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Giacomo Alberione, SSP San Paolo - Bollettino SSP IntraText CT - Lettura del testo |
QUARTA ADUNANZA
Ufficio del Maestro
Noi consideriamo il Maestro rispetto agli Aspiranti come Gesù Maestro in mezzo agli Apostoli.
Gesù Maestro definì se stesso Via, Verità e Vita; il formatore di vocazioni compie gli uffici di Gesù e perciò dovrà essere via, verità e vita per i suoi aspiranti.
Gesù fu Via perché precedette gli Apostoli con l'esempio e conchiuse: «Imitate me»; così il Maestro precederà nella pietà, nell'umiltà, nella carità, nell'obbedienza; e come il Maestro ha predicato la perfezione cristiana e religiosa così altrettanto farà il Maestro Paolino.
Gesù si è detto Verità ed istruì con la sua parola nelle verità più alte i suoi novizi, adattandosi alla loro condizione e presentando tutto con figure, paragoni, parabole; questo è pure l'ufficio fondamentale del Maestro Paolino che abbonderà nella predicazione e nei consigli.
Gesù si è detto Vita perché Egli è vita, secondo l'espressione: «Io sono la vite e voi i tralci», «Chi mangia la mia carne avrà la vita»; il Maestro Paolino dovrà possedere molta grazia e santità e quindi comunicarla per mezzo dei Sacramenti e della preghiera in generale.
Il Maestro prende da Gesù Cristo e dà agli Aspiranti; ma non è un semplice canale che semplicemente trasmette l'acqua; ma è assomigliato a una conca che contiene i divini tesori; e li riversa per troppo pieno sulle anime. La mamma si nutre abbondantemente per conservare le proprie forze, mentre poi darà il latte al suo bambino.
Il Maestro Paolino dovrà continuamente rinnegare se stesso per farsi servo delle necessità dei suoi Aspiranti; sino ad adattarsi anche a qualche loro capriccio. Deve custodire tutti dal peccato; «quos dedisti mihi custodivi» disse Gesù.
Il Maestro sarà sempre presente in mezzo ai suoi Aspiranti.
Il Maestro potrà sempre contare sulle grazie di ufficio essendo stato eletto a questa altissima missione.
Discussione
1. Perché vi sono le varie professioni da rinnovarsi annualmente?
– Gli anni di professione temporanea, tanto per i Chierici che per i Discepoli, devono servire ad approfondire meglio i principi appresi nel noviziato. L'anno di assistentato ha particolari difficoltà e bisogno di aiuto, mentre serve ad orientarsi definitivamente nella vita. Si dia quindi agli assistenti un maggiore aiuto spirituale.
2. Qual è il valore dell'obbedienza religiosa?
– Dare un'idea esatta sull'obbedienza. La presunzione procede dall'ignoranza. Maturare la propria coscienza secondo i principi della fede e della morale, mai secondo il caso e le proprie vedute.
3. Conviene aprire la porta a qualche specializzazione?
– È utile avviare i Discepoli in base alle loro attitudini a qualche specializzazione, inerente ai rami particolari del nostro apostolato, come la tecnica, la pittura, la propaganda. Queste specializzazioni devono avvenire soltanto dopo la professione perpetua, cioè dopo i regolari corsi dei loro studi in Casa.
È anche utile che i Discepoli più preparati facciano delle scuole agli aspiranti Discepoli ed anche ai temporanei.
4. Quali norme perché le vacanze riescano non di pericolo, ma invece di ristoro spirituale e fisico?
– Circa le vacanze: se è possibile raccogliere gli Aspiranti in una nostra Casa, es. in montagna; sarà cosa molto utile; diversamente in generale conviene la famiglia, se è moralmente sana.
Se è possibile i giovani vengano richiamati per qualche giorno in Casa per qualche giornata di ritiro; oppure visitarli nelle loro famiglie.
Molto opportuno è il prepararli alle vacanze con qualche giornata di ritiro; facendo poi seguire qualche altro giorno di ritiro quando rientrano.
Se i giovani aspiranti saranno portati assieme alla montagna o al mare, occorre siano custoditi diligentemente ed evitino di accomunarsi con professi.
Nel caso di vacanze in famiglia è bene inviare al loro Parroco una lettera pregandolo a dare informazioni all'Istituto, quando il giovane ritornerà, sopra il comportamento tenuto in famiglia, in chiesa, in società.
Direzione Spirituale
Consiste nell'accompagnare l'Aspirante verso la missione a cui Dio l'ha chiamato, guidandolo nella via della perfezione.
Prima, spiegare che cosa sia; poi invogliare ad usarne, mostrarne concretamente l'utilità, indicando il modo di compierla. Giova forzare un tantino e con abilità e rispetto perché si arrivi all'apertura di coscienza. È qui una grande arte e richiede molto tatto perché il giovane apra il suo cuore con fiducia. È vero che specialmente in talune regioni è piuttosto diffusa l'ipocrisia e l'inganno; ma se il Maestro sta abitualmente a contatto con i giovani non troverà molta difficoltà a scoprire anche soltanto da un gesto, da un'espressione l'intimo del loro cuore e lo stato del loro animo; basterà un pizzico di psicologia.
Si proceda dal facile al più difficile nell'interrogare; ma dopo raggiunta una sufficiente conoscenza dell'Aspirante si arrivi a quello che è il fine della direzione: allontanare dal peccato ed avviare alle virtù. Il Maestro potrà chiamare l'Aspirante da principio più frequentemente; quindi anche meno frequentemente, tenendo presenti le necessità intime dell'Aspirante. Tra il Maestro e il giovane vi sia confidenza; ma nulla di umano, o meglio troppo umano; vi sia sempre di mezzo l'Angelo Custode. Le conversazioni non siano troppo lunghe. E questo vale anche per le Confessioni.
Ritiro mensile
Per lo più sia
predicato dal Maestro o dal Superiore; o almeno sia tenuta dall'uno o
dall'altro la terza istruzione. Il Ritiro mensile è occasione
di un esame collettivo sull'andamento del mese che termina ed è come un preventivo ed intensa preghiera per il mese che si inizia.
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Nell'ora di adorazione sono stati sviluppati questi punti:
l. Il soggetto da formare e il fondamento su cui va poggiata l'azione formativa (formazione umana).
2. Il metodo pedagogico usato da Gesù con gli Apostoli: «Elegit duodecim ut essent cum illo».
3. Questo metodo è il più integrale e il più efficace: comporta infatti un'azione formativa sulla mente, sulla volontà e sul cuore dell'individuo, attraverso la presenza viva ed operante del Maestro.