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Giacomo Alberione, SSP San Paolo - Bollettino SSP IntraText CT - Lettura del testo |
CONCLUSIONE
Il Vicario Generale, Don Zanoni, che ha guidato le conversazioni, ha chiuso l'argomento con questi preziosi indirizzi:
«Che il Vocazionista per i Discepoli possa essere un Discepolo, e che sia meglio un Discepolo, quando si può avere, è cosa certamente sicura, ma anche il Sacerdote che ha ben compreso la Pia Società San Paolo, è in grado di presentare con adeguata chiarezza la vocazione del Discepolo al novello aspirante».
«Preferire, specialmente per i Discepoli, le vocazioni adulte, che hanno la loro Casa a Roma. Non conviene tenere tali vocazioni negli altri Vocazionari, dove manca la formazione adatta; si mandino a Roma nel reparto apposito».
«Si è ancora insistito sul fatto che i Discepoli sono scontenti perché non hanno un ideale, mancano di responsabilità.
Per me la cosa non è così perché i Discepoli hanno molte responsabilità ed è abbastanza chiaro quali sono i compiti loro55 nella Congregazione al presente e nel futuro. Le lagnanze hanno altre cause».
«Una cosa lagnata da molti è la mancanza del vocazionista. Non avendo altro personale a disposizione, ridurre altre occupazioni e tra il personale esistente negli attuali vocazionari, scegliere chi più è adatto a questo scopo e riserbarlo per questo scopo. Una classe in meno, potrebbe forse qualificare meglio la scelta di tutti gli aspiranti con risultati di gran lunga superiori agli attuali. Il vocazionista occupi tutta la giornata, il mese, l'anno».