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Giacomo Alberione, SSP San Paolo - Bollettino SSP IntraText CT - Lettura del testo |
PRIMA ADUNANZA
Avvertenza preliminare: nelle Case vocazionarie, specialmente nelle piccole, il vero Maestro è il Superiore; il Maestro (cosiddetto di gruppo) è il collaboratore. Il Superiore della Casa non ha impegno più suo e più grave che la scelta e formazione degli Aspiranti.
Reclutamento
Desiderabile cosa è un Vocazionista proprio per un Vocazionario che superi la sessantina di Aspiranti.
Se questo non è
possibile, il Vocazionista della
Provincia cura il reclutamento per le Case in essa comprese.
Mezzi: promuovere preghiere tra tutti gli interessati, facendo anche assegnamento su le Visite delle Pie Discepole; ore di adorazione predicate; raccolta di indirizzi; opuscoli e fogli mensili; visite alle Parrocchie, scuole, famiglie; movimentare tutti i Sacerdoti, Discepoli, Aspiranti; in qualche modo (servizi, corrispondenza) farsi amici i Parroci, i Direttori e Maestri, gl'incaricati dell'Azione Cattolica, ecc.
Prepararci noi stessi gli Aspiranti: proiezioni, contatti diretti con essi ed i genitori, predicazioni, spirituali Esercizi, distribuire questionari sulle vocazioni.
Prima ancora: scegliere bene il Vocazionista, formare in lui idee larghe e giuste, con la convinzione che più che alla quantità miri alla qualità. Esame approfondito: se vi sono segni di vocazione e disposizioni per lasciarsi formare.
Accettazione
La scelta esige che vi sia un certo numero di Aspiranti; perciò incrementare la propaganda.
Il giovane, anche ben scelto, va soggetto a mutabilità di animo. Perciò sia abbondante il reclutamento per averne un numero sufficiente al noviziato ed alla professione.
Il Maestro col Superiore è il più competente per la scelta. Non bastano i documenti ordinati; in quanto possibile procurarsi cognizione con visita alla famiglia, giudizio del medico, dell'insegnante del giovane, persone fidate.
In generale non accettare del tutto gratuitamente.
Rispetto ai Parroci e Genitori comportarsi come se tutto dipendesse da loro, operare come se tutto dipendesse da noi.
Con Parroci, Genitori, giovani, parlare con estrema chiarezza: l'Istituto accoglie solo aspiranti alla vita religiosa, laica o sacerdotale.
Relazioni
L'aspirante appartiene ancora ai Genitori e Parroci, eccetto si tratti di maggiorenni, e nello stesso tempo all'Istituto.
Perciò i Genitori e Parroci siano sempre e frequentemente informati dell'andamento morale, intellettuale, salute, ecc. dell'aspirante.
Ai Genitori e Parroci mostrare deferenza e gratitudine.
Guadagnare il cuore dei Genitori accogliendoli bene; far comprendere che grande è il dono di un figlio al Signore; far sentire che essi medesimi sono appartenenti alla Famiglia Paolina; approfittare delle varie occasioni per affezionarli all'Istituto, accogliendoli bene, farli partecipare a feste, ad Esercizi spirituali; mostrare il progresso dei figli in ogni parte; istruirli su la vocazione.
Discussione
I Maestri, sulle loro esperienze, hanno proposte domande e difficoltà:
a) Alcuni Parroci non si interessano del giovane.
– Interessiamoli noi, ugualmente.
b) Gioverebbe affidare l'aspirante appena entrato ad un buon compagno, come ad un angelo che lo conforti, istruisca su cose minute?
– Sì, se è davvero un Angelo custode; però si vigili.
c ) Come comportarsi quando sono numerose le domande di aspiranti da una Parrocchia?
– Occorre molta diligenza nelle informazioni sopra i singoli, quindi sceglierle con cautela; una volta entrati vivano ciascheduno nel suo proprio reparto: esigendo questo con dolcezza e fermezza.
d) Avviene non di rado che i Genitori insistono perché il figlio ritorni in famiglia.
– Occorre educare i Genitori sul problema della responsabilità di una vocazione; particolarmente indurre l'aspirante a difendere la propria vocazione.
e) Generalmente Parroci e Genitori poco capiscono la vocazione del Discepolo.
– E questo è comprensibile; è necessario che noi spieghiamo quale sia il grado, la dignità di un'anima consacrata a Dio e la particolare elevazione nel Discepolo per la partecipazione diretta all'apostolato; questi pensieri avvalorarli con l'insegnamento del Vangelo. Istruire mostrando quale differenza passi tra il religioso laico comune ed il religioso laico Paolino, il quale, oltre la vocazione religiosa, ha ancora una seconda vocazione, cioè apostolica. Il Discepolo poi è felice allorché ama la sua vocazione ed il suo apostolato.
f) Vi sono tra i nostri parecchi ammalati, fisicamente o psichicamente.
– Assicurarsi con medico specializzato per gli Aspiranti alla vita religiosa. Ed è necessario ricordare quanto sia necessaria la cartella clinica personale. Ripetere le visite prima della vestizione e della professione.
g) Ma è sufficiente il Maestro di gruppo per la disciplina ed insieme la direzione spirituale?
– Per gli Istituti Religiosi, come è stato spiegato, in alcuni numeri del «San Paolo»: uno è il Maestro che riassume in sé i due uffici, a differenza dei Seminari, ove occorrono due persone con distinti uffici.
h) È sempre difficile, sia la conoscenza intima dell'Aspirante, come la loro formazione.
– Occorre che il Maestro di disciplina e di spirito insieme li segua ovunque (Chiesa, studio, camerata, cortili, apostolato), interessandosi di persona ai problemi di ciascheduno per guidarli con saggezza.
i) Ma quale segreto principalmente necessario per sostenere il giovane nelle sue difficoltà?
– Sono tre i segreti, non uno: 1) Occorre che il Maestro sia un vero trascinatore, entusiasta se stesso44 della sua vocazione, con mille invenzioni di amore soprannaturale. 2) Sia tolta l'ingerenza nei gruppi di persone poco edificanti o meno unite al Maestro di gruppo. 3) Una pietà sentita, mariana, eucaristica, paolina, che li sostenga nei momenti inevitabili e più difficili del giovane.
l) Come comportarsi con i figli unici?
– In questi casi occorre una maggior garanzia da parte dei genitori e dell'aspirante stesso; quindi scelta più accurata, prevedendo quanto può avvenire in seguito.
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Si conchiudeva l'Adunanza con questo pensiero: L'Adorazione costante al SS. Sacramento porta sempre molta luce per cui molte più cose vengono indovinate e molti accorgimenti vengono suggeriti: «Tu, Domine, qui corda nosti omnium, ostende quem elegeris...» (Atti, 1, 24).