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Giacomo Alberione, SSP
San Paolo - Bollettino SSP

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III

FORMAZIONE SPIRITUALE

 

          Si tratta del massimo dovere ed impegno: «donec formetur Christus in vobis», equivale a: «conformes fieri imagini Filii sui». Gesù Cristo è Via e Verità e Vita, la conformità è in questo seguire Gesù Cristo secondo i suoi esempi e le sue esortazioni; credere agli insegnamenti di Gesù Cristo, di fatti e di parole; vivere la vita-grazia, acquistata da Gesù Cristo morente sulla croce.

* * *

          La formazione spirituale è la parte prima, e del tutto necessaria dall'entrata dell'aspirante fino a quando la Congregazione consegnerà l'anima a Dio per il gaudio eterno.

          Curare l'istruzione cristiana e religiosa.

          Direzione spirituale per tutto il «curriculum vitae».

          Prudentemente avviare alla vita religiosa gli aspiranti; trasformare il cristiano in religioso; consolidare i professi temporanei.

          Custodirli dal male e dalle occasioni; mai abbandonare il religioso a se stesso.

          È stato detto:

          «La vocazione dei Discepoli come del resto ogni vocazione religiosa, è anzitutto una realtà di carattere spirituale (consacrazione a Dio e alle anime); e come tale va considerata e trattata anche se poi tale aspetto fondamentale si accompagna ad altri elementi secondari, o di mezzo, per la sua stessa attuazione.

          Le basi di quella che è la spiritualità religiosa paolina le troviamo con abbondanza e sicurezza – oltre che nelle Costituzioni – nelle direttive del «San Paolo» e dei nostri testi di pietà e di formazione.

          Occorre far leva su «principi» e «convinzioni» salde: sul piano della consacrazione religiosa e dell'impegno apostolico. E legare alla «pietà», che è l'indice del giusto modo di vivere la vita religiosa.

          Carattere particolare dello spirito del Discepolo: la riparazione dei peccati che si commettono con gli strumenti della comunicazione sociale, sia da parte attiva, che per la parte passiva; e le negligenze di chi non li usa come apostolato e neppure a suo proprio vantaggio.

* * *

          Secondo l'art. 152 delle Costituzioni: «Essendo la pietà il fondamento di tutta la vita religiosa, la sorgente delle virtù, e utilissima a tutto, i membri studino incessantemente di accrescerla il più possibile in se stessi. Perciò nessuno sia ammesso alla professione, se ancora non ha sufficientemente appreso, secondo la sua condizione ed ingegno, lo spirito della Società, il metodo di fare l'esame di coscienza, la 


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meditazione, la visita eucaristica, la lettura della Sacra Scrittura e gli altri esercizi di pietà e non sia assiduo nel compierli».

          Gradatamente portare gli aspiranti all'amore per la Congregazione ed al suo apostolato.

          Avviare gradualmente gli Aspiranti alla meditazione, all'esame di coscienza ed alla adorazione. Da principio siano guidati, facciano esperimenti, poi opereranno personalmente.

          La direzione spirituale è essenziale nella formazione. Guadagnarsi l'anima dell'aspirante facendosi gradatamente strada nel suo intimo è la grande arte.

          Chi li considerasse come soltanto dei collegiali, vorrebbe dire fallimento in partenza.

          Missione quanto mai faticosa in se stessa; ma chi ama non la troverà pesante.

          Gesù, agli Apostoli che cercavano di allontanare i piccoli da Lui disse: «Lasciate che i fanciulli vengano a me, il regno di Dio appartiene ad essi».

          L'aspirante, affezionatosi e con piena fiducia nel Direttore spirituale, si affezionerà pure all'Istituto. È stato il segreto di Don Bosco; e diciamo anche di Don Trosso.

          Se è necessario, lasciare qualsiasi altro impegno, ma non lasciare la direzione spirituale.

          Di passaggio: gli aspiranti, dopo le orazioni della sera, non si accolgano in camera; può essere una parola di passaggio nell'accompagnarli alle camerate, ma non oltre.

          A tutti gli aspiranti dare la piccola biografia di Maggiorino Vigolungo e quella di Fr. Andrea M. Borello.

          La vocazione è da Dio, non dagli uomini, neppure dal Sacerdote; e tanto meno dall'individuo stesso.

* * *

          Il Direttore spirituale ha tre uffici: 1° scoprire dai segni, che sono vari, quale sia la vocazione: al matrimonio, alla vita religiosa, alla vita sacerdotale; 2° illuminarlo, aiutarlo, perché segua la sua vocazione; 3° dare una formazione corrispondente.

          Un grave errore sarebbe spingere, sotto viste umane, piuttosto verso il religioso Sacerdote, che il religioso Discepolo. Invece, nel caso nostro, in forma adatta, e fin dal principio, si presenti la vita del Sacerdote Paolino a differenza del Discepolo Paolino, onde faccia a suo tempo la scelta, pregando e riflettendo.

 

          ALCUNI PENSIERI:

          1) Dare una nozione chiara, e ripetutamente, del Decreto sugli strumenti della comunicazione sociale. (Concilio Vat. II).

          2) Fare buona distinzione tra la lettura spirituale e la meditazione. Questa ha tre parti: verità da conoscere, riflessione, esame di 


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coscienza e proposito accompagnato da preghiera.

          3) Si veda di provvedere buoni Confessori e qualche volta, cambiare.

          4) Massimo valore ha un ambiente di pietà, di ordine, di carità, di vita consacrata per la formazione: verba volant, exempla trahunt.

          5) Il maestro è veramente un sacrificato, un servo degli aspiranti, amico e padre che vive continuamente con i suoi aspiranti. Non molti avvisi, ma meditazioni fondamentali, ed essere continuamente presente fra gli aspiranti.

          6) Un buon mese di meditazioni sui novissimi vale gli undici mesi di altri argomenti. Questo mese di meditazione sui novissimi è da ripetersi ogni anno.

 




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