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Giacomo Alberione, SSP Ut Perfectus sit Homo Dei IntraText CT - Lettura del testo |
Virtù sacerdotali e apostolato specifico
a) Congrua congruis referendo, applicando ai nostri bisogni particolari è da notarsi: il Chierico religioso di buon spirito dalla professione all’ordinazione sacerdotale ha specialmente atteso alla pratica della pietà e virtù religiose. Nel principio del sacerdozio deve aggiungere pietà e virtù sacerdotali.
Nella pietà il suo cuore ed il suo spirito si dilatano, egli sente il carico, l’onus di anime – pax hominibus – e mezzi di immenso potere ed efficacia per glorificare, ringraziare, riparare a Dio – gloria in excelsis Deo – per Ipsum et cum Ipso et in Ipso.
Prima era lui con Dio; dopo vi sono lui e gli uomini con Dio. Non è più solo.
È ministro di Dio e del popolo (in senso paolino), di Dio, che rappresenta innanzi al popolo, del popolo che rappresenta innanzi a Dio: «omnis pontifex ex hominibus assumptus pro hominibus constituitur in iis quæ sunt ad Deum ut offerat dona et sacrificia pro peccatis».5
Rendere a Dio l’onore, la gloria, la riparazione per tutti gli uomini, specialmente per le anime affidategli in particolare, in Cristo; e per tutti supplicare la divina misericordia. La S. Messa, il Breviario e le funzioni liturgiche, in generale, sono in sua mano.
A tutti offrire i mezzi di salvezza: la verità da credere, il volere di Dio da osservare, i sacramenti da ricevere, ordinando la vita presente alla futura.
Perciò: tutti i poteri, la scienza, le esperienze, la bontà, le forze fisiche e morali devono essere utilizzate in uno zelo prudente, semplice, instancabile. Giacché la sua salvezza è legata alla salvezza delle anime. Quindi le virtù della prudenza, carità di ministero, generosità, zelo per tutto quello che dà gloria a Dio e pace agli uomini. Imparare a equilibrarsi bene tra i due compiti: perfezionare nello studio e nelle virtù se stesso; e donarsi generosamente e saggiamente: pietà, studio, zelo. Sempre aggiungere! mai svuotarsi né esaurirsi, così da diventare inutili a sé ed alle anime. In tutto questo, formare abitudini sante per tutta la vita sacerdotale.
Pio XII nel nominato motu proprio insiste perché i novelli Sacerdoti vengano formati alle necessità del nostro tempo; ma che insieme siano premuniti contro i pericoli antichi e nuovi; e non siano travolti per l’inesperienza da occasioni e relazioni pericolose; neppure sotto pretesto di zelo, o da un uso meno saggio delle nuove forme di apostolato.
b) Per il moderato esercizio di apostolato. L’Apostolato generale e l’apostolato specifico.
Apostolato generale: amministrare convenientemente i Sacramenti, in modo particolare la Penitenza, per cui nell’anno di pastorale subiranno il così detto esame di confessione, e cominceranno a prestarsi per i fanciulli, per gli uomini, ecc., secondo le disposizioni diocesane e dell’Istituto.
Predicare la divina parola. In primo luogo, tenere
un buon catechismo, organizzato e presentato secondo i sistemi odierni. Poi spiegazione del Vangelo, brevi conferenze a classi distinte, qualche panegirico,6 ecc. Tanto importante l’eloquenza formativa per una determinata categoria di fedeli.
Dedicarsi alle opere che servono a formare il carattere retto e cristiano dei fedeli; particolarmente una chiara e sicura coscienza dei doveri dell’età, dello stato, dell’ufficio. Così che i Comandamenti di Dio e della Chiesa siano vissuti; e che i cattolici siano i migliori cittadini, ciascuno nella sua posizione; come pure i doveri familiari e sociali; e nello stesso tempo sentano i bisogni del prossimo e le virtù dell’apostolato.
Apostolato specifico. Pio XII vuole inoltre che i Sacerdoti secolari siano avviati al lavoro parrocchiale, perché tale sarà la loro futura missione. Così, risulta chiaro che i Sacerdoti religiosi devono avviarsi alle specifiche mansioni future del loro apostolato. Perciò i nostri cari Sacerdoti novelli si avviano praticamente alla scuola, alla redazione, alla formazione degli Aspiranti, a guidare l’apostolato tecnico e di propaganda, al cinema, radio, televisione, secondo le possibilità; ed a tutte le forme nuove di apostolato che i tempi richiedono; in un’apertura sempre più larga di orizzonti, considerando le varie nazioni e continenti.
Così nell’Istituto Pontificio di Pastorale a Roma, eretto da Pio XII, son introdotti anche questi apostolati specifici. Esso ha pure lo scopo di preparare insegnanti laureati in materia pastorale per le Diocesi e gli Istituti religiosi.
Egli perciò nella Costituzione apostolica ricorda che
il Sacerdote deve essere, come dice S. Paolo, «perfectus homo Dei ad omne opus bonum instructus».7
Egli mette l’Istituto sotto la protezione di Maria, «Regina Apostolorum», di S. Gregorio Magno e di S. Pio X.
Esso è stato richiesto e viene frequentato tanto dal Clero religioso che dal Clero diocesano.