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Giacomo Alberione, SSP
Ut Perfectus sit Homo Dei

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Criteri di scelta

     Istituto che si ingombra di soggetti inutili? Adatti solo a far numero, che si indugiano a letto ed a tavola, che tutto giudicano ed a tutti gli uffici si sottraggono?

     Il visetto carino, la pietà ingenua, la incoscienza non ingannino! S. Paolo condanna: «superbos, insipientes, sine affectione, sine misericordia».6

     Non alla rinfusa, non in fretta; non gli egoisti, non i costantemente indecisi.

     S. Pio X insisteva: occorrono i segni positivi, che risultano da vere attitudini e dai fatti. Non bastano in nessun caso i segni negativi, per es. «non è cattivo»; «può essere che più tardi maturi, e si metta con buona volontà». Nella quasi totalità dei casi, più tardi saranno meno paolini di quando erano aspiranti o novizi.

     In generale assai più adatti a giudicare della vocazione sono i superiori, che non un consigliere esterno, o casuale.

     I segni generici di una vocazione sono:


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     a) Pietà illuminata, sentita, costante, nutrita di fede, speranza, sacramenti, amore alla Madonna.

     b) Intelligenza sufficiente per ciò che si aspira a fare; meglio se distinta; che sia equilibrata e venga coltivata, utilizzata nell’apprendere.

     c) Attrattiva ed inclinazione alle opere, alla vita di apostolato, al ministero dell’Istituto che si vuol abbracciare.




6 «Superbi, insensati, senza cuore, senza misericordia» (cf. Rm 1,30s).






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