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Giacomo Alberione, SSP San Paolo - Bollettino SSP IntraText CT - Lettura del testo |
FINALITÀ DEL CONCILIO
È dichiarata dal Papa Giovanni XXIII, nell'apertura della prima sessione:
«Nel presente momento storico, la Provvidenza ci sta conducendo ad un nuovo ordine di rapporti umani, che, per opera degli uomini e per lo più al di là della loro stessa aspettativa, si volgono verso il compimento di disegni superiori e inattesi; e tutto, anche le umane avversità, dispone per il maggior bene della Chiesa.
È facile scorgere questa realtà, se con attenzione si consideri il mondo odierno, così occupato dalla politica e dalle controversie di ordine economico, da non trovar più tempo di badare a sollecitudini di ordine spirituale di cui si occupa il magistero della santa Chiesa».
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«Basta scorrere anche fuggevolmente la storia ecclesiastica, per rilevarne chiaramente come gli stessi Concili Ecumenici, le cui vicende furono una successione di vere glorie per la Chiesa Cattolica, siano stati sovente celebrati con alternative di gravissime difficoltà e tristezze, per l'indebita ingerenza di autorità civili».
«Non senza grande speranza e con Nostro grande conforto vediamo che la Chiesa oggi finalmente non soggetta a tanti ostacoli di natura profana, che si avevano nel passato, possa da questa Basilica Vaticana quasi da un secondo Cenacolo Apostolico, far sentire per mezzo vostro la sua voce, piena di maestà e di grandezza».
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«Questo massimamente riguarda il Concilio
Ecumenico: che il sacro deposito della dottrina cristiana sia custodito e
insegnato in forma più efficace. Tale dottrina abbraccia l'uomo
intero, composto di anima e di corpo, e, a noi pellegrini su questa terra comanda di tendere alla superna patria.
Ciò mostra in qual modo debbasi ordinare la vita nostra mortale, così da adempiere i nostri doveri di cittadini della terra e del cielo, e da conseguire il fine stabilito da Dio.
Il Signore ha detto: "Cercate prima il Regno di Dio e la sua giustizia"» (Mt. 6, 33).
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«Per questa ragione la Chiesa non ha assistito indifferente al mirabile progresso delle scoperte dell'umano ingegno, e non ha lasciato mancare la giusta estimazione; ma, pur seguendo questi sviluppi, non desiste dall'ammonire gli uomini affinché, ben al di sopra delle cose sensibili, volgano gli occhi a Dio, fonte di ogni sapienza e di ogni bellezza; e non dimentichino il gravissimo comando: "Adorerai il Signore Dio tuo e servirai a Lui solo" (Mt. 4, 10; Lc. 4, 8) perché non succeda che il fascino fuggente delle cose visibili impedisca il vero progresso».
Primo fíne:
«Dalla rinnovata, serena e tranquilla adesione a tutto l'insegnamento della Chiesa nella sua interezza e precisione, quale ancora splende negli Atti Conciliari da Trento al Vaticano I lo spirito cristiano, cattolico ed apostolico del mondo intero, attende un balzo innanzi verso una penetrazione dottrinale e una formazione delle coscienze, e in corrispondenza, più perfetta fedeltà alla autentica dottrina, anche questa però studiata ed esposta attraverso le forme della indagine e della formulazione letteraria del pensiero moderno. Altra è la sostanza dell'antica dottrina del depositum fidei, ed altra è 1a formazione del suo rivestimento: ed è di questo che devesi – con pazienza se occorre – tener gran conto, tutto misurando nelle forme e proporzioni di un magistero a carattere prevalentemente pastorale».
Secondo fine:
«A ben considerare questa stessa unità, impetrata
da Cristo per la sua Chiesa, sembra quasi rifulgere di un triplice raggio di
superna luce benefica: l'unità dei cattolici tra di loro che deve conservarsi
esemplarmente saldissima; l'unità di preghiere e di ardenti desideri con cui i
cristiani separati da questa Sede Apostolica aspirano ad essere uniti con noi;
infine l'unità nella stima e nel rispetto verso la Chiesa Cattolica, da parte
di coloro che seguono
religioni ancora non cristiane. A questo proposito, è motivo di dolore considerare come la maggior parte del genere umano per quanto tutti gli uomini che nascono siano stati redenti nel Sangue di Cristo non ancora partecipino di quelle fonti della divina grazia che si hanno nella Chiesa Cattolica».