Indice: Generale - Opera | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText
Giacomo Alberione, SSP
San Paolo - Bollettino SSP

IntraText CT - Lettura del testo
Precedente - Successivo

Clicca qui per attivare i link alle concordanze

- 1 -


IL VIATICO DELLA GIORNATA

 


- 1c1 -


          Il Primo Maestro per avviare alla meditazione in comune, Sacerdoti con Discepoli, ha espresso questi pensieri che trascriviamo come li abbiamo ascoltati e ricordati.

 

          Ogni mattina ci raccogliamo tutti in Chiesa per ricevere il «Viatico» per la nuova giornata che il Signore ci concede; un'altra tappa del nostro viaggio verso l'eternità. «Viatico» per tutto l'uomo: per la mente che si illumina delle verità eterne; per la volontà che si fortifica nei propositi di bene; per il cuore che si assicura una grazia sempre più abbondante.

          Noi siamo tutti in cammino verso il cielo: «Vado ad Patrem»; «in domo Patris mei». Se siamo avviati verso il cielo, ogni giornata deve avvicinarci a Dio in crescente letizia. Ogni mattina dobbiamo chiederci: perché questo nuovo giorno?

          La risposta non può essere che una: se il fine di tutta la nostra vita è quello di conoscere, di amare, di servire il Signore, ogni giorno non può avere altro programma, altro dovere principale, altra preoccupazione: penetrare sempre più nella conoscenza di Dio, perfezionare il suo santo servizio, crescere nel suo amore. L'esercizio del mattino ha tre parti: Meditazione, Messa, Comunione: costituiscono il «Viatico» della giornata.

          1. Conoscere il Signore, e nella sua luce i nostri doveri, le nostre responsabilità come Paolini. Per questo è necessaria la meditazione che orienta a Dio Verità eterna; e che suggerisce e offre il mezzo per orientare le anime a Dio nel nostro apostolato.

          2. Servire il Signore. Per questo è necessaria ogni mattina la meditazione in comune che rafforza la nostra volontà nel «Fiat voluntas tua» nel compimento dei doveri, preparandoci così ad offrire il sacrificio della


- 1c2 -


santa Messa. La partecipazione nostra alla santa Messa è per questa accettazione della volontà di Dio, ogni giorno, sull'esempio di Gesù Cristo Maestro che è venuto nel mondo per fare la volontà del Padre suo: «Non la mia volontà sia fatta, ma la tua».

          3. Amare il Signore. A questo fine ancora la meditazione unisce tutti nella comune preghiera per tutte le grazie necessarie individualmente e collettivamente; e che ci cresce nella carità verso Dio e verso le anime alle quali ci indirizziamo nella giornata, con l'apostolato nostro. Pregare insieme prima di partire per il nuovo cammino, per avere la forza di superare tutte le difficoltà: quelle che nascono dalla natura del nostro apostolato, dalle circostanze, dalle nostre stesse persone; dal diavolo che sempre «circuit quaerens quem devoret».

          La meditazione secondo le nostre Costituzioni deve essere fatta in comune, cioè insieme.

          Questo è stato il pensiero che ho sempre avuto fin da principio e che ora penso sia bene realizzare perché le circostanze della vita comune lo permettono e lo richiedono.

          Perché insieme?

          1. Perché insieme, Sacerdoti e Discepoli, viviamo la stessa vocazione. È quindi bene ritrovarsi al mattino, Sacerdoti e Discepoli, per prendere il comune indirizzo della Casa (il Superiore ordinariamente tiene lui la meditazione, anche se la legge, commenta, applica), che viene dato da chi deve dirigerla a nome del Signore. Gli Atti degli Apostoli dicono che «la moltitudine dei credenti aveva un cuor solo e un'anima sola» per il triplice alimento: «perseverantes in doctrina Apostolorum – et communicatione fractionis panis – et orationibus» (Atti II, 42).

          2. Dobbiamo fare la nostra meditazione insieme perché essa ci costituisce nella


- 2c1 -


Società». Con la meditazione comprendiamo sempre meglio la nostra vocazione secondo il consiglio di S. Paolo: «Videte vocationem vestram»; ne approfondiamo lo spirito e conosciamo le necessità e le particolari esigenze della Chiesa.

          Disertare la meditazione equivale a mettersi un po’ per volta spiritualmente fuori della Casa; si resta disorientati sulle responsabilità e sugli impegni che in comune si assumono, si ignorano gli indirizzi che vengono dati secondo i bisogni nuovi che l'apostolato richiede.

          Come il Divino Maestro si è compiaciuto di riunirci tutti insieme costituendoci nella stessa vocazione, nello stesso spirito, nel medesimo apostolato, così ogni mattina tutti


- 2c2 -


insieme dobbiamo ritrovarci per iniziare la nuova tappa del nostro pellegrinaggio verso l'eternità.

          Dunque, la meditazione per lo più insieme, Sacerdoti e Discepoli:

          a) Per sentire tutti allo stesso modo: «idem sentire».

          b) Per volere tutti le stesse cose: «unum velle».

          c) Per pregare tutti: «unanimiter orare», con le medesime intenzioni: «idem petere».

          Tuttavia: avendo i Sacerdoti ed i Discepoli anche doveri ed uffici propri e diversi, è di molta utilità che una o due volte per settimana si tenga meditazione separata.




Precedente - Successivo

Indice: Generale - Opera | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText

IntraText® (V89) Copyright 1996-2007 EuloTech SRL