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Giacomo Alberione, SSP
San Paolo - Bollettino SSP

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LA PROPAGANDA

          La propaganda è la terza parte dell'apostolato stampa, alla quale sono ordinate le prime due: la redazione e la tecnica.

          Comprenderne: la natura, l'importanza, i mezzi.

 

          Natura della propaganda

 

          Per l'apostolo, la propaganda è l'estensione nello spazio e il prolungamento nel tempo dell'opera del Maestro Divino.

          Gesù Cristo venne dal cielo, apostolo del Padre, per indicare la via della salute ai figli smarriti. Compiuta la sua missione divina, ritornò al Padre dopo aver affidato alla Chiesa l’incarico di continuare l'opera sua.

          Nella Chiesa, dunque, come si perpetua la presenza reale di Gesù Cristo nell'Eucaristia, e la sua autorità nei ministri sacri, così si perpetua la diffusione della sua dottrina.

          Si comprende facilmente che la propaganda, intesa in questo senso, si differenzia essenzialmente dal commercio librario.

          Non è commercio perché non è uno scambio di merce e di prezzo, e non mira al lucro, ma alla gloria di Dio e alla salute eterna degli uomini.

          L'apostolo studia i maggiori bisogni spirituali e morali delle anime e delle popolazioni, quindi scrive e diffonde dal pulpito tecnico, come il predicatore dal pulpito della chiesa.

 

          Lo spirito della propaganda

          L'apostolo offre gratuitamente ciò che gratuitamente ha ricevuto da Dio.

          L'offerta che chiede è per il sostentamento dell'apostolo. È una collaborazione alla divina Provvidenza, simile all'offerta della Messa, la quale non paga il Sacrificio di Gesù Cristo, ma contribuisce al sostentamento dei ministri del culto.

          L'offerta-prezzo serve al sostentamento dell'apostolo, copre le spese dell'apostolato, procura la carità della verità agli ignoranti in materia di fede e particolarmente fornisce il pane spirituale agli indigenti che vivono lontano da Dio.

 

          Arrivare a tutti

          La propaganda deve dunque pervenire a tutte le anime, ma specialmente alle più bisognose. L'apostolo sarà come il Buon Pastore che, assicurato il gregge fedele, espone se stesso per la pecorella smarrita.

          L'apostolo abbia dunque le sue preferenze per i derelitti; per gli avversari; per i poveri vergognosi, che non osano cibarsi del pane spezzato dal pulpito alla massa dei fedeli; per gli infedeli che


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ignorano il vero Dio, la Redenzione, il Vangelo; per gli insidiati nella fede dagli emissari di Satana, attraverso la scuola, la stampa, le massime mondane, il cinema, la radio ed ogni forma di propaganda...; per i dubbiosi, gli assorbiti dalle cure di governo, di ufficio, di lavoro.

          Egli sarà l'angelo che a tutti ricorda i destini eterni e le vie della salvezza; l'angelo che parla del cielo a quei figli di Dio che si preoccupano solo della terra.

 

          Importanza e necessità

 

          La propaganda costituisce il gran problema dell'apostolo della stampa. Ad esso sono ordinate la redazione e la tecnica. Può dirsi il canale attraverso il quale le verità che sgorgano dal cuore dell'apostolo arrivano alle anime.

          L'apostolato del propagandista è come un dispensario: prende dalla Chiesa i tesori e li distribuisce alle anime: «Ci consideri ognuno come servitori di Cristo e dispensatori dei misteri di Dio» (1 Cor. 4, 1 ).

          Dispensario che non limita la sua azione a pochi indigenti, ma l'estende a tutti gli uomini; i tesori che la Chiesa possiede sono per tutti. E basta dare uno sguardo al mondo per comprendere quale sia la necessità di questa distribuzione.

          Oggi si contano sulla terra quasi tre miliardi di uomini. Di essi soltanto un sesto professa la religione cattolica ed è illuminato, nutrito, riscaldato dal sole delle genti: Roma.

          E ciò non perché Roma sia venuta meno alla fede; sta ferma e si cura la parola di Gesù Cristo: «Rogavi pro te (Petre), ut non deficiat fides tua» (Lc. 22, 32), né si è corrotta la sua morale.

          La vera causa è la mancanza di dispensatori; mancano gli apostoli che, fattisi voce di Dio, chiamino le pecorelle all'ovile di Gesù Cristo e affrettino l'adempimento della profezia del Redentore: «Che vi sia un solo ovile e un solo pastore» (Gv. 10, 16).

          A queste pecorelle ci si può arrivare attraverso la propaganda. Ad esse miri decisamente l'apostolo. Per esse formi i distributori.

          All'opera

          Libri e stampati si preparano facilmente. Il catechismo del resto, anche nell'edizione dei Primi Elementi, è sufficiente alla massima parte dell'umanità. Ma è necessario portarlo, farlo conoscere, farlo arrivare.

          Si mobilitino, dunque, tutti i mezzi di diffusione e di propaganda.

          L'apostolato della stampa senza la diffusione si può paragonare ad una famiglia senza figli.

          E, come una figliolanza numerosa è indice della


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vitalità dei genitori e garanzia di un avvenire largo, così un'ampia propaganda è indice di un animo veramente apostolico, e garanzia di frutti copiosi.

          L'errore capitale di oggi è questo: che il gran tesoro della verità, che le ricchezze della Fede, dei Padri, della Chiesa rimangono sepolte; mentre i nemici di Dio e delle anime, applauditi e pagati, seminano la zizzania a piene mani.

 

          Modi di propaganda

 

          Per l'apostolo, i principali modi di propaganda sono quelli insegnati da Gesù Cristo, dalla Chiesa, e richiesti dalle necessità.

          Gesù Cristo insegnò a non aspettare gli uomini, bensì a cercarli.

          Come il Maestro, l'apostolo deve propagare la divina parola nelle città, nei paesi, nelle case, anche più remote. Deve valicare i monti, salpare gli oceani, recarsi a tutti gli uomini «ut luceat omnibus». Deve interessarsi delle singole anime, delle singole famiglie, delle singole parrocchie. Organizzare librerie, formare zelatori, entrare in tutte le associazioni, convincere i capi-officina, i capiscuola, le persone autorevoli... Tutto un lavoro capillare; poi collettivo; poi razionale, per cui a tutti si arriva, gradatamente.

          Naturalmente tutto questo importa difficoltà, sacrifici, pericoli; richiede la prudenza del serpente, la semplicità della colomba, la fedeltà del martire.

          Ma l'apostolo deve sapere dimenticare se stesso per donarsi alle anime e a Dio.

          Il martire S. Tarcisio può essere posto a modello e a protettore.

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          La Chiesa poi insegna il modo pratico di esercitare la propaganda. L'apostolato della stampa è il complemento e il prolungamento dell'apostolato dei pastori; perciò per diritto e per dovere deve ricevere da essi la sua maggiore espansività.

          Per questo la Chiesa insegna che esso deve essere esercitato in primo luogo dalla Gerarchia Ecclesiastica.

          La propaganda dei laici è in dipendenza ed aiuto; nello stesso modo che il catechista e la catechista parrocchiale insegnano sotto la guida del Parroco e a lui devono ubbidienza, venerazione, fiducia, cooperazione.

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          Le circostanze e necessità dei tempi e l'urgenza di combattere avversari organizzati richiedono anime ardenti che si consacrino esplicitamente ed


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anche esclusivamente alla propaganda; un esercito numeroso ed organizzato che abbia continuità di tempo e che operi ampiamente sorpassando confini di spazio; che serva la Chiesa, le Diocesi, le Parrocchie, le Missioni; e muova decisamente per portare la lucerna della verità là dove sono tenebre e ombra di morte.

          È necessario, insomma, un esercito di religiosi e religiose che si consacrino esclusivamente alla diffusione; e che si associno collaboratori laici, religiosi, suscitati da Dio; che si mettano al servizio della Chiesa e che da essa siano accettati nella mistica vigna, benedetti e guidati nel loro lavoro: «Andate voi nella mia vigna e quello che meritate vi sarà dato».

 

          Tre passi nella propaganda

 

          1) Capillare. È quella fatta di casa in casa; da individuo ad individuo; offrendo il libro, il periodico, l'immagine, ecc.

          Ha dei lati molto positivi, per il contatto personale.

          2) Collettiva. Quando si offre ad una collettività, ad esempio una scuola; oppure si offre un complesso di libri, periodici, pellicole.

          3) Razionale. In cui prevale il lavoro intellettuale:

a) Lo studio di quanto si vuole dare, il catalogo.

b) Lo studio delle persone e necessità cui si vuole provvedere.

c) Lo studio dei mezzi per farlo arrivare; ed arrivare utilmente.

          Partire con piani ben determinati e mezzi adeguati.

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          Questa presenta i vantaggi della collettività e ne aggiunge altri: risparmio di tempo e minor dispendio di forze; arrivare ai lontani o dimenticati; operare più profondamente sopra i singoli; e con frutti più duraturi.

          Il lavoro per le biblioteche entra nella propaganda collettiva e razionale assieme.

 

          Conclusione:

 

          D'ora innanzi: non solo un libro, ma una biblioteca fatta! o almeno un principio di biblioteca, segnato dall'acquisto di 5-10 libri; con il rifornimento si completerà.

 

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          La pietà, la pazienza, la bontà rendono lieta la vita religiosa; favoriscono la collaborazione; esigono molti piccoli rinnegamenti, ma arricchiscono la vita di meriti.

          Anni che passano; meriti che si accumulano; paradiso che si avvicina.

 

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