Indice: Generale - Opera | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText |
Giacomo Alberione, SSP Ut Perfectus sit Homo Dei IntraText CT - Lettura del testo |
Obblighi e orientamenti
Prima di iniziare questo grande corso di Esercizi Ss. ho creduto bene di chiedere udienza al Papa onde assicurarci
una paterna sua benedizione. La diede con quel suo gran cuore che gli è proprio nelle grandi e piccole cose: mi sembrava la benedizione dei Patriarchi sui loro figli.
Se il primo fine di questo Corso è di aggiornare la nostra vita alle Costituzioni, occorre leggerle, meditarle, conformarvi i pensieri e la vita intera. Esse tracciano la particolare nostra vita per lo spirito, lo studio, l’apostolato, la povertà.
Ogni Istituto religioso, comunque si chiami (Ordine, Famiglia, Congregazione) è sempre una società: e questa esige una regola. Si associano persone di alti ideali per ottenere un fine determinato, viribus unitis,2 sotto un’autorità che organizza le forze; diversamente è meglio operare come individui. Qui vale il detto: «Serva ordinem, et ordo servabit te».3
Formare l’aspirante significa avviarlo, sin da principio, alla povertà, delicatezza, obbedienza; alla pietà paolina ed all’apostolato paolino; fortiter et suaviter, attingens a fine usque ad finem,4 così come la mamma opera col bambinello che vuole crescere buono e forte.
I due primi articoli sono fondamentali, gli altri sono spiegazioni ed applicazioni pratiche. Conviene prima leggerne l’ultimo capitolo.
Come obbligano le Costituzioni? Fu grave errore il dire, come principio generale: «le Costituzioni non obbligano sotto pena di peccato».
Art. 458. Nelle presenti Costituzioni: 1. Le prescrizioni che riferiscono leggi divine ed ecclesiastiche, ritengono l’obbligazione che hanno in se stesse.
Esempio: tutti i comandamenti, le virtù cristiane, il lavoro, evitare il peccato e le occasioni di peccato, la Messa quotidiana, la Visita, il Rosario, il Breviario; tutte le prescrizioni canoniche che regolano l’ammissione al Noviziato, il modo di compierlo, le Professioni, le dimissioni, gli studi per gli aspiranti al Sacerdozio, le Ordinazioni; e in generale tutti i canoni del Diritto Canonico dal canone 499 al 672; poiché la vita religiosa è regolata sostanzialmente dalla Chiesa. Così che dei 463 articoli delle Costituzioni oltre 300 sono leggi ecclesiastiche, di cui rivestono l’obbligazione.
2. Le prescrizioni riguardanti i voti, ossia che ne determinano la materia remota e prossima o stabiliscono il modo di osservarli, ricevono l’obbligo dai voti stessi.
Di conseguenza, gli articoli dal 104 al 151 che riguardano i voti, la loro materia, il modo di osservarli, ricevono l’obbligatorietà dai voti stessi di povertà, castità, obbedienza; esempi: le disposizioni della clausura, il modo di amministrare i beni, le adunanze mensili dei Sacerdoti e Discepoli, la residenza dei Superiori, la vita comune, gli uffici assegnati, i resoconti stabiliti, ecc.
3. Le prescrizioni che riguardano il governo e le norme fondamentali che ne determinano le funzioni necessarie, o i doveri e gli uffici per mezzo dei quali si esercita; parimenti le prescrizioni che stabiliscono e consacrano la natura e il fine speciale della Società, obbligano in coscienza secondo la gravità della materia.
Esempi: le elezioni del Superiore generale, dei Consiglieri generali, Procuratore, Economo generale, Segretario generale, dei Provinciali, Superiori locali, Maestri
di Noviziati, revisori dei libri; tutto ciò che tocca il nostro apostolato, l’organizzazione, le edizioni col loro spirito pastorale, nei periodici, libri, pellicole, la propaganda, la tecnica, ecc.; i doveri dei Superiori maggiori e locali... Tutto questo costituisce almeno un ottantacinque per cento degli articoli delle Costituzioni, i quali obbligano in coscienza, perché contengono leggi divine ed ecclesiastiche, o del Diritto canonico.
4. Le prescrizioni puramente disciplinari o ascetiche, che non sono incluse nelle precedenti, per sé non obbligano direttamente sotto reato di colpa, sebbene possano costituire materia del voto e della virtù dell’obbedienza. Però violare queste norme anche minime per disprezzo formale è peccato; se poi la trasgressione è fatta per motivo o fine non retto, oppure è di scandalo, o coopera alla rilassatezza della vita religiosa, importa peccato contro le relative virtù.
Esempi: gli avvisi comuni e particolari per la giornata, le vacanze, i giuochi, l’ordine nelle cose e nelle attività, il modo di fare la pietà, ecc.
Il disprezzo formale può essere interno o manifestato, per quanto fu disposto o per la persona che ha disposto, con le parole o con i fatti. Spesso la trasgressione può portare la rilassatezza o lo scandalo, particolarmente nei più giovani; la trascuranza di prescrizioni disciplinari o ascetiche finisce per lo più con l’annullare l’impegno e dovere fondamentale della vita religiosa, che è la perfezione. Se questo è dovere fondamentale e primo, vi è pure l’obbligo di usare i mezzi per compierlo.
Parentesi: In Italia, agli inizi dell’Istituto, lo studio della liturgia e la partecipazione dei fedeli alla liturgia era pressoché sconosciuto, benché già si avesse la traduzione di un Messalino pubblicato in altra nazione. Si dedicarono allora nostri chierici di buona volontà, prepararono un Messalino proprio, che ora è arrivato a diverse edizioni, e viene giudicato il migliore fra i diversi che nel frattempo sono usciti.
Mentre, tuttavia, si dà un posto degno alla pietà liturgica, non deve essere trascurata la preghiera personale, con le sue pratiche, specialmente la meditazione, l’esame di coscienza, la visita al Ss. Sacramento.