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Giacomo Alberione, SSP
Apostolato dell’edizione

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Organizzazione catechistica

L’attuale organizzazione catechistica è data dal decreto Provido sane consilio emanato dalla Congregazione del Concilio l’11 febbraio 1935, che è un capolavoro di sapienza catechistica.

Con questo decreto, l’organizzazione e la metodica catechistica non sono più lasciate all’arbitrio e giudizio dei singoli, ma entrano a far parte della legislazione ecclesiastica. Questa ha i suoi organi competenti nell’Ufficio Catechistico centrale a Roma e negli Uffici Catechistici diocesani alla diretta dipendenza dei Vescovi.

Il decreto Provido sane consilio dopo aver, in una prima parte, indicato il lavoro fatto dalla Chiesa per la causa del catechismo, stabilisce, nella seconda, il lavoro da farsi, precisando alcuni punti e indicando alcuni mezzi.

Tre cose sono prescritte:

Il sodalizio della Dottrina Cristiana, che deve tenere il primo luogo nelle parrocchie. A norma del canone 1333 § 1 del Codice di Diritto Canonico, «il parroco può e anzi, se è legittimamente


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impedito, deve usare dell’opera dei chierici che abitano entro i confini della parrocchia ed anche, se sia necessario, di quei pii laici che hanno dato nome al Sodalizio della Dottrina Cristiana o ad altra istituzione consimile che sia eretta in parrocchia».

I sacerdoti e gli altri chierici, non trattenuti da alcun legittimo impedimento, dovranno aiutare il proprio parroco in questa santissima opera, anche per non incorrere in pene da infliggersi dall’Ordinario della Diocesi: «Un appello speciale è rivolto perché i maestri di scuola entrino generosamente in questo insegnamento».

Le Scuole Catechistiche Parrocchiali siano tenute come vere e proprie scuole, non inferiori alle altre, ma che gareggino invece con esse per ciò che riguarda la decenza dei locali, il metodo d’insegnamento e il personale.

Il catechismo festivo agli adulti sia tenuto in tutte le domeniche e feste di precetto come vuole il canone 1332 e si spieghi tutto il catechismo del Concilio di Trento.

Per arrivare a ciò, il decreto suggerisce sapientemente alcuni mezzi pratici agli Eccellentissimi Ordinari:

a) Ogni diocesi d’Italia deve avere l’Ufficio Catechistico già prescritto dal Concilio, [e riconfermato] con lettera 12 dicembre 1929, avente lo scopo di:


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1. curare che s’insegni la dottrina cristiana secondo la forma tradizionale della Chiesa e da persone idonee;

2. promuovere la celebrazione di congressi catechistici;

3. indire corsi di religione per formare e perfezionare maestri per le scuole parrocchiali e pubbliche.

b) Il catechismo deve essere sorvegliato, perché sia fatto bene. Il Vescovo potrà stabilire sacerdoti con funzione ispettiva.

c) L’Azione Cattolica è fucina di catechisti; «ha già fatto molto in questa materia».

d) Ogni parrocchia deve tenere la Giornata della Dottrina Cristiana (Sacramenti, predica, stampa, colletta, ecc.).

e) Sull’andamento catechistico, l’Ordinario deve riferire ogni cinque anni alla Congregazione del Concilio, rispondendo a un apposito formulario di ben 24 domande.

Sempre fedele alle direttive della Chiesa, l’apostolo studi, segua e divulghi le norme pratiche ch’essa propone.

 




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