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Giacomo Alberione, SSP
Ut Perfectus sit Homo Dei

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Santità e ambiguità dell’amicizia

     Un buon Direttore spirituale è l’ideale di un vero amico; quello che si può dire «vero tesoro». A questo punto conviene una parola per distinguere.

Le sante e le perverse amicizie

     È stato scritto che la vera amicizia è una cosa rara e divina, è il segno certo di un’anima nobile ed una delle ricompense visibili annesse alla virtù.

     «Un amico fedele è una forte protezione, e chi lo trova ha trovato un tesoro. Nulla può essere paragonato ad un amico fedele; il suo prezzo è incalcolabile. Un amico fedele è rimedio salutare; coloro che temono il Signore lo troveranno». Così parla lo Spirito Santo nel libro dell’Ecclesiastico (Sir 6,14-16).

     L’esperienza conferma tutti i giorni questa verità. Lo stimolo di un vero amico è uno dei più efficaci per il dominio di se stessi e la pratica del bene. Difatti la vera amicizia, come dice Bossuet, è «una alleanza tra due anime che si uniscono per operare il bene». La vera amicizia è disinteressata, paziente fino all’eroismo, sincera e trasparente. Non conosce la doppiezza, né l’ipocrisia, loda l’amico per le sue buone qualità, però


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gli scopre con santa libertà i difetti e le debolezze allo scopo di correggerlo. Non ha nulla di sensuale. Essa apprezza e ama unicamente il valore morale dell’amico. «L’amicizia, dice ancora Bossuet, è la perfezione della carità». Per questo, non ci può essere vera amicizia se non si appoggia alla virtù. Scrive il P. Lacordaire: «Non posso amare qualche persona senza che l’anima se ne vada dietro al cuore e in mezzo vi passi Gesù. Non mi sembrano intime le comunicazioni se non sono soprannaturali. Quale intimità ci può essere dove non si vede fino in fondo pensieri e affetti che riempiano l’anima di Dio?». Aristotele distingueva tre specie di amicizie: una fondata nel piacere (sensuale), un’altra nell’interesse (utilitarista), e la terza nella virtù (onesta). Solamente quest’ultima è vera amicizia.

     Tre sono i principali vantaggi di un’amicizia vera e santa: quello di trovare nell’amico un consigliere intimo, al quale confidiamo i problemi della nostra anima perché ci aiuti a risolverli; un prudente correttore, che ci dirà la verità sui nostri difetti e ci impedirà di commettere innumerevoli imprudenze; un consolatore, infine, che ascolterà con bontà le nostre pene e troverà nel suo cuore le parole opportune per addolcire. Così opera un buon Direttore spirituale.




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