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Giacomo Alberione, SSP
San Paolo - Bollettino SSP

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- 3c1 -


PRIMA LETTERA AI CORINTI

          Il pensiero riassuntivo: «Il Cristo è uno solo ed una sola dev'essere la sua Chiesa».

          Corinto era stata evangelizzata da San Paolo 


- 3c2 -


per circa 18 mesi, con frutti abbondanti. Ma, partito l'Apostolo, altri evangelizzarono a Corinto, specialmente Apollo; così si divisero in partiti, particolarmente quelli che inclinavano ai giudaizzanti. San Paolo, avendo tali notizie, scrisse la Lettera da Efeso.

          È una lettera non in forma di trattato; ma come un complesso di avvisi, risposte, riflessioni, richiami, difesa di se stesso. È divisa in due parti: nella prima rimprovera i partiti e gli scandali; nella seconda risponde a cinque questioni proposte.

          San Paolo, dopo i saluti, descrive i partiti, gli scandali, l'ignoranza del Vangelo. La vera sapienza sta nel Vangelo.

          Quanto ai predicatori mandati dal Signore, vi sia venerazione per la parola di Dio; non giudicarli. Descrive i veri apostoli del Vangelo; i disordini morali; condanna le liti tra i cristiani, e il loro ricorso ai giudici pagani.

          Risolve problemi diversi: i doveri e i diritti del matrimonio, la sua indissolubilità, il celibato, dà consigli ai genitori e ai figli. Quanto alle carni offerte agli idoli, possono essere mangiate liberamente, perché offerte ad un idolo che non esiste. L'apostolo ha diritto a vivere del suo ministero, però San Paolo rinuncia a farsi mantenere dai fedeli. Evitare lo scandalo di prendere parte ai conviti idolatri; ma si possono mangiare le carni immolate, se non vi è scandalo.

          Nelle adunanze l'uomo stia a capo scoperto, la donna a capo velato. Descrive l'istituzione dell'Eucarestia e le disposizioni intime per la comunione.

          I doni spirituali sono a vantaggio della Chiesa; la Chiesa è il Corpo Mistico di Cristo, di cui i Cristiani sono le membra.

          Nota che ogni dono vale secondo la carità; senza la carità tutto è morto, mentre tutto è vivo nella carità.

          Il dono della profezia è superiore a quello delle lingue; il dono delle lingue senza l'interpretazione è inutile ai fedeli; vi siano regole pratiche per l'uso dei doni spirituali nelle adunanze.

          Tutti i fedeli credano nel Cristo: la sua resurrezione è provata in tante apparizioni. Dalla resurrezione si ha il maggior documento che il Maestro ha insegnato la verità.

          Come è risuscitato glorioso Gesù, così avverrà per tutti i fedeli che vivono in grazia. Avverrà nel giorno finale. I buoni, insieme a Cristo, canteranno l'inno della vittoria finale.

          La Lettera si chiude con la colletta per i poveri di Gerusalemme. Saluta e benedice tutti: «Il mio amore è con tutti voi in Cristo Gesù».




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