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Giacomo Alberione, SSP
San Paolo - Bollettino SSP

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NTRODOTTA LA CAUSA PER LA BEATIFICAZIONE
E CANONIZZAZIONE
DEL SERVO DI DIO FRATEL ANDREA M. BORELLO

 


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          La sera del 31 maggio, anno corrente, solennità di Maria SS. Regina, nel Tempio San Paolo, di Casa Madre ad Alba, con l'intervento di Mons. Vescovo Carlo Stoppa e dei Membri del S. Tribunale, si è aperto il Processo Ordinario informativo per la Causa di Beatificazione e Canonizzazione di Fratel Andrea M. Borello, Discepolo del Divin Maestro, defunto a 32 anni di età nella Casa di Cura di Sanfrè, dopo circa 12 anni di vita paolina.

          Per la circostanza, oltre le Autorità religiose della Diocesi, erano presenti il Rev.mo Primo Maestro e una larga rappresentanza di Sacerdoti e Discepoli, convenuti da tutte le Case di Italia. Presenti in gran numero le Suore Figlie di S. Paolo e le Suore Pie Discepole di Gesù Maestro.

          Erano pure presenti, oltre la Sorella del Servo di Dio con la Famiglia, folti gruppi di fedeli di Mango (paese nativo di Fr. Borello) e di Castagnole Lanze (ove trascorse la sua giovinezza), guidati dai rispettivi Parroci e Sindaci, col Gonfalone del Comune. La grande Chiesa di S. Paolo era al completo.

          Terminati gli Atti per la costituzione del Sacro Tribunale, e per l'apertura della Causa, prendeva la parola S. E. Mons. Vescovo per illustrare la vita del nuovo Servo di Dio. Concludeva il Primo Maestro, ringraziando Mons. Vescovo, le Autorità religiose e civili, e quanti erano intervenuti per testimoniare con la loro presenza la fama di santità di Fr. Borello e la fiducia nella sua intercessione presso il Signore.

 


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          Svolgimento

          Nell'ordine in cui si è svolta la cerimonia, riportiamo:

          1) La domanda del Rev.mo Primo Maestro;

          2) La risposta di Mons. Vescovo;

          3) Il discorso di Mons. Vescovo;

          4) La conclusione del Rev. Primo Maestro;

          5) Alcuni telegrammi di adesione.

 

          Eccellenza Reverendissima
Mons. CARLO STOPPA
Vescovo di Alba

          È piaciuto alla Divina Provvidenza riservare a Lei, Ecc.za Rev.ma, secondo successore di Mons. Francesco Giuseppe Re, che vide nascere in Alba, nel 1914, la Famiglia Paolina, il delicato e gradito compito di presentare nella Chiesa i primi frutti di santità che il Divino Maestro volle donare alla Pia Società S. Paolo, a gloria del Padre celeste, e per il suo trionfo nel mondo.

          Nel Suo zelo illuminato e lungimirante, con il Processo ordinario del Servo di Dio Don Timoteo Giaccardo, Ella ha voluto presentare un «Modello» a tutti i Sacerdoti paolini; con il Processo ordinario del Servo di Dio Maggiorino Vigolungo, primo fiore dell'Istituto, Ella ha inteso presentare un «Modello» agli Aspiranti paolini, a tutti i Chierichetti delle Parrocchie, a tutti i giovani aspiranti alla vita sacerdotale


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e religiosa nella Chiesa. Con il Processo informativo del Servo di Dio Can. Francesco Chiesa, oltre che porre sul candelabro una gloria del Clero diocesano albese, Ella ha voluto presentare un «Modello» a tutti i membri dell'Istituto «Gesù Sacerdote».

          La Famiglia Paolina, con tutti i Cooperatori, Benefattori, e Amici, dopo aver reso grazie al Signore per questi doni, desidera esprimere ancora una volta a Vostra Eccellenza, a mezzo della mia povera persona, un grazie più sentito e profondo. Ella non ci poteva fare un regalo più prezioso, un bene maggiore. I Santi sono la prima ragione d'essere di ogni Congregazione, sono il miglior collaudo del suo spirito, delle sue Costituzioni, del suo sistema pedagogico-formativo. Per tutto ripetiamo di cuore: «Agimus Tibi gratias, omnipotens Deus».

          Ma in questa ricorrenza del 50° anniversario di fondazione dell'Istituto, dopo aver molto pregato e pensato, credo di dover presentare a Vostra Eccellenza, facendomi eco di tante altre insistenti richieste e formulazioni di voti pervenutemi attraverso vie diverse, sia dentro sia fuori dell'Istituto, l'umile preghiera di voler ancora avviare il processo di Beatificazione e Canonizzazione di un nostro Discepolo del Divino Maestro: Fratel Andrea Maria Borello, la cui memoria è in benedizione e in venerazione sempre crescente presso i Fratelli, presso i Cooperatori e presso quanti, in qualche modo, lo hanno conosciuto. Con questi intendimenti, il 4 novembre 1959, provvedevo all'esumazione dei resti mortali del caro Fratello, trasferendoli dal cimitero di Sanfré al cimitero di Alba per riporli in un loculo nella cappella mortuaria della Famiglia Paolina.

          Per giudizio unanime, Fratel Andrea Maria Borello merita di essere glorificato e proposto come esempio a tutti coloro che si consacrano all'apostolato dei mezzi della comunicazione sociale, ma in modo particolare ai Fratelli Discepoli della Pia Società S. Paolo che sono come la spina dorsale della Congregazione e che hanno una parte importante nell'apostolato delle edizioni.

          Fino dall'inizio dell’Istituto avevo fatto pregare perché tra essi fiorissero dei veri Santi: servi fedeli del Padre celeste, riparatori delle offese che si fanno a Gesù Maestro –

 


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particolarmente con i mezzi della tecnica –, ricchi di grazia e di Spirito Santo.

          Nella luce di san Giuseppe, Fratel Andrea Maria Borello si fece premura di informare tutta la sua vita di una intensa pietà riparatrice, di un abituale raccoglimento e silenziosità, di una serena docilità nella partecipazione generosa all'apostolato mediante la tecnica e la propaganda, di una costante tensione verso la perfezione paolina.

          Confidando che l'Eccellenza Vostra vorrà, come sempre, considerare nella preghiera, davanti al Signore, questa richiesta che ho confidato al suo cuore di Padre e di Pastore, La prego di voler benedire con me tutti i Figli e le Figlie della Famiglia Paolina perché sempre si cammini nella via indicata e voluta dal Maestro Divino con lo spirito di san Paolo apostolo.

 

          Baciando il sacro anello, mi professo

umil.mo e dev.mo
Sac. Giacomo Alberione
Sup. Gen.

          Roma, 4 aprile 1964


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* * *

          Eccellenza,
Rev.mi Componenti il Sacro Tribunale,
Fratelli carissimi,
Fedeli della Diocesi,
Cooperatori Paolini.

 

          Mi faccio qui portavoce di tutti quelli che da molti anni hanno atteso e preparato con preghiere e sacrifici quest'ora di gloria per Fratel Andrea M. Borello, Discepolo del Divin Maestro. Giorno di gioia e di grazia per noi e per tutti.

 


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          E sono particolarmente lieto, in rappresentanza dei Consiglieri Generali dell'Istituto, e dei molti che avrebbero desiderato partecipare di presenza per rendere con la loro persona solenne testimonianza delle virtù eroiche di Fratel Andrea M. Borello, della sua fama di santità, della sua valida intercessione presso Dio. Inoltre: ringrazio a nome di tutti, Voi, Eccellenza Reverendissima, per tutto il bene che avete fatto e che desiderate alla Famiglia Paolina; ed i membri del Sacro Tribunale da Voi costituito, che lavoreranno con intelligenza e amore nello spirito e nelle direttive della santa Chiesa per il migliore esito della Causa ora aperta.

          Il Divin Maestro che ha detto: «Chi si umilia sarà esaltato» confidiamo che Egli glorificherà questo suo umile e fedele Discepolo, che, ancora poche ore prima di morire, supplicava il Vicario Generale dell'Istituto a ottenergli dal Signore l'umiltà.

          Desidero inoltre rallegrarmi con i cari Discepoli del Divin Maestro che, in Fratel Andrea M. Borello, da oggi Servo di Dio, hanno solenne conferma che: la loro vocazione è da Dio; che la loro vita, così come è presentata nelle Costituzioni, piace al Divin Maestro; e, se vissuta con fedeltà e amore, porta sicuramente alle vette della più luminosa santità.

          Questo è tutto! Agli occhi di Dio non contano le posizioni o i titoli; vale il compimento della volontà del Padre Celeste, nel servizio fedele che Egli ci chiede giorno per giorno: «Chi fa la volontà del Padre mio, questi è mia madre, mio fratello e mia sorella».

          Sempre ricordare San Giuseppe! Egli è il primo Discepolo del Divin Maestro e loro modello. A fianco di Gesù Sacerdote, cooperò con Lui nella preghiera, nell'umile fatica quotidiana, all'Opera di Redenzione, al Magistero di Gesù Cristo. Ed è il primo dei Santi, dopo la SS. Vergine Maria.

          Un altro calzolaio: S. Teobaldo. In Duomo la grande ed artistica Cappella (a sinistra di chi entra) è a Lui dedicata. Veniva da Mondovì, si stabilì ad Alba, continuando il suo mestiere, e servendo e curando la pulizia del Duomo. Aveva voluto essere sepolto nel posto riservato alla spazzatura... ma Dio, con miracoli, lo glorificò.


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          Nei secoli si distinsero in Alba, tra il Clero, le persone colte, ricche, costituite in autorità... Ma la più alta gloria all'umile calzolaio: «exaltavit humiles».

          Spesso è da ripetersi l'avviso di Dio nella Sacra Scrittura: «I vostri pensieri non sono i miei pensieri; le vostre vie non sono le mie vie».

          In servizio il Servo di Dio Fr. Borello ha calzato i piedi di molti Fratelli; e nel farlo compiva continui e grandi passi, e tutti lo pensiamo ornato di una bella corona in cielo.

          Immenso privilegio del Discepolo, che con la sua attività nella tecnica e nella diffusione, forma col Sacerdote che scrive un solo apostolato: dignità e santità.

          Affidiamo insieme da questo momento a Fratel Andrea M. Borello una grande intenzione: le Vocazioni dei Discepoli, per le quali egli offerse la sua vita al Signore.

          Egli ottenga a tutti e a ciascuno la grazia di comprendere, di seguire e di vivere con entusiasmo la preziosa grande vocazione, per la quale, in intima unione con i Sacerdoti Paolini, compiono nella Chiesa l'Opera di Magistero. E sia benedetta Casa Madre che ha formato i primi frutti di santità paolina. Essi sono la più valida testimonianza del buon spirito di questo primo cinquantennio dell'Istituto.

          Sentendomi al termine dei miei giorni, avrei avuto un rimorso grave se non avessimo aperta questa Causa di Beatificazione: Fratel Andrea M. Borello lo meritava; ed era mio dovere presentare a tutti, specialmente alla Famiglia Paolina, un esempio insigne di santità; e l'alta missione del Discepolo Paolino; nella sua vocazione.

          Tutti assieme: ringraziamo. Alcune giaculatorie che potete ripetere:

 

          Sia benedetto Dio Padre per le grazie concesse a Fratel Borello;

          Sia benedetto Gesù Maestro Via e Verità e Vita;

          Sia benedetto lo Spirito Santo Paraclito;

          Sia benedetta la Regina Apostolorum;

          Siano benedetti S. Giuseppe e S. Paolo Apostolo.




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