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Giacomo Alberione, SSP San Paolo - Bollettino SSP IntraText CT - Lettura del testo |
L’AUGUSTA PAROLA DEL S. PADRE
Diamo il testo del discorso che S.S. Giovanni XXIII ha rivolto ai Sacerdoti e Discepoli paolini, nella memoranda udienza del 30 aprile scorso.
L’udienza, durata circa mezz’ora, si è svolta nella Sala del Concistoro, dove i partecipanti agli Esercizi Spirituali, hanno accolto la luminosa e paterna figura del S. Padre con fragorosi battimani.
Il Primo Maestro ha rivolto all’Augusto pontefice il seguente devoto filiale indirizzo di omaggio:
Beatissimo Padre,
Da varie nazioni siamo venuti, come S. Paolo, «videre Petrum», felici di contemplare nel Pastore universale delle pecore e degli agnelli Gesù Cristo stesso.
Dopo un mese di Esercizi Spirituali chiediamo la Benedizione Apostolica sui nostri propositi, affinché possiamo vivere la nostra vita religiosa fedelmente. Siamo legati al Papa da un quarto voto speciale con l’impegno di portare ovunque il Vostro nome, centro dell’unità di fede, morale e culto, con i mezzi propri dell’Istituto: apostolato delle edizioni.
Beatissimo Padre, una sola parola: crediamo, viviamo, amiamo preghiamo secondo le Vostre intenzioni, specialmente per ciò che tanto vi sta a cuore: il Concilio Ecumenico.
Chiediamo la Vostra Apostolica Benedizione per tutti quelli che rappresentiamo.
p. Umilissimi figli paolini
Sac. G. ALBERIONE Sup. Gen.
***
Ed ecco la risposta del S. Padre, così come l'ha potuta raccogliere il nostro stenografo.
Venerato Padre Fondatore e diletti Sacerdoti e Fratelli della Società S. Paolo,
Intendo anzitutto scusarmi per non aver potuto esaudire il vostro
desidero di assistere alla celebrazione della mia S. Messa. Non è mancata la
mia buona disposizione di onorare questo Convegno dei Sacerdoti della
Congregazione di S. Paolo con la mia Messa, ma non ho potuto. Non
dipende sempre da me. Per conto mio sono incline piuttosto all'affermazione che alla negazione, ma mi è stato detto (e il S. Padre accenna ai prelati che l'accompagnano): non incominciamo con queste concessioni, non creiamo precedenti, altrimenti non sappiamo dove andremo a finire. E noi ci adattiamo con pazienza, sempre benediciamo il Signore!
E ora permettete, cari Sacerdoti, che io richiami alcune care impressioni della mia adolescenza; impressioni che io trassi dalla vita di San Giuseppe Benedetto Cottolengo. Più tardi quelle stesse impressioni mi risuscitò la visita alla Piccola Casa della Divina Provvidenza in Torino. Quella piccola, ma grande Casa, con tanti padiglioni per ogni genere di infermità. E quante famiglie per alleviare quelle infermità. Cose meravigliose! Meraviglie che sanno fare i piemontesi. San Giuseppe Cottolengo, sospinto dalla carità di Cristo, iniziava la sua opera destinata a non arrestarsi. Anche i Salesiani erano già in cammino. Quelle opere di Dio si sono sviluppate, si sono diffuse non solo in Italia ma in tanti altri Paesi, dovunque hanno messo robuste radici e fruttificato con abbondanza. C'è sempre abbondanza e non crisi del bene. Le loro case e i loro seminari si sono moltiplicati.
Veramente questa parola Seminario, nel senso voluto dai Padri del Concilio Tridentino, sta ad indicare gli Istituti di formazione del Clero secolare destinato al servizio della Diocesi. In seguito il senso si è allargato e i religiosi, che hanno sempre maggior forza del Clero secolare, l'hanno assunto per le loro istituzioni e si hanno così i Seminari serafici, i Seminari cherubici, i Seminari giuridici e così via. Dobbiamo però convenire che solo il Seminario Diocesano è propriamente detto il Seminario nel senso del Concilio Tridentino.
E le meraviglie di queste opere fioriscono e crescono col passare degli anni.
Le opere della Società S. Paolo camminano sulla scia del Cottolengo con la differenza che, mentre quelle erano ispirate alla carità, queste si volgono di preferenza all'intelligenza.
Sono ispirate all'amore per la verità. Sono destinate ad onorare l'ottavo Comandamento, che è il più pericolante fra i Comandamenti del Signore. Vedete come la bugia sia al fondo delle relazioni tra uomo e uomo. Nel mondo tutto si risolve in un tradimento della verità. L'ottavo Comandamento ci richiama al culto della verità, e Voi, diletti Sacerdoti della Società S. Paolo, Voi andate dritto, voi colpite giusto e opportunamente in questa battaglia per il trionfo della verità, che è la battaglia per Dio, per Cristo, il Verbo di Dio incarnato che è la Verità.
Come
sono lieto di poter abbracciare con uno sguardo d'insieme l'opera vostra! Io
non ebbi in passato particolari contatti con Voi,
per le circostanze che provvidenzialmente guidarono la mia vita e mi condussero lontano, ma quei pochi contatti che ho avuto mi hanno dato modo di apprezzare, come lo apprezza la Chiesa, il vostro buon lavoro.
Già il Beato (e futuro Santo) Gregorio Barbarigo, vescovo di Padova e fondatore del Seminario e della tipografia che porta il suo nome, diceva che i libri sono un grande mezzo per diffondere la conoscenza di Dio, per difendere la verità in mezzo al popolo, soprattutto se questa è offerta in una forma conveniente.
Si degni il Signore benedire questi degni Padri qui raccolti, sotto l'insegna di S. Paolo, con una speciale benedizione!
Ecce odor filii mei, sicut odor agri pleni, cui benedixit Dominus (Gn 27,27).
La benedizione del Patriarca Isacco al figlio Giacobbe.
La parola del venerato Padre Fondatore ci ha illuminati sulle molte e mirabili manifestazioni del vostro apostolato, facendoci constatare l'aiuto efficace che voi date alla verità. Che immensa fioritura di bene nel campo dell'apostolato della stampa che risponde così bene alle esigenze moderne. Mi felicito con voi!
Ora voi siete reduci da un mese di spirituali esercizi con l'anima ripiena della luce e della grazia di Dio. Sta bene la santità alla base di questa grande seminagione. Odor agri pleni! affinché essa porti i suoi frutti, abbondanti e duraturi. Io sono sicuro che li porterà. Quando noi siamo uniti con Gesù Cristo, sorgente di carità e di verità, ogni nostra attività ha buon principio e avrà ottimo successo. Voi avete la capacità e la forza di compiere opere di apostolato adatte alle esigenze dei tempi e capaci di rinnovare il mondo. Cui benedixit Deus!
Ho avuto in Francia modo di seguire un poco lo svolgersi del vostro apostolato. Il lavoro compiuto dalla Bonne Presse nelle diverse parti di quel Paese è degno di lode, come il lavoro che la Pia Società S. Paolo compie nel mondo intero in collaborazione con le Famiglie Femminili associate, poiché anche alle buone figlie di Eva è riservato ampio campo d'attività e soddisfazioni di bene.
Alla
Piccola Casa del Cottolengo mi fu detto che nei diversi grandi padiglioni otto
famiglie si dedicano al servizio degli infermi. Anche voi non avete voluto
essere soli; anche voi avete otto famiglie che lavorano insieme con voi, nella
vita religiosa e nel secolo, e avete preso come compagni di viaggio dei celesti
Protettori quali l'Arcangelo San Gabriele. Com'è vasta e meritoria la seminagione
spirituale! Lo scrittore, attraverso le sue pagine, come il predicatore per
mezzo della parola, genera le verità nelle anime ed è con santo compiacimento
che egli ritrova se stesso nel bene compiuto. Non per invanirsene,
ma per gustare una gioia soprannaturale. Poter dire: Ho dato la verità! Questa verità è uscita dal mio cuore. Certo, questo risultato è frutto di umiltà, di perseverante fiducia. Siamo tutti servi, tutti uniti e compatti al servizio della Chiesa.
Il venerato Padre Fondatore ha voluto offrire le preghiere vostre per il futuro Concilio. Vi ringrazio. Preghiamo tutti. Anche in Vaticano abbiamo le nostre devozioni. Anche quest'anno faremo il mese di Maggio e tutti i giorni il Predicatore Apostolico offrirà un pensiero ai nobili residenti nella Città del Vaticano ed a quanti vorranno partecipare alla funzione che si terrà nella Cappella Paolina dedicata a Maria Mater Boni Consilii. L'intenzione dello scorso anno era per il Sinodo Romano. Esso è stato celebrato ed è ben riuscito, con la grazia di Dio. Quest'anno l'intenzione sarà questa: invocare le Divine Benedizioni sui lavori preparatori del Concilio Universale. Benché si esiga un immenso lavoro, i preparativi sono a buon punto. Da ogni parte della terra ci giunge l'eco delle impressioni favorevoli che il Nostro invito ha suscitato tra i cattolici e tra i nostri fratelli separati.
Quando Leone XIII rivolse ai cristiani orientali dissidenti il suo invito alla riconciliazione, non si ebbero che cattive risposte. Oggi invece le risposte sono buone ed aprono il cuore alla speranza. Noi dobbiamo aprire le braccia a questi fratelli, ascoltarli perché non tutto il torto è dalla loro parte. Anche noi dobbiamo riconoscere i nostri torti. Non che l'invito sia per il Concilio. Questo è riservato ai Vescovi della cattolicità, per aggiornare le cose nostre tra di noi, senza che altri intervenga a discutere e fare maggior confusione. Quindi prima celebreremo il nostro Concilio e poi si potrà trattare.
Intanto i lavori procedono alacremente e sono davvero benedetti dal Signore. È l'intenzione che di cuore affido alla vostra pietà. Fate anche voi come gli avvocati concistoriali che in Concistoro postulano per le cause dei Santi. Prima chiedono che si proceda instanter e poi pregano instantius ed infine instantissime.
Vi raccomando la Santa Chiesa Cattolica. Pregate per la sua unità. Ut unum sint! Continuate nei vostri generosi sforzi per l'avvento di un mondo migliore.
Questo è il mio saluto, il mio incoraggiamento. Con questo animo benedico voi tutti presenti a questo sacerdotale convegno, benedico i vostri propositi, le vostre Congregazioni, le persone e le cose che portate nel cuore.
Il Santo Padre impartì l'apostolica benedizione.