecchio che nel Nuovo Testamento, sotto forma di dottrine, di precetti, di consigli, di preghiere e di esempi.

La Tradizione, che si manifesta col magistero solenne e ordinario della Chiesa, sarà per l’apostolo della stampa come un complemento della S. Scrittura in quanto la interpreta in modo autentico e presenta verità che in essa non sono contenute.

La ragione, guidata e perfezionata dal lume della fede, gli gioverà a coordinare i dati della S. Scrittura e della Tradizione, a mostrare come la spiritualità è stata storicamente vissuta


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dai santi, ad applicare i principi e le regole generali alle persone in particolare, tenendo conto del temperamento, del carattere, dell’età e del sesso, della posizione sociale, dei doveri dello stato come anche delle attrattive soprannaturali della grazia, badando pure alle regole sul discernimento degli spiriti.

L’apostolo miri a perfezionare non solo una delle facoltà umane, ma tutto l’uomo qual è, cioè dotato dell’intelletto, volontà e sentimento, esponendogli contemporaneamente la verità da credersi, la via da seguirsi e il modo di ottenere da Dio la grazia di credere e di operare secondo la propria vocazione.

La vita spirituale non è metodo, e perciò istruisca ed educhi alla sveltezza della docilità allo Spirito Santo. Ma la vita spirituale non è disordine e perciò spieghi che un buon metodo, ben conosciuto, applicato a tempo, porta alla maturità, e da questa alla perfezione e all’unione perfetta con Dio.

Tenga poi sempre presente questo punto fondamentale: la perfezione cristiana è vivere in Gesù Cristo, e che la nostra incorporazione in lui è fondamento e radice della imitazione di Gesù Cristo, delle ascesi 7 spirituali verso di lui e della vita di unione con lui.

 




6  La storia dei quietisti e degli pseudo-mistici lo prova a sufficienza.



7  * Ovviamente la parola ascesi (dal greco áskesis = lotta morale) sta qui per ascensioni.




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