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Giacomo Alberione, SSP
San Paolo - Bollettino SSP

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NORMALITÀ

 

          Il concetto pieno dell'Istituto è questo: famiglia religiosa modellata sulla Casa di Nazaret e regolata da norme canoniche. Finora fu prevalentemente famiglia spirituale; Membri uniti al Padre e il Padre unito ai Membri. Ma le famiglie religiose sono parte della Chiesa e hanno per supremo Superiore il Sommo Pontefice, che governa con il Codice di Diritto Canonico. Facciamo ora un passo prudente e

 


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          santo, pervenendo alla maturità o maggiore età in Gesù Cristo: sempre famiglia spirituale vivente nella forma canonica.

          1) Il Superiore Generale opera col suo consiglio e con gli altri ufficiali secondo le Costituzioni, e docilissimo alla S. Sede conduce l’Istituto nella lettera e nello spirito nativo; trattando con i Superiori Provinciali e Regionali dove vi sono. Man mano che sarà possibile, costituirà altre Province e Delegazioni regionali.

          2) I Superiori Provinciali, osservanti delle Costituzioni, docilissimi al Superiore Generale, svolgono la loro azione paternamente, ma con la mira di portare la Provincia al pieno sviluppo sino a maturità e capace di fornire personale, anche fuori di essa. Ora le Province sono piuttosto abbozzate, eccettuata l'italiana. Abbiano tutto il personale e i mezzi di formazione, svolgano con successo l'apostolato, sia in vigore l'osservanza religiosa.

          3) I Superiori locali, docilissimi al loro Provinciale o Regionale, cooperino con lui per la Provincia, mentre guidano la loro casa secondo le Costituzioni e nello spirito paolino di paternità e fraternità.

          Non si verifichi mai che un Membro cerchi di ingannare il Superiore lontano, o più elevato, per non obbedire al vicino o immediato.

          Tuttavia, tutti i Superiori non si mostrino malcontenti allorché i sudditi si rivolgono a Superiori più alti per i loro bisogni, secondo la libertà loro concessa dai Sacri Canoni.

          In tutto l'Istituto (Curia Generalizia, Province, Delegazioni, Case ed anche talvolta per reparti) occorrono frequenti adunanze o perché prescritte dalle Costituzioni o perché la necessità lo richiede o consiglia: per lo spirito, lo studio, l'apostolato, la povertà.

          L'obbedienza appresa dall'esempio e insegnamento del Divino Maestro: in una docilità che suona collaborazione cordiale e venerazione di Dio Padre nel Superiore; e si può risolvere in un ben inteso amor proprio, trattandosi di società o famiglia.

          Il massimo «bonum sociale» è l'unione. Gesù Maestro nella sua «oratio sacerdotalis» lo domandò: prima per gli apostoli; poi tre volte ripetè la domanda «ut unum sint» per quelli che avrebbero creduto agli apostoli.

          La sollecitudine dei Maestri-Superiori per tutti; la bontà vicendevole tra fratelli; l'obbedienza nei membri realizzano l'unum sint; se domina la carità.

 




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