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Giacomo Alberione, SSP San Paolo - Bollettino SSP IntraText CT - Lettura del testo |
L'apostolato
263. – I membri dell'Istituto Regina Apostolorum esercitano il loro apostolato con le opere e nello spirito di cui negli art. 2 e seguenti, in dipendenza e cooperazione con l'Autorità Ecclesiastica, secondo la loro condizione.
264. – La dipendenza dal parroco riguarda l'esercizio dell'apostolato, non la direzione della casa e delle suore, o la amministrazione dei beni temporali.
265. – Quando aprono una casa, le suore considerino di essere mandate ad una altissima missione: grande responsabilità e grande merito. Si accendano perciò di santo zelo.
266. – Vi sono opere che si possono subito e sempre fare: pregare il Signore che mandi molte buone vocazioni alla Chiesa, riparare il Cuore paterno di Dio per le vocazioni trascurate, impedite o tradite; esercitare l'apostolato del buon esempio, diffondere la stampa cattolica che aiuta a formare nel popolo una coscienza vocazionaria, ecc.
267. – Ricordino le suore che per esercitare fruttuosamente l'apostolato, oltre la preparazione intellettuale è sommamente necessario un profondo spirito di umiltà e pietà.
268. – Nel loro apostolato vocazionario, i membri dell'Istituto Regina Apostolorum abbiano sempre cura di orientare le vocazioni verso l'Eucaristia: sono così sicure di indirizzarle verso Colui che è la Via, la Verità e la Vita, per uno sviluppo completo della loro vocazione.
269. – I ogni casa vi siano almeno tre suore.
270. – I locali destinati alle opere di apostolato siano disposti in modo che l'accesso ai fedeli sia facile, ma nello stesso tempo sia provveduto che le suore abbiano i locali riservati a loro, per la osservanza cioè della clausura.
271. – Le Superiore provvedano che nelle case, secondo lo speciale e concreto apostolato da esercitarvi, siano destinate suore convenientemente preparate; che gli orari siano disposti in modo da lasciare il tempo per le pratiche di pietà; che le religiose non restino mai sole, ma abbiano con sé almeno una fanciulla.
272. – Le suore nel loro delicato compito, abbiano sempre il sussidio di queste due tutele: l'occhio amorosamente vigile della Congregazione e il silenzioso richiamo delle persone che accedono, osservano, sorprendono. Tengano sempre un comportamento dignitoso, raccolto, sereno; il parlare sia serio, moderato, escludendo le lunghe conversazioni con estranei e su argomenti non convenienti per religiose.
273. – Le opere esterne di apostolato non devono
impedire il raccoglimento e la vita interiore;
perciò le suore abbiano somma cura di compiere bene tutte le pratiche di pietà e di tenersi abitualmente unite a Dio anche nell'esercizio del loro zelo.
274. – Nelle loro relazioni coi «chiamati» i membri dell'Istituto Regina Apostolorum seguiranno gli esempi del Divino Maestro e della Regina degli Apostoli, quali si leggono nel Vangelo, considerando come sono stati imitati dalle pie donne che la Chiesa onora come sante ed esercitarono opere simili.
275. – I membri sappiano valersi di quei mezzi, sussidi e metodi che lo zelo sapiente dei Vescovi e l'esperienza dei vari Istituti religiosi indicano come buoni e opportuni.
276. – Ricordino costantemente che l'occhio dello zelo è la prudenza; trattino perciò sempre con riservatezza, specialmente in privato, con tutti. Ai Pastori di anime portino grande stima e rispetto.
277. – Molta prudenza è necessaria alle suore quando devono occuparsi di opere di speciale delicatezza e pericolo, di vocazioni tardive, ecc. Le suore non contraggano relazioni particolari con persone sospette o pericolose.
278. – I membri inculchino nei chiamati la devozione al Divino Maestro, alla Regina degli Apostoli, ai Santi Apostoli Pietro e Paolo e l'amore al Papa.