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Giacomo Alberione, SSP San Paolo - Bollettino SSP IntraText CT - Lettura del testo |
Scegliere bene
Le vocazioni tardive hanno particolare importanza: notiamo però che siano il fiore! non lo scarto della società: siano il fiore per intelligenza, per generosità col Signore, per salute, per bontà di carattere, per amore all’apostolato...
Inculchiamo solo e sempre che si tratta di vocazionario, cioè per fare religiosi paolini. Solo con questo orientiamo bene genitori, parenti, alunni: e faremo personale contento e paolino sino alle midolla dello spirito.
La percentuale delle riuscite è proporzionata alla buona scelta ed alla buona formazione.
Il primo mezzo: comporre la vita in Casa secondo il vero spirito religioso, in modo da meritare dal Signore che ci affidi anime da preparargli al suo speciale servizio; e da meritare la fiducia dei Parroci migliori e dei buoni genitori che vogliono sapere a chi affidano i loro tesori.
Pio XI nella sua lettera «Officiorum maximum», scrive: «Quel che ci sta a cuore soprattutto e bisogna con tutti i mezzi eseguire è che i Seminari servano soltanto allo scopo per il quale sono stabiliti, cioè alla regolare formazione dei sacri ministri. Perciò non solo devono restare chiusi a tutti quei fanciulli e giovani che non mostrassero alcun desiderio del sacerdozio; ma in essi e gli esercizi di pietà e il programma degli studi ed il regolamento della disciplina non abbiano che un oggetto: la preparazione speciale degli alunni all’esercizio del sacro ministero».
Quindi è esplicito:
assoluta esclusività di uno
scopo ed oggetto da attuare con tutti i mezzi; chiudendo le porte ai non aspiranti al sacerdozio, la convivenza dei quali è sommamente influente e pericolosa. Pio XI aggiunge, per tagliar corto alle scuse di tempo e di luogo: «Questa deve essere la regola inviolabile di tutti i seminari senza alcuna eccezione: haec esto seminariorum omnium, nullo excepto, sanctissima lex».
Ciò che da Pio XI è detto dei seminari, vale a maggior ragione per gli Istituti Religiosi.