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Giacomo Alberione, SSP Ut Perfectus sit Homo Dei IntraText CT - Lettura del testo |
Pastorale diretta e indiretta
Ogni Sacerdote è cristiano: «Christianus sibi; Sacerdos aliis».8 Ma come è per lo più la nostra pastorale?
Il Papa Giovanni XXIII ha risposto a questa domanda
parlando al Clero Romano in una delle sessioni del Sinodo.
Vi è la pastorale diretta e vi è la pastorale indiretta. Nella prima si predica con la voce, si amministrano i sacramenti, si dirigono le anime: «Magisterium, ministerium, regimen».9 Spiegò: a Roma il Clero diocesano e regolare è molto. Ma diviso in due uffici, che compongono e si completano. Vi sono nelle parrocchie 220 sacerdoti diocesani con 370 sacerdoti religiosi; fanno la pastorale diretta. Poi sono molti sacerdoti di ambo i cleri impiegati in tante mansioni, per lo più a bene di tutta la Chiesa e di tutte le anime: Vicariato, scuole, associazioni, collegi, congregazioni pontificie, ambasciate, superiori di religiose, ecc. Questi fanno una pastorale indiretta, ma più necessaria, più larga, più alta. Qui entra l’apostolato delle edizioni in modo diretto, complementare, necessario, ampio, faticoso. Tutti pastori! pur nel senso della Regula Pastoralis di San Gregorio Magno, pur nel senso del De Sacerdotio di San Giovanni Crisostomo; ed ugualmente nella II Oratio di San Gregorio Nazianzeno. Non vi sono due pastorali, ma una sola: Ars artium regimen animarum.10
I Discepoli per la loro unione al Sacerdote nell’apostolato edizioni entrano in una missione inaudita nei secoli passati e rivestita di una nuova e caratteristica nobiltà.
Che sia sempre stato il pensiero e fine pastorale del nostro apostolato risulta anche dal fatto: nella Famiglia Paolina vi è un Istituto detto di Gesù Buon Pastore, come ricordato: sono le umili cooperatrici dello zelo pastorale.
Conclusione: leggere la vita di Gesù Buon Pastore; nello scrivere o approvare un’edizione di stampa, cinema, ecc. sempre tenere presenti le necessità delle anime.
Preghiamo: «Bone Pastor, panis vere - Iesu nostri miserere - Tu nos pasce, nos tuere - Tu nos bona fac videre - in terra viventium».11