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Giacomo Alberione, SSP San Paolo - Bollettino SSP IntraText CT - Lettura del testo |
1967: CENTENARIO DEL MARTIRIO
DEGLI APOSTOLI PIETRO E PAOLO
Si prevede una celebrazione solenne da tutta la Chiesa.
La Famiglia Paolina vi parteciperà con tutto l’animo: non tanto con esteriorità, ma con l'alimentare la fede nella Chiesa, nell'Autorità del Vicario di Gesù Cristo, nel devoto e filiale servizio, come Religiosi, alle anime.
IN PARTICOLARE PER NOI
Come Famiglia Paolina, sotto la protezione di San Paolo Apostolo, dobbiamo dare una particolare solennità a tutto l'anno 1967: conoscere, amare, imitare, pregare il nostro Protettore e Maestro.
Fra gli ossequi: un progresso nella redazione con i mezzi della comunicazione sociale.
Ogni casa: un progresso proprio dell'apostolato.
S. Paolo, grande predicatore e grande scrittore: Protettore e modello da imitare.
Anche per questo la Pia Società San Paolo fu messa sotto la protezione ed esempio dell'Apostolo.
Nel tempo attuale, la comunicazione sociale si sviluppa sempre più con gli strumenti rispetto alla parola orale.
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È stato scritto che San Paolo è nato predicatore e insieme scrittore. Il Signore aveva su di lui disegni di grazia e di salvezza per innumerevoli anime.
Non solo nella sua vita, ma in tutti i secoli e oggi ancora parla all'umanità.
San Pietro e san Paolo operarono insieme, pur avendo ognuno una missione particolare da svolgere.
Paolo (Saulo), prima persecutore. Convertito a Gesù Cristo, dopo una decina d'anni dalla sua conversione, divenne apostolo.
Si preparò secondo la luce di Gesù Cristo e dello Spirito Santo: in penitenza, preghiera, lavoro, studio, per l'apostolato, alla conversione dei Gentili (pagani).
Nell'anno 45 circa cominciò i suoi viaggi missionari. Il centro della sua attività è stato Antiochia, metropoli dell'Oriente.
La sua parola illuminata ed accesa in Gesù Cristo, ha guadagnato innumerevoli anime.
Fondò moltissime chiese, preparò e mise a capo Vescovi, sopportò sofferenze e persecuzioni che egli stesso descrisse, particolarmente in una delle sue lettere.
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Comunicava la vita di grazia alle anime con la parola; e quando si trovava lontano, arrivava con le sue lettere.
Scrisse 14 lettere.
Il suo modo di scrivere è personalissimo, vero specchio di un'anima fatta per dominare, ardente, fiera, sicura della verità, affettuosa come una madre e forte come un padre.
Le lettere di san Paolo sono un preziosissimo commento al Vangelo; riconosciute subito dai fedeli, parole non come di uomo, ma di Dio. San Pietro le riconobbe come Sacra Scrittura: (2.a lettera, 3, 15). Scrisse: «Pensate che la pazienza di nostro Signore è la vostra salvezza, come in precedenza vi ha scritto Paolo, nostro caro fratello, secondo quella sapienza che a lui è stata data, e come egli fa in tutte le sue lettere, nelle quali parla di queste cose. Le sue lettere contengono dei punti difficili a comprendersi, il significato dei quali, come di altri passi della Scrittura, viene dagli ignoranti e dai deboli sconvolto, per loro perdizione».
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San Paolo da solo scrisse più pagine di quante ne abbiano scritte assieme, nei tre Vangeli, san Matteo, san Marco e san Luca.
Egli predica ancora con le sue lettere immortali, che saranno l'ammirazione di tutti i secoli, saranno sempre a consolazione, istruzione, edificazione nella Chiesa.
A) Lettere scritte nel secondo e terzo viaggio missionario (51-58):
Prima ai Tessalonicesi, da Corinto, prima del 51.
Seconda ai Tessalonicesi, da Corinto, prima del 52.
Ai Galati, da Efeso, nel 54.
Prima ai Corinti, da Efeso nel 54.
Seconda ai Corinti, da Filippi, nel 57.
Ai Romani, da Corinto, fine del 57.
B) Lettere scritte durante la prima prigionia (61-63, da Roma):
Ai Filippesi, a Filemone, ai Colossesi, agli Efesini.
C) Lettere scritte dopo la prima prigionia:
Prima a Timoteo, dalla Macedonia, nel 65.
A Tito, dalla Macedonia, nel 64-65.
Agli Ebrei, dall'Italia, nel 65-67.
D) Lettere scritte nell'ultima prigionia:
Seconda a Timoteo, da Roma, nel 67.
Le Lettere Paoline, scritte tutte in greco, hanno quasi tutte la medesima forma, cioè:
Il Prologo (nome dello scrivente, dei destinatari, ringraziamenti a Dio).
Il corpo della lettera, con la prima parte dogmatica, e la seconda morale.
L'epilogo (notizie di carattere personale, e saluti).
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San Paolo non espone una organica dottrina dogmatica, morale e liturgica. Egli richiama o spiega particolari insegnamenti della sua predicazione, secondo le necessità e circostanze.
Ne risulta un valore apologetico, sempre sicuro.
Lettere che sono amore e delizia dei cristiani; niente retorica o eleganze, ma parole di verità che conquistano le anime.
Molta parte ebbe nel creare la terminologia cristiana, anche facendo esprimere a parole profane e comuni le sublimi verità del cristianesimo.
San Paolo è il teologo del Nuovo Testamento sopra i grandi misteri dell'Incarnazione, Redenzione e giustificazione. Suo intento: formare dell'umanità tutta una Chiesa, senza distinzione di razze e classi.
Egli dà il medesimo valore tanto alla sua predicazione a voce, quanto a quella scritta nelle sue lettere.
La Chiesa, imitandolo, dà il medesimo valore a ciò che ha ricevuto da Cristo e dagli Apostoli sia a viva voce, sia mediante la Scrittura.
Un'attualità paolina: anche oggi succede ciò che succedeva nei tempi apostolici. Esempio: Paolo, nella prima lettera ai Tessalonicesi, parlava della fine del mondo e del ritorno finale di Gesù Cristo. Ma molti Tessalonicesi interpretavano che ciò fosse immediato, concludendo che non occorreva più lavorare, aspettando in ozio.
Così, nel tempo di ogni Concilio, per la facilità a discutere, si cade in errori e novità non conformi alla Chiesa.