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Giacomo Alberione, SSP Ut Perfectus sit Homo Dei IntraText CT - Lettura del testo |
Avvertenze
1. Per i religiosi professi, normalmente, più sono avanzati nella vita religiosa più si deve mettere l’accento sull’esercizio di unione, per cui la terza parte più che presentata sotto forma di istruzione o meditazione volitiva sugli argomenti proposti, dovrebbe prendere la forma di contemplazione attiva dei misteri che vi si riferiscono, così da parteciparvi con la mente, col cuore, con la volontà, con i cinque sensi esterni e i sensi interni.
In tal modo l’anima si dispone a ricevere anche la contemplazione infusa; perché va ricordato quanto scrivono autori di Teologia mistica, che, cioè, tutti i fedeli, ed a maggior ragione le anime consacrate, hanno diritto di chiedere a Dio il dono mistico della contemplazione infusa (non dei fenomeni straordinari, che Dio concede o non concede secondo i suoi disegni); pochi
li ricevono, appunto perché non sanno di poterli chiedere e non vi si dispongono; lo svolgimento normale della vita religiosa li dovrebbe viceversa preparare.
2. Sempre per la meditazione come per l’istruzione, devesi impiegare almeno un’ora tra predica (o lettura) e riflessi.
3. Quando è presente il Superiore Generale, o il Superiore Provinciale, si potrebbe negli ultimi due-tre giorni, mattino e sera, fare le consuete meditazioni; invece alle ore 9 e 15,30 tenere conferenza-conversazione sopra la pietà, lo studio, l’apostolato, l’amministrazione, la formazione umana e religiosa, e argomenti che interessano la Congregazione e la Provincia.
4. È necessario che ad ogni meditazione od istruzione faccia seguito un periodo di riflessi – da farsi possibilmente nel luogo stesso – e tale da raggiungere, con la meditazione, un’ora. Di conseguenza sarà utile che ognuno provveda a prendere appunti nel corso della predica.