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Giacomo Alberione, SSP San Paolo - Bollettino SSP IntraText CT - Lettura del testo |
"ANNO DELLA FEDE"
L'annuncio di Paolo VI
«Ricorrendo il decimonono centenario del martirio dei Santi Apostoli Pietro e Paolo, che consideriamo le più forti e più celebri colonne del cristianesimo primitivo, abbiamo proposto alla Chiesa un «Anno della Fede», quasi conseguenza ed esigenza post-conciliare.
Dobbiamo confessare che tale Nostra proposta non ignora le grandi difficoltà che l'uomo di oggi incontra circa una sincera e piena adesione alla fede; anzi proprio anche affinché tali difficoltà siano meglio studiate, conosciute, risolte e superate il Nostro invito all'«Anno della Fede» è stato concepito.
È bene rendersi conto, Figli carissimi, che oggi la virtù della fede non è di facile esercizio. Loderemo, proteggeremo quei Nostri Fedeli, dall'animo sereno e semplice, che per una grazia preziosa e speciale, ovvero per certe favorevoli condizioni di età, di educazione o di ambiente, sono quasi immunizzati dagli ostacoli, che oggi la vita moderna oppone alla fede. Che il Signore protegga e moltiplichi le schiere dei credenti, forti e tranquilli nel possesso della loro fede!
Il vigore d'una nuova pastorale
Ma bisogna andare in aiuto a quanti di fronte
alla fede si sentono indifferenti, o impediti, o addirittura contrari. Quanti
libri sono stati scritti a questo scopo! Ma chi non sa che buona parte della
letteratura apologetica di ieri, oggi ha diminuito, e fors'anche perduto, la
sua efficacia? Noi vediamo ora con soddisfazione che una nuova difesa della
fede è in via di affermarsi
con nuovi studi, nuovi libri, nuovi metodi; e incoraggiamo e benediciamo quanti offrono a questa nuova pastorale della fede il contributo del loro pensiero e della loro opera. Auguriamo anzi che molti pensatori, oranti, maestri, teologi, scrittori e pastori, illuminati dallo Spirito Santo ed aderenti alla buona dottrina, sappiano confortare nella fede il Popolo di Dio.
Sarebbe interessante fare la sintesi delle obiezioni caratteristiche alla fede nel tempo nostro (cfr. Daniélou, Foi et ment. contemp., Etudes, 1954, 289-301); ed osservare come molte provengano dalla forma mentis, cioè dalla maniera di usare delle nostre facoltà conoscitive, alla quale la scuola, la scienza, la mentalità moderna, quasi a nostra insaputa, educano i nostri spiriti; e come sempre nuove difficoltà, oggi paurosamente radicali, che tutto mettono in questione, s'aggiungono a quelle di ieri. Di tutto oggi si dubita nel mondo del pensiero, e perciò anche della religione; e pare che la mente dell'uomo moderno non trovi riposo se non nella negazione totale, nell'abbandono di qualsiasi certezza, di qualsiasi fede, come colui che avendo gli occhi ammalati non ha riposo che all'oscuro, nel buio. Le tenebre sarebbero finalmente la meta del pensiero umano e della sua inestimabile sete di verità e dell'incontro con il Dio vivo e vero?
Vigilanza per l'integrità della sana dottrina
La vita religiosa può essere esposta a tremende
prove nella prossima generazione, se una fede genuina e forte non la sostiene.
Per questo esortiamo tutti a fortificarla e a viverla. Si ricordi
San Paolo: dobbiamo fare della nostra fede una corazza: “lorica fidei”... “voi, fratelli, egli dice, non siete nelle tenebre... voi siete figli della luce!” (1Tess 5,4-8)».