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Giacomo Alberione, SSP Ut Perfectus sit Homo Dei IntraText CT - Lettura del testo |
Il Maestro: formatore di coscienze
La scelta del Maestro dei novizi è tra i più gravi impegni dei Superiori maggiori.
La sua vita deve rispecchiare una solida virtù: vivere di fede, speranza, carità, amore all’Istituto ed all’apostolato.
Infatti il suo ufficio è per formare la personalità cosciente, paolina.
Formare in generale la coscienza è il più grave compito dell’educatore, ha detto Pio XII.
Coscienza significa conoscenza dei propri atti e della propria vita, innanzi a Dio ed all’eternità. Significa: coscienza illuminata da principi retti; amore alla verità; sentire che la mano di Dio è sopra di noi, sempre; che noi ci formiamo con le proprie mani la felicità o l’infelicità eterna; saper governare se stessi; sentire la responsabilità dei propri atti.
L’educatore deve, a poco a poco, rendersi inutile: in quanto al governo di se stesso il religioso ha per guida la coscienza. Finché, invece, per regolarsi bene ha bisogno dell’occhio del superiore, non sarà formato. Occorre che la coscienza gli mostri l’occhio sempre vigile di Dio.
Quando un religioso è mandato fuori, in altra casa, in vacanza, se è di coscienza, continua a vivere come quando era in comunità; diversamente a 50 chilometri di distanza dimentica pietà, povertà, obbedienza, delicatezza, impegni.
Per formare la coscienza si richiedono tre cose:
1. Studio. Materie necessarie sono: lo Stato religioso, le Costituzioni, la Religione e Liturgia, Canto sacro e Cerimonie; nozioni su Gesù Maestro, Vangelo, Maria Regina, San Paolo (una Lettera).
2. Prova di veramente amar Dio con tutta la mente, tutto il cuore, tutte le forze; ed il prossimo come noi stessi per amor di Dio. Perciò il pieno distacco dal mondo, dalle cose, dalla propria volontà, da se stessi, dalla famiglia. Così da donarsi pienamente a Dio attraverso la Congregazione e l’apostolato.
3. Tirocinio. Condurre già per virtù quella vita e quell’osservanza che dopo la Professione si dovrà condurre per voto. Così si fa saggio delle proprie forze; cosi si assicura che potrà, o non potrà, portare lietamente il peso.
Dévesi far l’esperimento di un buon progresso perché si sia sicuri di continuare a progredire, secondo il maggior impegno del religioso.