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Giacomo Alberione, SSP Ut Perfectus sit Homo Dei IntraText CT - Lettura del testo |
La “via sicura”
Il Direttorio, che chiarisce il senso e lo spirito delle Costituzioni, espone pure usi e consuetudini tradizionali.
Art. 463. Le Costituzioni contengono per noi la volontà certa di Dio e indicano la via sicura e necessaria (can. 448,1; 593) per raggiungere la santificazione, che è tutta la ragione di essere dello stato religioso. Per questo motivo i religiosi studino di conformare tutta la loro vita secondo le Costituzioni, che quindi devono tenere in grande stima, rendersele familiari e osservarle fedelmente. Da questa fedeltà dipende, in grandissima parte, non soltanto il progresso di ciascuno, ma anche la prosperità di tutta la Società. Di conseguenza non
tanto il timore del peccato o della pena, quanto il desiderio e lo studio della propria perfezione, l’amore di Dio e di Nostro Signore Gesù Cristo, nonché l’amore della Società sospinga tutti alla loro esatta, fedele e costante osservanza, memori sempre della divina promessa: “Voi che avete lasciato tutto e mi avete seguito, ricevete il centuplo e possederete la vita eterna”.
Perciò: sono la via sicura. Noi possiamo errare; ma la Santa Sede non erra.
Le Costituzioni presentate vengono esaminate in varie maniere e da più persone per il nulla osta; poi per il Decreto di lode 5 e per l’approvazione definitiva; hanno già il risultato delle prove fatte e le lettere commendatizie degli Ordinari dove vi è almeno una casa. Quando, convenientemente rivedute e corrette, vengono consegnate all’Istituto, è la voce del Vicario di Gesù Cristo che parla come Supremo Superiore dei religiosi. Dice col fatto: Ecco la vostra via della santificazione, seguitela fedelmente. Inoltre riconosce che l’Istituto è utile alla Chiesa e alle anime, secondo i tempi che si attraversano. A questo punto, si eclissa il Fondatore, e sta la Santa Sede, suprema moderatrice. Questo dà piena assicurazione al neo-professo, che ha letta la formula della propria consacrazione a Dio nella nostra carissima Congregazione. Il Superiore che l’ha accettata dichiara: «Io, a nome del Signore, ti dichiaro che, se sarai fedele, riceverai il centuplo e possederai la vita eterna».
Emessa poi la Professione, le Costituzioni divengono anche la via unica per la santificazione. Ciò che è fatto contro di esse, o anche solo fuori di esse, è contro la
volontà di Dio o fuori della volontà di Dio. Dio paga soltanto quanto è conforme al suo volere, nel giorno delle eterne ricompense. Guardarsi, perciò dai magni passus extra viam,6 anche se crediamo che siano più utili e necessari di ciò che insegnano le Costituzioni. Nessuno può seguire una morale-ascetica del caso, del momento, del meglio, soggettiva; grande errore! Il meglio sta nella regola, sempre. Esempio: amministrazione indipendente, secondo le proprie vedute? no! deve essere sub ductu et dependentia superioris;7 ugualmente per il modo di governare, ecc.
Con la Professione si è accettato come valido il principio di ogni ragionamento pratico, il «si vis perfectus esse»,8 che è la ragione di essere dello Stato Religioso.
La Regola per tutti; tutta la Regola.
La Regola per i Superiori e sudditi: ovunque e sempre.
Vivere lo spirito dell’Istituto. La preghiera ripetuta da Gesù per tutti i membri della Chiesa «ut unum sint»9 vale pure per la famiglia paolina; e questa unione si attua nel conformarsi a vivere le Costituzioni in ogni casa, in ogni nazione.