Indice: Generale - Opera | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText |
Giacomo Alberione, SSP Ut Perfectus sit Homo Dei IntraText CT - Lettura del testo |
“Nata dall’apostolato e in vista dell’apostolato”
La «vita comune» non ha sempre lo stesso significato profondo. Per esempio, nell’abbazia benedettina ha un compito molto vasto ed importante ed informa la vita cristiana stessa dei membri, sia nella santità personale come nell’irradiamento apostolico. Invece per molti chierici regolari, e anche per noi, la «vita in comune» è nata dall’apostolato ed in vista dell’apostolato. Questo carattere di società finalizzata da uno scopo, comprende bensì il bene comune dei membri; ma insieme la stessa osservanza della vita conventuale ha una organizzazione che tiene conto di questo: «siamo a servizio di anime»: religiosi-apostoli; dare quanto si è acquistato; su l’esempio del Maestro Divino.
Per gli «Istituti Secolari», che sono un autentico canonico stato di perfezione, quest’esigenza può essere ridotta a quanto ha di più formale.
La vita comune in senso formale è l’incorporazione e l’iscrizione d’una persona ad una società, ad un organismo, per viverne lo spirito.
La vita comune in senso materiale, invece, è la vita vissuta sotto lo stesso tetto, con le stesse persone, con gli stessi esercizi, con le stesse osservanze, ecc.
Negli Istituti Secolari c’è questa incorporazione dei membri alla società; quindi c’è quanto costituisce l’essenza
della vita comune. Manca soltanto la vita comune in senso materiale; cioè l’abitazione nella stessa casa, i pasti in comune, gli stessi esercizi assieme, ecc.
Gli Istituti Secolari debbono tuttavia possedere una o più case centrali, quindi un elemento della vita comune in senso materiale; e ciò attualmente è sufficiente allo stato di perfezione. Il resto dipende dall’ideale particolare ad ogni Istituto.
C’è infine in ogni vita comune un aspetto materiale ed economico, da cui deriva una migliore organizzazione dei beni, una specializzazione dei compiti di ordine materiale, una liberazione opportuna delle energie per le occupazioni direttamente apostoliche, una regolamentazione dei pasti e dei divertimenti, in vista dell’edificazione comune.
Del resto la vita comune deve vigilare sulle deviazioni e sulle imperfezioni quasi inevitabili.